Sono estremamente estese al giorno d’oggi le situazioni illecite in Italia, ma ultimamente ad aver preso il sopravvento è l’IPTV. Questo metodo utile a tutti per bypassare un semplice abbonamento legale alle varie piattaforme, continua a volare.
Infatti gli utenti sono sempre più convinti nel sottoscrivere questa proposta, la quale porta un gran risparmio ogni mese. Inoltre tutti coloro che si abbonano all’IPTV sanno che non avranno solo una piattaforma. Infatti l’abbonamento in questione non offre solo Sky o solo Premium, bensì tutte le piattaforme insieme. Ciò significa che tale escamotage illegaleoffre anche DAZN e Netflix oltre alle due grandi che abbiamo appena citato.
IPTV: il servizio in voga in Italia ora si ritorce contro gli utenti, arrivano le prime multe salate per tutti…
Parliamo del “pezzotto” ovvero i cosiddetti decoder pezzottati. Si tratta di decoder che consentono di accedere in maniera illegale ai servizi a pagamento (pay per view, on demand etc) forniti agli abbonati dei maggiori network televisivi italiani. Giusto per citarne alcuni Sky, Mediaset Premium, DAZN ma anche servizi stranieri come ad esempio Netflix.
Cos’è il pezzotto e perché costa così poco?
La differenza con le schede pirata per la tv satellitare (in circolazione fin dai tempi remoti di Tele+) è che ad essere piratato è il segnale IPTV (Internet Protocol Television), quello utilizzato ad esempio per poter guardare SkyGo, DAZN o Netflix appunto. La scatoletta o “pezzotto” consente proprio di intercettare quel segnale. O meglio dà la possibilità agli utenti che pagano l’abbonamento illegale di poter usufruire dei servizi a pagamento ad un prezzo molto conveniente. Il pezzotto infatti non è gratis, per avere il codice si paga un canone mensile (o annuale) che però in rapporto alla quantità pressoché sterminata dell’offerta garantita con questo sistema diventa del tutto irrisorio.
Le Iene, nota trasmissione che tutti conoscono in Italia e che va in onda su Italia 1, qualche settimana fa sono andate a fondo nella questione. Lo scopo era conoscere tutti i metodi grazie ai quali il servizio si propaga a macchia d’olio nel Bel Paese, oltre che i costi e i rischi con la legge.
Ad oggi il discorso che comprende la TV a pagamento è molto ampio, dato che almeno in Italia ci sono più aziende che se ne occupano. L’IPTV sembra un ottimo espediente per evitare di pagare cifre più alte ma che al contempo sarebbero giuste e legali.
Parliamo infatti dell’IPTV come un servizio che risulta illegale al 100% e tutti gli utenti che la utilizzano sono attualmente fuorilegge. Infatti sono previste delle sanzioni sulle quali a far luce sono state Le Iene, la trasmissione che in Italia tutti conosciamo e che ha fatto ben capire a cosa si va incontro. Ora come ora però in molti ignorano tali passaggi e non si rendono conto di tutto ciò. In tanti hanno deciso di intraprendere una strada che all’inizio può sembrare comoda, ma che alla fine può anche risultare dolorosa. Sono infatti a rischio tutti coloro che ogni giorno utilizzano l’IPTV per guardare i canali a pagamento senza pagare cifre esorbitanti.
Ad oggi infatti le organizzazioni che sono dietro a tutto ciò non fanno altro che rubare i flussi video delle grandi aziende. Questi poi vanno ritrasmessi via internet mediante link preposti venduti agli utenti. In tanti però non sanno che sono previste sanzioni dalla legge.
L’articolo 171 octies recita che chiunque usufruisce del servizio anche non vendendolo, rischia molto. E’ prevista una sanzione che varia da circa 2000 euro a 25.000 euro, oltre alla reclusione da 3 mesi a 6 anni.
Da qui è emerso che il risparmio è sensibile, dato che un abbonamento con tutte le piattaforme incluse e non solo, costa dai 10 ai 15 euro al massimo. Esistono però anche dei rischi che gli utenti stessi corrono, i quali sono rappresentati da multesalatissime. Nell’ultimo periodo sono almeno 3 i casi in cui alcuni utenti, anche venditori del servizio, hanno beccato una multa anche dal valora di 25 mila euro.
Il giro d’affari è enorme, basti pensare che Sky ha circa cinque milioni di abbonati veri e che gli altri due milioni che guardano illegalmente i contenuti generano mancati guadagni per 700 milioni di euro l’anno. Qualcuno dirà, come hanno detto gli installatori del pezzotto del servizio delle Iene che in fondo loro stanno solo rubando ai ricchi per dare ai poveri. Il pezzotto viene presentato così come uno strumento di “rivalsa” nei confronti del potere dei grandi network televisivi che “affamano” il popolo. Non è così. In primo luogo perché questi novelli Robin Hood della televisione non lo fanno che per un motivo: il guadagno. Quindi non esiste alcun ideale di liberazione della cultura o dell’accesso all’intrattenimento calcistico. Siete quindi sicuri che il gioco valga la candela?
notizie dal web, di Antonio gentile