A proposito dell’immagine che vedete allegata a questo articolo, Van Gogh espresse il suo pensiero riguardo a questo quadro dicendo: “Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole”.
Van Gogh ha espresso quindi in un quadro il concetto che tutti noi esprimiamo con quella tipica frase che ha sempre più – purtroppo – il suono di un cembalo scordato: “il lavoro nobilita l’uomo” laddove con il verbo nobilitare si intende l’elevazione verso quel Dio che per sei giorni creò e il settimo giorno riposò e ammirò la risultante della propria attività creativa.
Possiamo affermare che oggi siamo in piena rivoluzione industriale e che ancora non abbiamo ben capito se i sistemi di produzione stanno cambiando rispetto ai bisogni dalla società o se è il modello di sviluppo sociale che si sta plasmando in base a una ricerca spasmodica del primato competitivo dell’Europa sul panorama mondiale.
Ragioniamo in termini di “cloud”, “big data”, “competence center”, “machine learning” senza poter capire effettivamente di cosa stiamo parlando e senza capire nemmeno se prima di attuare questa grande macchina dell’intelligenza produttiva abbiamo potuto fare una seria analisi delle conseguenze a cui andiamo incontro.
E’ questo non sapere che butta le persone nello sconforto, alimentato peraltro dalla triste realtà per cui molte persone restano disoccupate.
Ed è vero purtroppo che molte persone resteranno disoccupate e subiranno i cambiamenti se non ci sarà una adeguata formazione in grado di re-integrare il personale nel mondo del lavoro con diverse mansioni.
Del resto , se figure di primo piano come Bill Gates ed Elon Musk, hanno lanciato un avvertimento al mondo affinché si pensino forme di reddito alternativo (come il reddito universale di cittadinanza), non possiamo pensare che si tratti solo di uno scherzo.
Lo stesso Calenda nei mesi scorsi, proprio mentre parlava di “Impresa4.0” ha sostenuto che così come la globalizzazione ha mandato in crisi una buona fetta di imprenditoria italiana, anche questo nuovo paradigma produttivo potrebbe mietere vittime, tantissime vittime, tra i lavoratori se guidato senza attenzione.
Un recente importante studio della consulting Accenture ci dice che : “L’IA agirebbe in tre importanti canali: automazione intelligente; ottimizzazione di capitale e lavoro con maggiori spazi di creatività per i lavoratori; stimolo e diffusione dell’innovazione. Il risultato dell’applicazione di queste tecnologie porterebbe un aumento della produttività del lavoro fino al 40% consentendo alle persone di fare un uso più efficiente del proprio tempo” .
Tuttavia non si capisce dove verrebbero sistemate le persone finalmente padrone del proprio tempo.
Una parte di lavoratori può certamente essere riconvertita, ma altre?
Ecco, un argomento di cui a mio avviso la Democrazia Cristiana dovrebbe occuparsi con grande impegno, forte dei pilastri su cui essa basa la sua azione politica: la sovranità popolare, l’ispirazione della dottrina sociale della Chiesa (nella sua parte dedicata alla teologia del lavoro) ed infine la Costituzione della Repubblica italiana.