Quattro volte campioni del Mondo, ma una sola volta sul tetto d’Europa. Il rapporto della Nazionale italiana con i campionati Europei di calcio non è altrettanto fortunato come quello con i Mondiali. Gli Azzurri hanno conseguito una sola vittoria nel 1968, in altre due occasioni sono arrivati secondi (2000, 2012) ed una volta quarti nel 1980. Complessivamente l’Italia ha raggiunto per cinque volte le semifinali degli Europei.
Dopo essere stata eliminata nelle fasi a gironi di due edizioni consecutive dei Mondiali, nel 2010 e nel 2014, l’Italia non parteciperà alla Coppa del Mondo — quella in programma questa estate in Russia — per la prima volta da 60 anni. Ad aver tenuto in piedi il prestigio della Nazionale in questi anni ci sono stati solamente gli Europei, con una finale raggiunta nel 2012 e la bella figura fatta in quelli francesi del 2016, conclusi ai quarti di finale.
Viste come sono andate le cose negli ultimi anni, si può dire che l’Italia, una delle più nazionali più importanti e vincenti nella storia del calcio, sia ormai ridimensionata a squadra di seconda fascia. Si è dovuti arrivare all’esclusione dai Mondiali – per molti versi assurda – per rimettere in discussione l’intera struttura del movimento calcistico nazionale. Il fallimento non ha però causato le immediate dimissioni dei vertici della FIGC, che sono arrivate solo dopo lunghe pressioni, e nemmeno un dibattito costruttivo al momento delle elezioni federali, concluse con un nulla di fatto dopo che i vari organi del calcio nazionale non sono riusciti a trovare un accordo su nulla. È quindi subentrato il CONI, con un commissariamento che in molti auspicavano in quanto soluzione più adatta ed efficace.
A febbraio Roberto Fabbricini, segretario generale del CONI, è stato nominato commissario straordinario della FIGC. Fabbricini ha scelto di essere assistito nel suo compito da due sub-commissari: l’ex calciatore Alessandro Costacurta, chiamato a curare l’aspetto tecnico e sportivo della FIGC, e l’avvocato Angelo Clarizia per le questioni legali e burocratiche. Fra tutti i tasselli della rifondazione, mancava però quello più visibile: l’allenatore della Nazionale, che ora c’è ed è arrivato in un momento in cui la nazionale italiana ne ha proprio bisogno, la Nazionale è pronta a ripartire e lo farà con Roberto Mancini in panchina.
L’allenatore ex Inter si è liberato dallo Zenit e ha accettato questa nuova sfida alla guida dell’Italia. Scelto quindi il nuovo Commissario tecnico, dopo la delusione per la mancata qualificazione al Mondiale con Ventura e la doppia amichevole contro Argentina e Inghilterra con Gigi Di Biagio.che chiude il contratto come Ct della squadra di calcio Zenit San Pietroburgo . Roberto Mancini vola in Italia diventando in Mister della Nazionale Italiana con un contratto di quattro milioni di euro, l’ha definita “Italia della rinascita”, la sua Nazionale. “Dopo grandi delusioni possono arrivare grandi trionfi. dice il Mister: sono fiducioso, i giocatori sapranno metterci l’orgoglio che serve. Gli elementi buoni non mancano, potranno essere anche meno rispetto al passato, ma va data fiducia e così la Nazionale potrà trovare la squadra giusta” ha detto il c.t. “Ogni nazionale ha il suo sistema caratteristico – ha proseguito Mancini – non giocheremo mai come il Brasile o la Spagna. A volte siamo stati anche più forti del Brasile, come finali mondiali. Speriamo in una ripresa con gli interessi per gli anni a venire”.
Come dicevamo, con la mancata qualificazione ai Mondiali si è definitivamente chiuso un ciclo. Buffon, De Rossi e Barzagli hanno dato l’addio alla Nazionale al termine della rimonta fallita contro la Svezia e potrebbero essere seguiti da Chiellini, che non ha ancora deciso. Dovesse confermare questa scelta, in un colpo solo l’Italia perderebbe quattro tra i giocatori con più presenze nella sua storia. Buffon, De Rossi, Chiellini e Barzagli.
Mancini dovrà sicuramente ripartire dai ragazzi di maggiore talento che si sono affacciati in Nazionale nell’ultimo anno e mezzo, ma serviranno soprattutto un ricambio consistente e una nuova mentalità ai vertici del sistema, che favorisca una programmazione chiara nel medio-lungo periodo, oltre che un CT in grado di organizzare il talento a disposizione meglio di quanto fatto da Ventura. Quel che è certo è che, nel futuro prossimo, l’Italia abbia bisogno di far indossare la maglia azzurra a qualche giocatore più futuribile. L’esigenza sembra prima di tutto quella di rifondare totalmente la difesa, ormai orfana di totem come Buffon e Barzagli. Se Bonucci ha ancora 30 anni e potrà tranquillamente arrivare ai prossimi Europei nel 2020.
L’erede del portiere della Juventus è stato fortunatamente già individuato in Donnarumma, che d’ora in avanti sarà con tutta probabilità l’estremo difensore titolare della Nazionale maggiore, mentre Romagnoli, Caldara,Rugani e Conti dovranno dare nuova linfa alla difesa azzurra. Anche a centrocampo c’è bisogno di nomi nuovi e in attesa del definitivo salto di qualità di Verratti, la crescita di giocatori come Pellegrini, Gagliardini e Locatelli sarà decisiva per costruire una mediana di alto livello, sperando anche nell’esplosione di qualche talento che gioca in squadre meno importanti, ad esempio Cristante o Barella.
Infine l’attacco, che sembrava non essere un problema per l’Italia di Ventura data la presenza di Immobile e Belotti, dovrà puntare necessariamente sulla qualità. Dato per scontato un maggior utilizzo di Insigne, giovani come Federico Chiesa e Bernardeschi potranno trovare più spazio in avanti, specialmente con un modulo diverso dal 3-5-2.
Non ci rimane che tifare di nuovo per la Nazionale Italiana, con l’auspicio che ci riporti ai vecchi fasti della vittoriosa Italia del bel calcio, quando il calcio era cosa seria e giocavano i grandi nomi come :Zoff Gentile, Scirea, Maldini.