A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)
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Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento “Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana
Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana
Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.
L’alleanza atlantica resta uno dei capisaldi della politica estera italiana !
Che dire, tante considerazioni. Una domanda potrebbe essere: su quale argomento?
Sicuramente l’avvenimento politico-istituzionale più importante della settimana appena trascorsa: la vista della Premier Italiana, Giorgia Meloni, alla Casa Bianca. Qualcuno con una sana punta polemica potrebbe eccepire: e la vicenda grano ucraino?? , tan
Allora andiamo per gradi.
In primis, a proposito della visita della Premier Giorgia Meloni alla Casa Bianca, il fattore di novità incontrovertibile è che è stato un Primo Ministro donna ad essere invitata e accolta calorosamente alla Casa Bianca: location che nolente o volente, nonostante i nuovi scacchieri di geopolitica internazionale che si formano e si disfano, è ancora oggi il cuore della politica estera mondiale.
Altra considerazione: non possiamo non rilevare, del resto è un dato storico acclarato, che la scelta atlantica compiuta dai padri fondatori dell’Italia Repubblicana e della Democrazia Cristiana, oltre ad essere stata giusta e lungimirante, oggi è più che attuale che mai.
La Premier Meloni ben consapevole di tutto ciò ha confermato la posizione dell’Italia convintamente atlantista sia all’interno dell’Europa per il sostegno all’Ucraina, per l’aver riproposto il Piano Mattei, aggiornato all’interno dell’attuale scacchiere geopolitico internazionale con riferimento ai rapporti con il continente Africa che sarà la chiave di volta dei futuri – poi , a pensarci bene, non tanto futuri, ma piuttosto immediati – nuovi assetti geopolitici mondiali.
Tutti stanno correndo in Africa: addirittura la Russia sta usando l’arma del grano gratis.
Tutto ciò non a caso.
Ma restiamo ancora in America. Altro elemento da considerare è che altri leader di destra come Orban, Bolsonaro ed altri, non hanno ancora avuto accesso al tavolo ovale: Meloni si.
Credo tutto risieda in una fondamentale ragione storica: tutto merito della la Democrazia Cristiana, grazie ai suoi migliori uomini di governo, ai suoi statisti, tra cui Giulio Andreotti, punta di diamante della politica estera e della diplomazia italiana, apprezzatissimo dalle Amministrazioni americane che si sono succedute alla guida della Casa Bianca dal dopo guerra in poi, ha costruito un rapporto privilegiato con gli USA iniziato con la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista, rafforzato con il piano Marshal,
Quando Alcide De Gasperi fu accolto trionfalmente nella Capitale USA , Whoshington, per ricevere l’assegno degli aiuti americani all’Italia, per la ricostruzione e rinascita italiana post bellica, direttamente dalle mani del generale Marshall che diede il nome al Piano Marshall.
Rapporto di amicizia, meglio , patto di amicizia consolidato di anno in anno a prescindere dal colore delle rispettive amministrazioni che si sono avvicendati nei rispettivi governi.
Prova di tutto questo l’altro cordialissimo incontro, seguito a quello con il Presidente Biden, con il centenario e lucidissimo ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger ancora oggi uno dei maggiori protagonisti della politica estera mondiale.
Antesignano del dialogo con la Cina quale forza politic0- economica, nonostante tutto comunque emergente.
Perché comunque? La sua forza sono i giacimenti delle materie prime non economicamente in senso stretto tanto che a riguardo più di qualcuno parla di gigante dai piedi d’argilla.
Dal confronto Meloni – Biden è emersa sicuramente la conferma degli storici legami USA -ITALIA, che vanno sempre più consolidati a partire dalle scelte condivise a sostegno dell’Ucraina nel tremendo conflitto in atto.
Ma è altresì filtrato in modo elegante e chiaro da parte dell’Amministrazione americana, l’invito all’Italia di sfilarsi in modo diplomatico e intelligente dall’accordo noto con la denominazione “Via della seta” voluto e sostenuto dal Governo Conte che allontanerebbe l’Italia dalla giusta e lungimirante posizione atlantica causandone un posizionamento alquanto ibrido.
Un tanto sia in relazione sia all’alleanza europea, sia al Patto Atlantico che ha garantito e garantisce democrazia, libertà, progresso economico-sociale.
Da ultimo: la Russia tenta di uscire dall’isolamento occidentale spostando l’asse di interesse verso l’Africa ma anche in questo contesto dovrà fare i conti con il resto del modo e sicuramente qualche cicco di gratis non costituisce alcuna “conditio sine qua non” per un suo recupero di credibilità sulla scena mondiale.
Tutto ciò però n avrà un senso se anche il continente Africa coglierà l’occasione del grano gratis per chiedere la pace alla Russia , dunque, la fine del conflitto ucraino a garanzia di sviluppo e di ferma garanzia per una pace duratura e concreta a beneficio di tutto il mondo.
Anche Papa Francesco all’Angelus di domenica 3o luglio ha rivolto una accorato appello perché il grano non sia un’arma di guerra ma di pace e di sostentamento per il mondo.
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