LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE PASSA ATTRAVERSO IL LAVORO 

 LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE PASSA ATTRAVERSO IL LAVORO 

A cura di Claudia Herrath (Trieste) * claudia.herrath@dconline.info * cell. 339-7178400 * Segretario regionale Dip. Comunicazione Democrazia Cristiana Friuli Venezia Giulia

 LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE PASSA ATTRAVERSO IL LAVORO 

Il rapporto tra lavoro e cittadinanza, è talmente importante che lo troviamo iscritto all’inizio della Costituzione della Repubblica italiana.

Nel tempo tuttavia sono intervenute notevolissime trasformazioni negli assetti economici, politici e sociali: globalizzazione, intensificazione delle migrazioni, lo sviluppo tecnologico che sostituisce il lavoro umano, ecc.che hanno eroso il patto tra lavoro e cittadinanza.

Essere lavoratori e essere cittadini: due esperienze profondamente intrecciate tra loro.

Ce ne accorgiamo solo quando avviene un’improvvisa perdita di lavoro. Allora ci si rende conto di quanto esso influisca sul nostro ruolo sociale e familiare:essere occupati o disoccupati, impiegati con contratti di lavoro a tempo indeterminato o lavoratori atipici, o intrappolati nei lavori irregolari.

Non bastano interventi di sussidio, che rischiano di garantire solo la pura sopravvivenza, e di far dimenticare che il lavoro è anche dignità della persona.

Oggi manca la capacità di rendere effettivo il diritto al lavoro per i cittadini.

Anche quando produciamo ricchezza, siamo incapaci di redistribuirla.La ricchezza è sempre piu’ in mano a pochi, a coloro che pensano che sviluppo sia investimento dei capitali, ma non per produrre lavoro e benessere a chi non ce l’ha, ma per arricchire sempre più coloro che sono già ricchi.

Sono sparite professioni che ci avevano distinto nel mondo per la nostra “creativita’,”parola sostituita indegnamente dalla parola “automazione”, che riduce o esclude la necessità dell’intervento umano.

Tra lavoro e capitale ci deve essere complementarità, nè il capitale può stare senza lavoro, nè il lavoro senza capitale.

Soprattutto dinanzi alle imponenti trasformazioni dei nostri tempi, si deve ritenere che la principale risorsa e il fattore decisivo in mano all’uomo, si l’uomo stesso, a che l’integrale sviluppo della persona umana nel lavoro, non contraddice ma favorisce la maggiore produttività del lavoro stesso.

In sintesi, l’esclusione dalla produttività dell’essere umano, conduce ad un impoverimento sempre più importante della società, e questo peserà sempre piu’ sullo Stato che dovrà intervenire con welfare sempre più incisivi e costosi, quindi solo attivando politiche economiche che prevedano investimenti per garantire il lavoro, si avrà una maggiore probabilità di ricchezza equamente ridistribuita, che produrrà a sua volta reddito in tutte le categorie:industria, commercio, ecc. perche’ piu’ saranno gli occupati, piu’ saranno coloro che potranno usufruire dei prodotti offerti dal mercato.

Paradossalmente se non ci sono lavoratori, non ci sono consumatori. La ridistribuzione delle ricchezze è necessaria, non si crea sviluppo “sotterrando”i capitali.

Gesù condanna il comportamento del servo fannullone che sotterra il talento.

 

Claudia Herrath (Trieste) * claudia.herrath@dconline.info * 339-7178400 * Segretario regionale Dip. Comunicazione D.C. Friuli Venezia Giulia

0 0 votes
Article Rating
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Alessandro Pinto
5 anni fa

Belle parole; occorre fare proposte di sviluppo economico, pensando alla tutela del territorio, all’ammodernamento dei plessi industriali rendendoli meno inquinanti e più produttivi, etc. Ma ancor di più considerando la dignità dei lavoratori e eliminando le disuguaglianze salariali tra uomo e donna. Occorre considerare una scuola più vicina alle esigenze del mercato del lavoro, in modo che i giovani possano trovare più facilmente un impiego, consono alla loro preparazione. La meritocrazia dovrebbero essere una punto cardine del lavoro. Non da ultimo, occorre una più intensa politica contro l’evasione fiscale. Ho soltanto elencato una piccola specifica di ciò che potrebbe essere importante per dar ossigeno alla ns. economia. Elencare ciò che non funziona non è un modo risolutivo per affrontare la realtà. Occorre ben altro.
Cordialmente.
A. Pinto