A febbraio scenderanno in campo nazioni come l’Italia (trasferta in India), la Svizzera, la Russia, la Germania, l’Australia, la Serbia, che proveranno a raggiungere le quattro semifinaliste di quest’anno, Francia e Croazia ma anche Spagna e Usa più le due wild cards Gran Bretagna e Argentina, nella settimana successiva alle Finals 2019: un parterre di grandi nomi ma…ci saranno i top players? Discorso complesso perché se negli ultimi anni la Davis ha perso appeal nei confronti dei migliori e per varie ragioni, ci sono diversi punti di domanda riguardo la Davis che sarà, speranzosa di recuperare fascino nei confronti proprio dei più forti. E in tanti hanno già espresso la loro idea riguardo il parteciparvi o meno.
Roger Federer si è mostrato critico arrivando ad affermare che la Coppa Davis non può diventare la Coppa Piqué: semplicemente credo che la nuova competizione non rientri nella programmazione dello svizzero, più interessato alla “sua” Laver Cup piuttosto che alla Davis. In realtà Piqué, durante la presentazione della prossima edizione, non ha chiuso la porta allo svizzero, affermando di aver parlato con l’entourage di Roger e di non essere andato incontro a un rifiuto netto (accordo economico?).
Se con Federer il discorso è complicato, non è certa nemmeno la presenza del serbo Djokovic: anche in questo caso Piqué ha parlato di trattative e di un dialogo in corso, anche se ha messo in evidenza la volontà di Novak di dare la precedenza ai tornei ATP piuttosto che alla Coppa. L’unico che sembra aver dato la sua disponibilità è Rafa Nadal, sempre e qualora non ci siano infortuni di mezzo, e con lo spagnolo non si sa mai…
Quindi chi ci sarà? Murray probabilmente, Alexander Zverev insieme agli altri NextGen Coric, Tiafoe, Rublev, Khachanov, ma anche Cilic, Thiem e si spera, un recuperato del Potro, anche se molti di questi dovranno passare dalle Forche Caudine delle qualificazioni.
I NextGen canadesi, i “gemelli” Shapovalov e Aliassime, hanno contestato in coro: “Abbiamo sempre sognato di giocare un giorno la finale di Davis davanti al nostro pubblico, purtroppo ora sappiamo che non sarà possibile. E siamo tristi”. Sarebbe bello sperare in una protesta più accesa, magari in un clamoroso boicottaggio come quello di Wimbledon 1973, quando, per solidarietà con Niki Pilic (sospeso dalla sua federazione), 81 dei primi del mondo saltarono i Championships. Altri tempi, altre personalità.
C’è curiosità rispetto ciò che sarà, rispetto questo debutto della nuova manifestazione e il giudizio ovviamente non può che rimanere in sospeso, perché non si può criticare a priori: non possiamo che augurarci che i migliori ci siano, perché lo spettacolo…ne avrà un disperato bisogno.
dal web, di Antonio Gentile