Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano.
Numerosi bisogni della società trovano oggi una risposta adeguata grazie all’impegno civile di solidarietà e al volontariato di persone, in particolare di giovani che realizzano interventi integrativi o compensativi di quelli adottati da Enti istituzionali. Al giorno d’oggi il problema del “volontariato e solidarietà” è una questione molto attuale come non lo è mai stata in passato, per due motivi di fondo.
Il primo è merito della Chiesa che lo ha sempre fatto, con l’aiuto della Caritas e di varie Associazioni Onlus, ora tutti hanno cominciato a parlare di solidarietà e volontariato, dai giornali ai politici agli insegnanti, ognuno parla di impegno civile e volontariato e solidarietà. La seconda motivazione va ricercata nei mezzi d’informazione. Difatti questi ultimi si sono evoluti sempre di più negli anni tanto da riuscire a fornire alle persone le notizie in tempo reale, tramite i portali di informazione web (ricordiamo www.ilpopolo.news) cosa impensabile qualche anno fa.
Chi è disposto a fare del volontariato sa per tempo cosa deve fare e dov’è il problema senza che questo sia filtrato o modificato dal propagarsi e informale della notizia. Quindi i giovani soprattutto quelli di ultima generazione fin da piccoli sono stati sensibilizzati al problema della solidarietà e del volontariato, proprio dall’educazione e dai valori che ci hanno trasmesso i genitori. Ma in realtà in un mondo dove tutti parlano ma pochi fanno qualcosa, quali sono le motivazioni di fondo che spingono questi giovani ad azioni di volontariato?
A mio avviso possono essere tre.
1) I giovani hanno notato che gli interventi da parte di enti istituzionali sono insufficienti precari e non sempre efficaci, e siccome, fin da piccoli, hanno sempre avuto a che fare con il problema, riescono a trovare più facilmente, soluzioni più efficaci e moderne.
2) Ogni persona tende sempre a rispecchiarsi nella personalità degli altri, o a cercare dei caratteri della propria personalità in quella degli altri. Così coloro che precedentemente sono stati in una situazione di bisogno, vedono se stessi in coloro che contemporaneamente soffrono, e il fatto di aiutarli è visto come un aiutare se stessi.
3) Alcune persone per natura sono portate a saper aiutare gli altri e perciò decidono di mettere a disposizione dei più bisognosi questa qualità. (altruismo)
Sta di fatto comunque che tutte queste motivazioni hanno un fattore comune, e cioè che chi decide di entrare a far parte di questi interventi è un volontario e in quanto tale non potendo trarre alcun profitto da questa attività, agisce per bontà d’animo e sopratutto in buona fede e spesso con il supporto di Associazioni no Profit. Difatti per bontà d’animo si intende il voler dare a chi ha più bisogno sia il proprio aiuto sia ciò che si ha in più perché mossi da compassione e spirito di fratellanza, mentre con agire in buona fede significa il voler intraprendere l’attività non a scopo utilitaristico ma al solo fine di aiutare gli altri.
La legge, ad esempio, è fondata sul principio della solidarietà, ma nessuno, se non la propria coscienza, impone di assistere personalmente gli anziani e bisognosi o di esercitare un’attività politica impegnata e continuativa. L’uomo, per sua stessa natura e per la sua percezione istintiva dell’esistenza di diritti naturali, comprende in sé anche il senso dell’eguaglianza dei simili, arricchita dalla carità, che è uno dei fondamenti della civiltà cristiana, la quale costituisce, a sua volta, tanta parte della nostra civiltà, e non solo della civiltà cosiddetta “occidentale”.
Questo patrimonio spirituale dell’uomo suscita in lui il senso della solidarietà, che è molto di più del semplice scambio di utilità, ma contempla, anzi, uno squilibrio della bilancia del dare e dell’avere ( do ut des ) a favore del prossimo, il bisogno di lottare per garantire agli altri ciò che noi abbiamo ottenuto e, quindi, una concezione della politica come dovere morale, come attività destinata a coinvolgere, ma anche a gratificare, le persone maggiormente dotate di “spirito di servizio”. È obbedendo a questi impulsi, che occorre tornare a coltivare il senso degli ideali politici, cioè della politica come ideale, come prolungamento di quel soddisfacimento “naturale” del senso della giustizia, che non si appaga di restare un arido soddisfacimento di interessi.
La D.C. ha sempre improntato la sua politica sulla famiglia, i valori e la solidarietà che da sempre sono le radici della vita. Con la nascita della Federazione Democrazia Cristiana, porteremo avanti e politiche del sociale dando priorità ai problemi che la gente da molto chiede a uno stato a volte troppo assente.
È vero, sta nascendo una nuova civiltà. Molti valori tradizionali vanno in crisi, mentre ne nascono di nuovi. Tra quelli oggi dominanti ve ne sono molti che guardano al sociale, all’impegno per gli altri, in una società in cui l’inefficienza dello Stato e, più in generale, delle istituzioni pubbliche viene considerata intollerabile. Ecco, quindi, il conflitto fra nuovi e antichi valori sociali da un lato e burocrazia e inefficienza dall’altro. A questa situazione, che spesso si traduce nella paralisi o nel fallimento di molte iniziative, cerca di porre rimedio il volontariato.
L’impegno della Federazione Democrazia Cristiana, sarà quello di raccogliere questo messaggio ( da sottoscrivere con tutti i cittadini che ci aiuteranno dandoci la loro fiducia) e portarlo al governo, all’attenzione dei vertici istituzionali, facendo in modo di cautelare le categorie di famiglie disagiate e di portatori di handicap che non si sentono più chiamate in causa.
Per noi della Federazione Democrazia Cristiana, è una scelta giusta che oggi viene trascurata o spesso dimenticata dai tanti partiti….forse perché distratti dal potere delle poltrone, da speculazioni finanziarie o forse perché no…. da interessi che arrivano dal flusso dell’immigrazione?