Il parlamento greco ha approvato lo storico accordo sul cambio di nome della vicina Macedonia: il paese, che attualmente si chiama Fyrom (Former Yugoslav Republic of Macedonia) cambia il suo nome in Repubblica di Macedonia del Nord. L’accordo mette fine a una querelle diplomatica che contrapponeva i due Paesi da decenni.
La modifica del nome della Macedonia apre la strada a Skopje per l’ingresso nella Nato e nell’Ue. Due settimane fa, il Parlamento macedone aveva ratificato l’accordo con Atene e si attendeva il via libera dei deputati greci perché entrasse in vigore.
La Grecia ha sempre accusato la Macedonia di appropiarsi di gran parte del patrimonio culturale greco, non solo per il nome. Ad Alessandro Magno, ad esempio, è stato dedicato l’aeroporto della capitale macedone Skopjie, così come il sole di Vergina che campeggia sulla bandiera della repubblica ex iugoslava è un simbolo proveniente dalla cultura greca.
Il tutto quando la Macedonia è uno stato la cui storia è legata principalmente ai popoli slavi e non alla cultura ellenica.
La disputa sul nome è qualcosa che va oltre il patrimonio culturale. Per via di questa, infatti, la Grecia ha posto il veto nei confronti dell’ingresso della Macedonia sia nell’Unione europea che nella Nato.
Il cambio di nome della vicina Macedonia è al centro di uno scontro tra Atene e Skopje che prosegue dal 1991, anno della dissoluzione della Jugoslavia. A giugno del 2018 però i due governi hanno raggiunto un importante accordo mediato dall’Unione europea che ha stabilito che l’ex paese jugoslavo avrebbe assunto il nome di Repubblica della Macedonia del Nord. Atene era contraria all’uso del termine Macedonia, temendo rivendicazioni territoriali sulla sua omonima regione settentrionale.
In base all’accordo raggiunto nell’estete, la lingua ufficiale del paese sarà il macedone e i suoi abitanti saranno chiamati macedoni o cittadini della Repubblica della Macedonia del nord. In cambio dell’adozione del nuovo nome, la Grecia si impegna a non porre più il veto sull’adesione della Macedonia all’Ue e alla Nato.
La disputa durava da 28 anni, da quando nel 1991 la Jugoslavia si dissolse e nacquero le repubbliche indipendenti di Serbia e Vojvodina (regione autonoma), Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Croazia, Montenegro e Macedonia.
Quest’ultima confina con l’antica regione greca che porta lo stesso nome e in cui si trova la seconda città del paese, Salonicco. I governi greci che si sono succeduti negli anni hanno espresso il timore di possibili rivendicazioni territoriali da parte di Skopje.
Le preoccupazioni si sono intensificate quando l’aeroporto principale della capitale, Skopje, è stato intitolato all’antico eroe greco Alessandro Magno.
Ecco perché lo stato della Macedonia cambia nome.
Ora si chiama , come detto, Repubblica di Macedonia del Nord per evitare l’omonimia con la regione di Macedonia che si trova in Grecia. L’accordo raggiunto dopo quasi trent’anni di disputa tra Skopje e Atene.
La situazione è rimasta in sospeso per quasi trent’anni, con rivendicazioni e minacce da entrambe le parti. Al termine di un’estenuante trattativa, finalmente si è raggiunto il compromesso: Skopje sarà capitale della Repubblica di Macedonia del Nord.
di Antonio Gentile Vice Direttore de il Popolo.
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