Primogenita dei quattro figli del leader democristiano Aldo Moro, Maria Fida Moro è la madre di Luca Moro, il nipote più volte citato nelle lettere dal carcere brigatista da Moro, che ha il cognome del nonno su sua espressa richiesta, e che all’epoca dei fatti aveva appena due anni.
Ha avuto diverse collaborazioni e militanze con vari partiti italiani. Eletta al Senato della Repubblica in Puglia alle elezioni politiche del 1987 con la Democrazia Cristiana che lascia nel 1990, passa al gruppo di Rifondazione Comunista, come indipendente, nel quale permane fino al novembre 1991.
Si sfoga e dice: «Basta inutili corone di fiori e basta a chi dice di sapere ma non parla». In vista dell’anniversario del sequestro di Aldo Moro, il 16 marzo 1978, la prima figlia del presidente della Dc Maria Fida Moro posta un duro video su youtube chiedendo che «si applichi nei suoi confronti la legge 206 del 2004 e si finisca con il business della sua morte».
«Basta con le inutili corone di fiori commemorative e tristi: in questo ennesimo 16 marzo chiedo allo Stato di dichiarare se Aldo Moro era o non era vittima del terrorismo. E se non lo fosse, allora di chi sarebbe la vittima sacrificale?». Il legale di Maria Fida, Valerio Vartolo, ha già presentato al Senato l’istanza di applicazione della legge. «È ridicolo – dice la donna – che io debba continuare a chiedere l’applicazione prevista dalla Costituzione di una legge che dovrebbe essere in favore delle vittime e non contro e che da 15 anni il Parlamento non applica. Che ognuno si assuma dunque le proprie responsabilità. Il resto è silenzio».
La figlia del presidente della Dc afferma inoltre di «averne abbastanza delle persone che mi inseguono per dirmi che hanno delle rivelazioni sul caso Moro, ma che non hanno il coraggio di parlarne e vorrebbero essere incoraggiate da me o meglio assolte. Non sono interessata alla ricostruzione storica – aggiunge – ma alla essenza della verità, che sempre ha guidato mio padre nella vita e nella morte. Sono passati 41 anni è tardi per svegliarsi, ma se qualcuno vuole farlo posti le sue scoperte sul web o si rivolga alle agenzie di stampa».
Quando agli ex brigatisti, il «rumore di fondo delle loro voci lamentose è sgradevole quanto inutile» dice Maria Fida Moro. «Se mi fossi meritata l’ergastolo espierei la mia pena senza batter ciglio. Ma come diceva Don Abbondio nei Promessi Sposi, se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare. Comunque piaccia o non piaccia i brigatisti non erano super eroi, ma comparse marginali in uno scenario evanescente tutto da ridefinire».
dal web di Antonio Gentile