LA FAMIGLIA DEL PREMIER CONTE

LA FAMIGLIA DEL PREMIER CONTE

Dicono che il presidente Conte sia molto innamorato della sua compagna, Olivia Paladino, e fin qui tutto bene ma si sa, per noi italiani la famiglia è importante anche se questo, a volte, implica dei guai o contrattempi. Succede così che qualcuno, che segue da sempre l’operato del governo e soprattutto i comma dei vari decreti licenziati, si accorge che nella cosiddetta “rottamazione ter” del 23 ottobre 2018 con prima firma di Giuseppe Conte c’è un particolare molto interessante. Ma facciamo un passo indietro, il quasi suocero del Premier Conte, il Sig. Cesare Paladino padre di Olivia (compagna del Premier, i due non sono sposati) e di Cristiana insieme al fratellastro Jhon Rolf Shadow Shawn (figlio di primo letto di Ewa Aulin) la bella attrice che il Sig. Paladino ha sposato in seconde nozze, sono proprietari di un gruppo di aziende immobiliari, fra cui una che è proprietaria dell’Hotel Plaza in via del Corso a Roma.
Non è un momento particolarmente felice per le imprese dei Paladino, tra la crisi ed altro hanno qualcosa come 50 milioni di debiti con il fisco che, dopo avergli inviato le cartelle esattoriali, ha iniziato con le ipoteche ed i pignoramenti. Grazie a gli ultimi due governi a guida PD approfittano dei decreti “rottamazione” e “rottamazione bis” per le cartelle esattoriali, ma le condizioni per aderire sono molto stringenti e i problemi rimangono quasi tutti.

Ma ecco che, ad ottobre 2018, arriva la contestatissima “rottamazione ter” del governo gialloverde presieduto da Conte a cui le imprese dei Paladino (insieme a tanti altri ovviamente) si aggrappano come l’ultimo ramo prima del dirupo. Una dopo l’altra fanno domanda l’Archimede Immobiliare, l’Agricola Monastero Santo Stefano vecchio, l’Unione esercizi alberghi di lusso e l’Immobiliare di Roma Splendido, chiedendo la rateizzazione di poco meno di 27 milioni di €. Di debiti di natura varia, alleggeriti da interessi, more e sanzioni. Prima di tutto ciò, la situazione delle imprese della famiglia Paladino, era stata descritta in modo drammatico dal sindaco e revisore unico Barbara Piconi che, tanto per fare un esempio, in calce al bilancio della “Unione esercizi alberghi di lusso” verbalizzava:
“A tal proposito si è in particolare appurata una situazione di ingenti debiti accumulati negli anni pregressi verso il fisco, Inps, Inail, e altri enti comunali. La sottoscritta esortando la loro regolarizzazione, ha ricordato all’Amministratore le connesse sanzioni penali per debiti che superano le relative soglie (Iva e ritenute), ed ha però da lui ricevuto i piani di rateizzazioni già approvati e regolarmente pagati dalla società per chiudere le pendenze in atto. Inoltre l’amministratore ha fatto presente di aver aderito alle cd. “rottamazione e rottamazione bis” del 2016 e del 2017 per alcuni tipi di debiti e che stanno approntando tutta una serie di operazioni che contribuiranno nei prossimi anni ad aumentare le entrate finanziarie per far fronte agli impegni presi con il fisco”.

A seguito delle interrogazioni e delle proteste, il Premier rispondeva di aver letto il decreto, norma dopo norma, davanti a Luigi di Maio e Salvini ed escludendo che nello stesso ci fosse anche il condono penale, attribuendone la paternità ad altri.
Ma la storia continua, nel “decreto rilancio” di pochi giorni fa fra le tante stranezze, una ci ha colpito in maniera particolare. Praticamente, fino a quel momento, se un albergatore tratteneva la cosiddetta tassa di soggiorno senza versarla al proprio comune, sarebbe finito in galera. Mentre ora, leggendo il terzo e quarto comma dell’articolo 180 del nuovo decreto rilancio, non è più reato e l’albergatore dovrà pagare solo una sanzione amministrativa. Pensandoci bene sembra un articolo fatto su misura per il Sig. Paladino, si sempre lui, gestore dell’Hotel Plaza a Roma in via del Corso, che dal 2014 al 2018 si era dimenticato di versare la tassa di soggiorno intascandosi qualcosa come 2 milioni di €. e per questo aveva patteggiato una pena di poco più di un anno, per peculato. Per i nuovi inquisitori il sospetto non è più l’anticamera della verità.