Solo all’inizio c’è un po’ di fastidio: non si tocca Freddie Mercury! Ma poi ci si abitua alla faccia di Rami Malek e, anche grazie alla musica dei Queen, quasi ci si dimentica che stiamo assistendo a un film. ‘Bohemian Rhapsody’ di Bryan Jay Singer, in sala dal 29 novembre 2018 con la 20th Century Fox Italia, (articolo de il Popolo già il 6 Agosto in anteprima nazionale).
Il film di Bryan Singer che vede Rami Malek (Mr Robot) interpretare il cantante, ha incassato in tre giorni 50 milioni di dollari. Le polemiche di cui sopra riguardano l’orientamento sessuale del frontman dei Queen, o meglio, la quasi mancanza dell’argomento nel film.
Mercury era bisessuale e morì di Aids nel 1991, a 45 anni ma, mentre nel film si parla molto della sua fidanzata Mary Austin (interpretata da Lucy Boynton), che Mercury/Malek definisce l’amore della sua vita, solo si accenna alla lunga relazione del cantante con Jim Hutton (Aaron McCusker) e vengono completamente ignorate altre importanti relazioni, comprese quelle con il ristoratore Winfried Kirchberger e con l’attrice tedesca Barbara Valentin. Secondo i critici insomma, quella scandalosa parte della vita del cantante è stata trascurata per rendere il film più appetibile ad un pubblico generalista. Se questa è stata la ragione, il trucco ha funzionato. Rami Malek, che l’anno scorso ha ricevuto un Emmy per la sua interpretazione del pirata informatico Elliot in Mr Robot, è al settimo cielo e già pensa all’Oscar: «Certo, lo considererei un grande onore».
Risponde alle critiche con una spiegazione: «Noi abbiamo limitato il nostro ritratto a un preciso periodo temporale. Il film finisce con il concerto Live Aid del 1985 e la relazione di Mercury con Hutton inizia poco dopo e si conclude solo con la morte del cantante. Se invece di un film avessimo fatto una mini-serie tv avremmo senz’altro esplorato anche il resto della vita di Mercury e inserito anche quella relazione nel nostro racconto».
Per lui la parte più difficile del lavoro non è stata la rappresentazione dell’orientamento sessuale di Mercury ma, piuttosto, la riproduzione della voce, inconfondibile e maestosa, del cantante inglese. Malek, naturalmente, non ha la sua estensione vocale e la produzione ha rimediato miscelando la sua con la voce di Mercury.
«Eppure mi sono allenato, ho cantato a squarciagola per sei mesi e vi posso assicurare che, per chi non è un cantante professionista, è faticosissimo confessa l’attore ho preso anche lezioni di canto, perché ogni giorno era un’incognita, non sapevo se la mia voce sarebbe stata usata. I tecnici dell’audio hanno fatto un lavoro davvero incredibile, ma posso assicurare il pubblico di una cosa: nella maggior parte dei casi si tratta della pura voce di Freddie. In fondo al pubblico non importa davvero niente di sentire Rami Malek cantare. La nostra intenzione con questo film era di fare in modo che il pubblico conosca e capisca l’uomo dietro al personaggio pubblico».
C’è stato anche modo di divertirsi sul set, soprattutto quando si è trattato di scegliere i costumi di scena. «Abbiamo fatto oltre 50 ore di prove: tutti quei colori, quelle forme, quel latex, scegliere non è stato facile».
Rimaneva un particolare importante da mettere a posto: le originalissime movenze di Freddie Mercury. «Molti coreografi sono venuti sul set ma ben presto mi sono reso conto che non avevo bisogno di loro ma di un allenatore di movimento: erano i movimenti di Freddie che dovevo imparare, non una danza. Ho studiato ogni suo passo, ogni roteazione del microfono sul palco, persino quel suo modo di succhiarsi le guance. Solo allora mi sono sentito lui».