La disastrosa situazione politica prodotta dalla Seconda Repubblica e l’obbligo di “resistere, resistere, resistere”!
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I partiti politici si chiamano così perché non sono altro che “parti” di un tutto, che potremmo anche definire, in termini un po’ malevoli, “una torta”.
Rappresentano una parte del tessuto sociale, ideologico ed economico di una nazione.
Ma pure contribuiscono a formarla (questa parte) ed anche a darle consistenza e immutabilità nel tempo, in seno al tessuto sociale stesso, con un curioso scambio di informazioni e sollecitazioni pro ed anche di ritorno (doppio feedback) con la propria base….
I partiti si sono sostituiti, già in epoca greco-romana, alle fazioni e alle bande armate esistenti da tempo immemore, trascinando sul piano che possiamo definire “legale” le dispute sul potere, l’economia e l’assetto sociale, sottraendole così in gran parte all’antica “legge del taglione”, al diritto alla vendetta e/o alla faida.
Il pacifico scontro fra le parti ha poi prodotto, via-via, una legislazione sempre più raffinata e condivisa, sino a giungere ai tempi moderni, dove nessuno (quasi nessuno…) si fa giustizia da sé o si affida agli scontri infiniti tra clan per dirimere questioni sulla proprietà di terreni od altro…
Se tutto continuasse a funzionare nelle modalità appena accennate, il sistema “Stato”, potremmo dire, sarebbe pressoché perfetto.
Ma il desiderio di potere, onnipresente negli esseri umani, poco a poco, ha fatto sì che i delegati del popolo (gli uomini politici che dirigono il partito), hanno cominciato non più a sentirsi i legali rappresentanti della parte che li ha eletti, ma i suoi “capi”, i “sapienti”, i “potenti” che, rovesciando un rapporto basato sulla rappresentanza delegata, li ha portati a non più servire il popolo, ma a servirsi di questo per meri obiettivi di “promozione personale”.
Vi dice nulla tutto questo ?
A me sì !
Il descritto rovesciamento di rapporti è quanto avvenuto nella cosiddetta famigerata Seconda Repubblica, arrivando così alla situazione politica attuale, in Italia, ma potremmo dire (quasi) dappertutto.
Il rovesciamento di rapporti suddetto si verifica facilmente, ma soprattutto nelle società, stanche, vecchie, senza più spinte ideali.
Società dove il popolo, disilluso, corrotto al pari dei suoi capi, si impadronisce del pensiero distorto di questi e finisce per perdere l’anelito al cambiamento, infilandosi in un mortale “cul de sac”, dal quale si rischia che nessuno più riesca ad uscire.
Soluzioni? Una sola: resistenza e rivoluzione.
Morbida, democratica, non autoritaria, anti-fascista e anti-comunista quanto vorrete, ma potente e forte da rimettere in discussione tutti i rapporti di forza in seno alla società…
A cura Dott. Roberto Sensoni (La Spezia) * Segretario provinciale della Democrazia Cristiana di La Spezia e Componente Direzione naz.le D.C.
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E’ un vecchio problema, che è presente dal 1994 in poi. A essere realisti, dall’ entrata in Europa che con gli anni, è caduta la maschera. Del programma Europeo della crescita, la Merkel e Macron sembra proprio che di fondo dell’Italia interessi molto poco .Ultimo con questo MES che non sanno piu’ che nome mettere per infilarcelo in casa a condanna fissa rateale.Con l’accessorio oltretutto di una dittatura silenziosa a loro dritta di pensiero a senso unico. Venendo da famiglia cresciuto nella storica Democrazia , la rivoluzione è sempre giustamente accantonata nel contesto .Serve dialogo e confronto diretto , ma comunque defilarsi da ideologie non democratiche e oltretutto altamente tossiche nella società in tutti i sensi per il Popolo Italiano .