LA DEMOCRAZIA CRISTIANA SI BATTE PER OTTENERE SOCIETA’ LIBERE DALLA VIOLENZA SULLE DONNE, CONSAPEVOLI DELLA GRAVITA’ DEL FENOMENO E DELLA NECESSITA’ DI FERMARLO CON URGENZA !

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA SI BATTE PER OTTENERE SOCIETA’ LIBERE DALLA VIOLENZA SULLE DONNE, CONSAPEVOLI DELLA GRAVITA’ DEL FENOMENO E DELLA NECESSITA’ DI FERMARLO CON URGENZA !
Gabriella Fardella (Roma)

A cura di Gabriella Fardella (Roma)

gabriella.fardella@dconline.info * cell. 347-1861543 *

Segretario nazionale Vicario del Dip. per le Relazioni con il Mondo Ecclesiale e del Volontariato

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

Editorialista de<  IL POPOLO > della Democrazia Cristiana.

< LA DEMOCRAZIA CRISTIANA SI BATTE PER OTTENERE SOCIETA’ LIBERE DALLA VIOLENZA SULLE DONNE, CONSAPEVOLI DELLA GRAVITA’ DEL FENOMENO E DELLA NECESSITA’ DI FERMARLO CON URGENZA ! >

Anche la Democrazia Cristiana si sta preparando con impegno all’appuntamento di questo fine settimana allorquando (venerdì 25 novembre 2022) verrà celebrata la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

La violenza sulle donne ha forme molto diverse e che partono dalla violenza domestica tra le mura di casa per arrivare alla orribile tradizione culturale nel caso delle mutilazioni genitali femminili.

In Italia e in tutto il mondo è necessario contrastare questi esecrabili esempi di violenza e promuovere il diritto anche per le donne ad una vita senza violenza !

Almeno una volta nella vita una donna su tre – in tutto il mondo – ha subito violenza fisica o sessuale.

Si tratta di un fenomeno strutturale e purtroppo trasversale a tutti i Paesi ed a tutte le classi sociali: la violenza sulle donne è tra le violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo.

  • La violenza avviene tra le mura di casa, dove le donne dovrebbero sentirsi più sicure e protette.
  • Avviene nella società, dove gli stereotipi di genere impattano quotidianamente e negativamente sulla vita delle donne fin dall’infanzia.
  • Avviene sotto forma di tradizione culturale come nel caso delle mutilazioni genitali femminili, fenomeno che coinvolge ancora parecchi milioni di donne e bambine in tutto il mondo.

Le conseguenze possono essere diverse, sia fisiche (come lesioni permanenti) sia psicologiche (come ansia e depressione).

Nei casi più gravi, si arriva all’uccisione: fenomeno aberrante che non si riesce a contrastare dignitosamente ed efficacemente.

E’ necessario dunque prevenire e contrastare la violenza sulle donne in ogni sua forma, sia in Italia così come in tutti i Paesi del mondo.

E’ necessario chiedere alle istituzioni risposte efficaci, attraverso servizi adeguati e cambiamenti a livello legislativo, dove ancora mancano le tutele necessarie.

Per poter ottenere questo dobbiamo analizzare e monitore i servizi e le risposte istituzionali esistenti, per avanzare proposte che meglio possano rispondere ai bisogni delle donne e delle ragazze.

Dobbiamo anche proporci il cambiamento dei comportamenti delle persone e non soltanto modifiche a livello legislativo.

Dobbiamo sostenere in tutto il mondo le donne e le ragazze nella sfida contro le barriere di ordine socio-culturale che sono all’origine della violenza.

E dobbiamo identificare i cambiamenti che loro vorrebbero attuare nelle loro case, scuole e comunità.

Dobbiamo agire nelle scuole, proprio perché convinti che sia importante capire fin da piccoli che non ci devono essere differenze e discriminazioni di genere.

Vogliamo dunque lavorare per ottenere Società libere dalla violenza sulle donne, consapevoli della gravità del fenomeno e della necessità di fermarlo con urgenza.

 

***********************************************************************************************

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *

***********************************************************************************************

5 1 vote
Article Rating
2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Giordana
2 anni fa

Una soluzione può essere individuare le cause e lavorare su quelle.

Natascia Pizzutti
2 anni fa

le istituzioni dovrebbero concretamente intervenire formando il personale che, sceso in campo, entrerà in contatto con le vittime. Nel nostro Paese manca un’efficace valutazione del rischio condivisa.