A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno)
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Vice-Segretario Dip. Comunicazione e Sviluppo della Democrazia Cristiana
Coordinatore della Redazione giornalistica de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< LA SOLIDARIETA’ DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ESPRESSA AI PASTORI SARDI IMPEGNATI NELLA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA ! >
Dopo oltre tre anni dalla lotta dei pastori sardi con ettolitri di latte versato sulle strade sarde, posti di blocco e denunce penali per ottenere il riconoscimento di un prezzo equo del latte, ora i pastori sardi hanno abbandonato ovili e stalle per un intero giorno, per radunarsi davanti al palazzo del Consiglio regionale, sito in via Roma, a Cagliari, con una sola pressante richiesta: quella di non essere abbandonati e lasciati morire di stenti, perché dichiarano di essere ormai allo stremo a causa dei notevoli aumenti dei costi di carburante, elettricità e mangimi !
Infatti i margini di guadagno della produzione, nonostante un prezzo che si mantiene su buoni livelli (circa 1,40 euro/litro), vengono azzerati dai pesanti rincari dovuti alla speculazione sui diversi livelli della produzione: dal costo delle materie prime a quello dell’energia.
Inoltre gli aiuti al settore agro-pastorale, con la nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, sono esclusi per il comparto ovicaprino.
La rabbia è tanta e la tensione ancora più alta: ormai è questione di sopravvivenza !
I pastori denunciano – con i loro portavoce – che i fondi europei, circa 110 milioni di euro, sono spariti e sono stati tagliati dalla Regione Sardegna.
Tali contributi avrebbero permesso loro, almeno per i prossimi cinque anni, di fronteggiare gli altissimi aumenti dei mangimi, dei concimi e delle bollette di luce e acqua. Erano fondi essenziali senza i quali, non si possono affrontare i costi per una nuova stagione di mungitura.
Il latte sardo rischia quindi di scomparire, o quasi, tra pochi mesi e con esso i prodotti che hanno fatto conoscere la Sardegna nel mondo come ad esempio il famoso “pecorino romano”.
I pastori sono pronti a bloccare tutte le attività non per protesta, ma per impossibilità a sostenere i costi di produzione: un quintale di concime, denunciano, è passato da 40 a 140 euro e il mangime da 20 a 50 euro.
Le rivendicazioni investono in primis la politica agricola comune, da cui l’ovicaprino è totalmente escluso, con perdite intorno ai 36-40 euro a capo.
La pastorizia con tutti questi insostenibili rincari rischia purtroppo di imboccare una strada senza ritorno.
La Democrazia Cristiana Nazionale e della Sardegna, in persona del Segretario Politico nazionale dott. Angelo Sandri e del Segretario Politico regionale (con poteri commissariali) della Sardegna avv. Gianfrancesco Piscitelli, si schierano al fianco dei pastori sardi facendo proprie le loro giuste richieste e rivendicazioni, dichiarandosi solidali ed al loro fianco in questa lotta di sopravvivenza.
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Ottima iniziativa per portare all’attenzione di tutti del grave problema dei pastori sardi