L’astensionismo: il primo partito d’Italia !
L’analisi del voto alle regionali, con un’affluenza al 52% in Umbria (Vs 64% del 2019) ed Emilia Romagna (46% vs 67% del 2019), offre spunti interessanti sullo stato attuale della partecipazione elettorale e sul panorama politico Italiano.
Un’affluenza del tutto sintomatica e molto bassa conferma che l’astensionismo e’ il “primo partito”.
Sottolinea una perdita di fiducia nel sistema politico, una disillusione rispetto ai partiti tradizionali, una mancanza di interesse per le proposte elettorali.
Molti cittadini infatti percepiscono una crescente distanza tra le istituzioni e le loro esigenze quotidiane.
La diffusione di scandali politici e la mancanza di fiducia disicantano e spazzano via le belle parole e proposte durante la campagna elettorale, scaturendo il fenomeno del “Lack of awareness and information” ovvero lo scarso interesse per la politica accompagnato da una mancanza di informazioni sui temi elettorali e sulle proposte dei candidati, che porta gli elettori a ritenere le elezioni poco rilevanti, la percezione dell’inefficienza.
Alcuni elettori ritengono che, indipendentemente da chi vinca, non ci saranno reali cambiamenti o miglioramenti nelle politiche locali o regionali, e quindi non vedono il senso di votare.
Quando una larga parte dell’elettorato sceglie di non andare a votare, si rischia di avere rappresentanze politiche che non riflettono il volere della maggioranza della popolazione, anzi si percepisce con mano l’enorme distanza con la realtà.
L’abbandono delle urne da parte del 50% degli aventi diritto al voto è indicativo di una disconnessione tra i cittadini e i loro rappresentanti.
I motivi sono molteplici: dall’insoddisfazione verso le politiche locali, alla percezione che il voto non porterà cambiamenti significativi, alle continue e disattese promesse delle campagne elettorali.
Il risultato di una sconfitta della destra in un contesto di astensionismo elevato pone interrogativi sia sulle strategie dei partiti di destra, sia sulla loro capacità di mobilitare elettori. Questo suggerisce che, malgrado la perdita, vi sia una dinamica di voto di protesta che non necessariamente premia la sinistra, ma piuttosto riflette il desiderio degli elettori di esprimere il loro malcontento.
L’analisi del contesto elettorale mostra un forte rischio legato all’astensionismo, il quale compromette la legittimità dei risultati.
È fondamentale che i partiti politici, riflettano su queste dinamiche e cerchino di coinvolgere nuovamente i cittadini nel processo democratico.
Promuovere un dialogo attivo, rinnovare le proposte politiche e affrontare le reali esigenze della popolazione, coinvolgimento dei giovani: le nuove generazioni sono spesso le più lontane dalla politica.
Attività di coinvolgimento e di ascolto nei loro ambienti, rendere più semplici e accessibili le modalità di voto, ad esempio attraverso il voto elettronico o il potenziamento del voto per corrispondenza, e ancora passare al sistema proporzionale dando cosi’ spazio anche a quei partiti che seppure di minoranza, rappresentano elettori e italiani, cancellare l’attuale sistema che definirei “obbrobrioso” che tutela e cancella il diritto alla vera “democrazia”.
Questi sono solamente alcuni punti su cui punta la nostra DC per invertire questa tendenza all’astensione e garantire un sistema politico più rappresentativo e responsabile.
Biagio Passaro