A cura di Comm Rodolfo Concordia * tel 335-7709516 *
Email: rodolfo.concordia@dconline.info * tel 335-7709516 *
Coordinatore della Segreteria Politica Nazionale *
Segretario Politico Regionale della Dc del Lazio *
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< L’aspirazione di un Popolo in attesa >.
La povertà morale ed il bisogno di riaffermare a tutti i costi un pseudo ruolo, spesso inconcludente nel circuito di impegno, porta l’essere umano ad imboccare una strada foriera della distruzione di se stessi e dei Valori in cui dichiara di credere.
Io sono convinto che quando si perviene a constatare l’inutilità a svolgere il compito assegnato, si deriva da se stessi e si esalta nella presunzione di andare ad indicare ad altri, la via maestra del bene, suggerendo ipotesi di soluzione che non si è riusciti a realizzare nella propria ” dimora”.
L’essere umano che incanala la propria esperienza in questa direzione, pur nella debolezza insita nella specie, riverbera limiti di miseria che sono nocivi a se stesso ed alla comunità in cui vive. Però, pur nel dolore che proviamo, dobbiamo essere noi stessi e riversare luce nel contesto che ci è prossimo, evitando di seguirlo in una strada che conduce all’esasperazione e dal compiere azioni disarmoniche che
nuocciono alla credibilità personale ed in disaccordo con i Valori che vogliamo testimoniare.
Ma tale atteggiamento non può essere frainteso come una rinuncia ai diritti ed alle regole che disciplinano l’appartenenza e che sono dei capisaldi che regolano i rapporti di qualunque associazione che resta credibile quando è governata da esse.
Pertanto consiglio agli “amici” che inducono in tentazione a soprassedere, ad alzare lo sguardo verso il Cielo ed a compiere una profonda riflessione con la propria coscienza intorbidita dall’esigenza di un Io che travalica il buongusto e ne mina il rispetto.
E in un tempo della vita politica che è caratterizzato dall’incertezza dell’appartenenza e della non rappresentatività di una classe partitica avulsa dal contesto reale dei bisogni e delle aspettative di un popolo in sofferenza, è giunto io credo, il momento che i cattolici devono rispolverare le ragioni che guidano il proprio impegno sociale e politico.
I problemi della Nazione prevalicano dalla miseria di se stessi e ci devono indurre ad operare nel concreto ed in modo incisivo, ad offrire il nostro contributo a risolverli. E’ in gioco la credibilità del Paese ed il futuro delle nuove generazioni e noi Cattolici e soprattutto i Democratici Cristiani impegnati nell’alone politico, hanno il dovere ed il diritto di un impegno serio in linea con la nostra Storia nel Paese.
A fronte di ciò, dobbiamo io credo, perseverare nell’obiettivo di una Riunificazione, da sempre affermata e mai realizzata. Troppi sono stati i motivi che l’hanno contrastata ed i personalismi hanno prevalso su un obiettivo che può e deve incarnarsi sui bisogni della Nazione e poi di pensare alle giuste aspettative personali. E’ intollerante poi, assistere, a prese di posizione, assurde e vuote di prospettiva, che
delineerebbero una supposta fine dell’esperienza storica della Democrazia Cristiana.
Come se i Valori che rappresentiamo possano aver esaurito la funzione ed il ruolo che abbiamo nel passato svolto e che hanno donato una crescita culturale, sociale, civile ed economica al nostro Paese, fiore all’occhiello della Democrazia Cristiana che nessuno può negare.
Nel tempo in cui, invece, anche a causa della pandemia, siamo impegnati a ricercare i termini di una nuova fase espansiva che deve riportare l’essere umano ad essere il centro propulsore di una Nuova Era con caratteristiche e scelte politiche indirizzate a questo obiettivo.
Su questo, si erge, alta e possente la voce del nostro amato Papa Francesco che ci invita ad impegnarci come Cattolici, a prefigurare un nuovo ordine sociale e civile, di una Economia e di uno sviluppo al servizio dell’uomo e della sua realizzazione e non tendente solo al profitto.
E lo sviluppo economico non può e nè deve, io credo, basarsi esclusivamente sulla ricchezza personale, ma soprattutto deve venir incontro, ai bisogni ed alle aspettative di un popolo che soffre e chiede maggiore giustizia sociale. Se riflettiamo, io credo, sulle beatitudini e soprattutto sulla prima “Beati i poveri” e sull’ultima “Beati i perseguitati”, ci inducono a rompere gli indugi ed ha realizzare una Unità Democristiana che deve dare risposte coerenti alla fame di giustizia sociale e di equità.
Anche le parole del Vangelo di oggi, ci impongono tale prospettiva e ci richiamano al dovere di rispondere ai bisogni del fratello perchè così facendo, operiamo in afflatto con Nostro Signore che considererà come rivolte a Lui, le nostre attenzioni verso gli esclusi ed ai margini dello sviluppo e della crescita.
E’ su questo che esprimo un profondo dissenso verso un operato del Governo che continua a perseguire nella politica di investimenti a pioggia, invece di indirizzarli verso un obiettivo di Società e nel rafforzamento di una democrazia compiuta, che deve essere prioritaria rispetto a tutto.
Pur condividendo la logica degli aiuti a coloro che più di altri, pagano le misure atte a fermare questo mostro inumano e spregevole che cerca di annicchilere il domani.
Ma un Governo serio, io credo,deve adottare una strategia verso una prospettiva dei bisogni, con interventi mirati ai veri obiettivi di sviluppo che incarnano una vera realizzazione umana che non vedo presente in essi. Mi auguro e spero, che si esca da questa indeterminatezza e si avvii una politica di investimenti pubblici mirati, selezionati e riferiti all’esigenza di uno sviluppo della base produttiva, che ha come corollario, l’uomo ed il lavoro come strumento di perseguimento della sua dignità.
Cari amici, questi traguardi non possono prescindere da ricreare una forte Democrazia Cristiana, che recupera il suo ruolo e si impegni su questo versante. E’ inaccettabile non perseguire un obiettivo di Riunificazione, senza il quale non sarà possibile rispondere alle esigenze del mondo produttivo e di una crescita finalizzata a creare un Paese più giusto e solidale. Siamo noi che possiamo e dobbiamo contribuire a questo traguardo con i Valori che rappresentiamo e con la Speranza nell’uomo che solo la Fede e non l’egoismo personale, può determinare la svolta verso un Paese migliore e più giusto.
Il Nuovo Domani è insito nell’afflatto dei Valori che incarniamo che dettano un trend univoco e definito. Andiamo pertanto decisi verso una Unità,una Assemblea Costituente, un unico tesseramento ed un Congresso, che delinei il nostro Ruolo e la nostra missione che deve esulare dalle aspettative personali.
Ed è su questo versante, come Aldo Moro affermava, che i Cattolici devono recuperare l’Unità e farsi portatori di una Proposta Programmatica che interpreti le esigenze ed i bisogni di un Paese in affanno e
derubato della Speranza del Domani.
Sta a noi, insieme, trasformare l’aspettativa in realtà e recitare quel ruolo guida che la Storia del Paese,
assegna alla Democrazia Cristiana. Sottrarci a questo compito significherebbe condannare il Paese all’estremismo ed all’incerteza del futuro.
A cura di Comm Rodolfo Concordia * Email: rodolfo.concordia@dconline.info * tel 335-7709516 * Coordinatore della Segreteria Politica Nazionale * Segretario Politico Regionale della Dc del Lazio * Via Giovanni Giolitti, 335 – 00185 Roma * Via Ostia, 28-00195 Roma