LA DEMOCRAZIA CRISTIANA COMBATTE PER INSERIRE NORME DI GARANZIA DI GENERE NELLE LEGGI ELETTORALI DELLE REGIONI A TUTT’OGGI REFRATTARIE A QUESTO OBBLIGO: CALABRIA, FRIULI VENEZIA GIULIA, PUGLIA, E VALLE D’AOSTA.

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA COMBATTE PER INSERIRE NORME DI GARANZIA DI GENERE NELLE LEGGI ELETTORALI DELLE REGIONI A TUTT’OGGI REFRATTARIE A QUESTO OBBLIGO: CALABRIA, FRIULI VENEZIA GIULIA, PUGLIA, E VALLE D’AOSTA.

A cura di KATYA OMES (Milano) * katya.omes@dconline.info * Segretario nazionale del Movimento femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Critiana italiana.

<LA DEMOCRAZIA CRISTIANA COMBATTE PER INSERIRE NORME DI GARANZIA DI GENERE NELLE LEGGI ELETTORALI DELLE REGIONI A TUTT’OGGI REFRATTARIE A QUESTO OBBLIGO: CALABRIA, FRIULI VENEZIA GIULIA, PUGLIA, E VALLE D’AOSTA>

Le regioni Calabria (che andrà prossimamente al voto per il rinnovo del Consiglio regionale), Friuli Venezia Giulia, Puglia e Valle d’Aosta sono le regioni italiane che ancora oggi violano i principi costituzionali (articoli 51 e 117) e la legge n° 20/2016 (che ha modificato l’art. 4 della legge n° 165/2004), che dettano disposizioni per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale.

A riprova della pervicacia maschilista e del sessismo imperante, il 22 ottobre scorso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – composto da sole 6 donne su 49 consiglieri – ha bocciato la proposta di introdurre nella propria legge elettorale la doppia preferenza di genere, nonostante l’appello di 200 professioniste – imprenditrici, attrici, docenti, politiche, notaie, avvocatesse, sindacaliste, intellettuali e artiste della regione di cui trattasi.

Noi non ci stupiamo, conoscendo quanto è già successo in Puglia (5 donne su 50 consiglieri in Consiglio regionale) ed in Calabria (1 sola donna su 30 consiglieri) dove l’impegno pluriennale di un movimento civico e trasversale delle donne in politica, delle associazioni e delle parti sociali, non è riuscito ancora  a produrre alcun risultato.

Varie sono le associazioni, impegnate da anni in tema di democrazia paritaria e promotrici di ricorsi contro il mancato rispetto della Costituzione e delle altre leggi in materia, che richiedono quindi un intervento urgente per eliminare un “vulnus” che compromette il diritto delle donne nella piena partecipazione all’attività politica e che le leggi regionali hanno il dovere di promuovere ai sensi  dell’art. 117 della Costituzione.

Se è vero che le Regioni e le Province Autonome  godono di ampia autonomia nella elaborazione delle leggi  che regolano la elezione  della Giunta e dei Consiglieri Regionali, è vero altresì che, ai sensi dell’art. 122 Cost.  2° comma, tale autonomia va contenuta nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi della Repubblica, fra cui rientra anche la promozione, attraverso misure idonee, della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive, quale interesse essenziale del sistema costituzionale  consacrato nell’art.51 Cost., e ribadito, per quanto riguarda le Regioni dall’art. 117 Cost.

Criteri confermati con la legge n.20 del 2016  che ha modificato l’art.4 della legge n.165 del 2004 e che detta norme di carattere generale per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale non soltanto al fine di promuovere l’attuazione del dettato costituzionale ma anche per la tutela dell’unità giuridica in materia di legislazione elettorale.

Ci auguriamo, inoltre, che insieme alla doppia preferenza di genere si inserisca anche nelle leggi elettorali delle predette regioni la disposizione, presente già in altre regioni, che impone nelle campagne elettorali ai soggetti politici la presenza paritaria di candidati di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti radiotelevisive e digitali pubbliche e private, senza dimenticare i messaggi autogestiti.

E’ necessario reagire con forza a tanta insensibilità sia politica che giuridica da parte delle regioni summenzionate, impegnandosi a favorire la garanzia della parità di genere, oggi ancora così largamente ed incomprensibilmente compromessa e vilipesa.

A cura di KATYA OMES (Milano) * katya.omes@dconline.info * Segretario nazionale del Movimento femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Critiana italiana.

 

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Anonymous
4 anni fa

Sembrerà ridicolo ci vuole. Una legge per stabilire parità…. Ridicolo… Penso che ci siano uomini bravi, onesti, preparati. Così come donne in egual misura… Per fare politica… Mon è precluso a nessuno…. Ma poi realmente quante sono le donne pronte capaci a mettere la faccia a fare politica…. Non so… Qui in Calabria con onestà… È dura… Se poi dobbiamo riempire le liste… Guardiamo i 5 stelle… Persone incapaci… Non preparate…. Non è una critica…. Ma chi è brava…. È brava… Punto…. Basti pensare che a guidare il cnr….. È donna…. Poi mi dico sempre… Il mondo è… Sarà… Donna… Ma incrocio le dita… Fz