A tracciare il quadro è l’Istat che, nel report “La salute mentale nelle varie fasi della vita (anni 2015-17)“, ma pare che l’Italia per fortuna, sia il fanalino di coda dell’Europa, si certo ma il problema esiste ed è in continuo aumento, i dati sono chiari, la depressione: è questo il disturbo mentale più diffuso tra gli italiani , anche se l’Italia è uno dei paesi Ue con meno depressi (5,5% contro il 7,1% la media Ue), tra gli over-65 il valore raddoppia (11,6% contro l’8,8% della media Ue). La depressione colpisce di più le donne (9,1% contro 4,8%) e chi non lavora. Dichiara disturbi depressivi e ansia, tra 35-64 anni, l’8,9% dei disoccupati e il 10,8% degli inattivi rispetto al 3,5% degli occupati.
Sono inoltre in aumento gli alunni con disabilità nelle scuole italiane, soprattutto quelli con disturbi di salute mentale che raggiungono quota 170mila. Nell’anno scolastico 2016-17, afferma l’istituto, “gli alunni con disabilità sono circa il 3% degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e quelli con disabilità intellettiva sono pari a 2 alunni con disabilità su 3”.
I dati delle rilevazioni sulle scuole del Ministero dell’Istruzione (Miur), afferma l’Istat nel report ‘La salute mentale nelle varie fasi della vita, anni 2015-2017’, “mostrano un lento ma costante incremento degli alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane” e, in particolare, “gli alunni con disabilità intellettiva, pari a 2 alunni con disabilità su 3, rappresentano la quota più importante”. Nell’anno scolastico 2016-17, su 100 alunni con sostegno, evidenzia l’Istat, l’8,8% ha disabilità sensoriali, l’11,6% ha disabilità motorie e il 19,4% ha disturbi del linguaggio. Ma la quota dominante è appunto rappresentata dalle disabilità intellettive: il 23,9% ha un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico, il 45,4% ha una disabilità intellettiva, il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell’attenzione, il 16,5% di disturbi affettivi relazionali. Si stima inoltre che i minori con disturbi mentali nell’età evolutiva ospiti dei presidi residenziali siano 11 su 100mila minori residenti: sono quindi, afferma l’Istat, 1.064 i bambini e ragazzi con disturbi mentali ricoverati in strutture, in prevalenza maschi. Tuttavia, rileva l’istituto di statistica, “l’offerta di posti letto in strutture residenziali che accolgono prevalentemente minori con disturbi mentali, è caratterizzata da notevoli differenze territoriali: i livelli massimi sono registrati nelle regioni del Nord-Est, 25 posti letto per 100mila minori residenti, si riducono considerevolmente nel Mezzogiorno, con un tasso che non supera la soglia dell’11 per 100mila”.
E’ l’isolamento sociale la “chiave” che spiega l’aumento preoccupante dei casi di depressione in Italia soprattutto tra anziani e disoccupati. A dare una lettura degli ultimi dati dell’Istat sulla salute mentale è lo psichiatra e past president della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci. “Il disturbo depressivo – spiega l’esperto – è in aumento in primo luogo tra gli anziani, soprattutto donne, e la causa primaria sta nella progressiva e crescente sensazione di isolamento sociale avvertita da questa fascia di popolazione”. Infatti, rileva, “si è impoverita la rete familiare e sociale e, in primo luogo nelle metropoli, è ormai venuta a mancare quella tradizionale assistenza di ‘buon vicinato’ del passato”. Proprio l’isolamento sociale dunque, spiega Mencacci, “è la molla che, in questi soggetti, può far scattare la depressione. Al contrario, le relazioni sociali contribuiscono a mantenere viva l’attività cerebrale”. Sempre l’isolamento è la ‘chiave’ per spiegare l’aumento del disturbo anche tra disoccupati, inoccupati o persone con livello basso di istruzione: “Proprio queste categorie, alle quali si aggiungono anche gruppi in aumento di giovani che non studiano e non cercano lavoro, sono tra quelle a maggior rischio di ghettizzazione. Una condizione che, in soggetti particolarmente vulnerabili, può facilmente aprire la strada al disturbo depressivo”. Quanto all’aumento dei disturbi intellettivi anche tra bambini e ragazzi che frequentano le scuole, come rilevato dall’Istat, secondo Mencacci la progressiva crescita dei casi è da mettere in relazione anche con i metodi diagnostici oggi più precisi e mirati. Tuttavia, avverte l’esperto, “va detto che i sempre più diffusi disturbi comportamentali tra giovani e giovanissimi sono anche spesso legati alla mancanza di sonno e all’eccessivo uso delle tecnologie”.
Diminuisce in Italia la mortalità legata alla droga, ma aumentano i ricoveri. Secondo le stime fornite nella Relazione al Parlamento del 2017, il 33% della popolazione fra i 15 e i 64 anni nel corso della vita ha fatto uso di almeno una sostanza psicoattiva illegale. Una percentuale che aumenta al 44% considerando i giovani fra i 15 e i 34 anni. E la cannabis risulta la sostanza più utilizzata, in aumento rispetto all’ultima rilevazione effettuata nel 2014. Inoltre nel 2015 in Italia si sono osservati 251 decessi droga correlati, corrispondenti a un tasso di 4 morti per 1 milione di abitanti. L’85,3% riguarda maschi, il 3,6% persone di nazionalità straniera, il 21,1% persone tra i 20 e i 34 anni e il 73,3% persone fra 35 e 64 anni. Nel triennio 2013-2015 i livelli più elevati di mortalità si registrano tra i residenti delle regioni del Centro Italia. In quasi tutte le ripartizioni la classe di età più colpita è quella tra i 35 e i 64 anni; fa eccezione il Nord-Est in cui le persone più a rischio hanno tra i 20 e i 34 anni. Analizzando il trend della mortalità droga-correlata negli ultimi 12 anni, “si evidenzia una forte diminuzione del fenomeno nel tempo e in particolare tra gli uomini”. L’Istat punta i riflettori anche sul fenomeno dei suicidi, rilevando che in Italia si registrano “meno suicidi che in Europa, ma tra i giovani causano un decesso su 8”. Nel 2016, inoltre, circa 800mila persone di 18 anni e più hanno ricevuto trattamenti nei servizi di Dipartimenti di salute mentale (Dsm).
A volte basti pensare che la mente umana è il il pannello di controllo della persona, quindi bisognerebbe allontanare i cattivi pensieri e farsi trasportare da quelli più leggeri, ricordate che un cervello sano è fondamentale per una mente sana. Siccome i due sono strettamente connessi, è bene cominciare fornendo una panoramica della sorprendente complessità del cervello. Molti di questi fatti possono essere a voi noti, ma sono importanti promemoria di questo incredibile strumento che Dio ci ha dato. Dobbiamo pensare al cervello e alla mente umana con meraviglia, ammirazione ed ispirazione. Il cervello equivale ad un supercomputer umano. Il nostro cervello è più complicato di qualunque computer l’uomo abbia mai creato. Ottimizzare le capacità del tuo cervello è essenziale per avere il successo che desideri avere poiché esso controlla chi tu sei. E’ il pannello comandi che controlla proprio tutto ciò che fai. Il tuo cervello determina come pensi, ti senti ed agisci. Detto in parole povere, quando il tuo cervello è al massimo delle prestazioni ti permette di essere al meglio perché controlla tutto il resto.
di Antonio Gentile