ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE ANCHE PER LA ATTUALE SITUAZIONE POLITICA ITALIANA.
di SALVATORE PETRONE
La letteratura americana acquistò coscienza della propria autonomia e della propria autosufficienza molto dopo che sul piano politico si era creato uno Stato che di giorno in giorno rivelava la sua potenza e capacità di affermazione.
Molti degli scrittori espressi dagli Stati Uniti si formarono in Inghilterra e guardarono ai lettori inglesi come ai veri destinatari delle loro opere.
Già nel primo Ottocento l’America può vantare alcune opere di scrittori di eccezionale potenza espressiva: si pensi ai romanzi di Nathaniel Hawthorne, a quelli di Melville e ai racconti di Poe, da cui veniva fuori un’America avventurosa, terribile, intollerante, tetra.
Dopo la guerra civile l’americano tende allo sviluppo tecnologico, all’espansione commerciale, alle cose: di questa mentalità lo scrittore più rappresentativo è Mark Twain, alla cui scuola si formarono altri scrittori (Jack London, Stephen Crane, Upton Sinclair, Theodore Dreiser) che osservarono e denunciarono condizioni umane e sociali insostenibili e delicate: compaiono uomini forti e duri, accanto e sotto i quali c’è tutta un’umanità di deboli, di incerti, di sfruttati.
Fu tra le due guerre mondiali il periodo d’oro della letteratura americana, quasi tutta fondata sulla narrativa: accanto alla vitalità avventurosa la letteratura scopre il tema degli umili e degli emarginati, i contrasti tra bianchi e neri, la forza di contaminazione del denaro, la dissipazione delle classi ricche, la bontà degli emarginati e dei vagabondi, temi tutti ricorrenti e caratterizzanti l’odierna società civile. Un segno profondo lasciò nella letteratura la depressione economica degli anni Trenta, con la scoperta della miseria, della disoccupazione, delle contraddizioni della società, della violenza.
Dopo la seconda guerra mondiale ed in particolare dopo il fallimento nel Vietnam, la letteratura è diventata di protesta e di rabbia: talvolta lo scrittore esprime il senso di una profonda delusione, ma da romanzieri (Mailer e Kerouac) e da poeti (Ferlinghetti e Ginsberg) insorge l’affermazione che l’America ha dentro di sé una forza vitale immensa.
Un monito anche per la attuale situazione politica italiana.
Dobbiamo favorire la democrazia e la partecipazione, consci che la sovranità appartiene al popolo come recita la nostra Costituzione repubblicana, concetto basilare su cui si fonda la nostra Repubblica.
Dobbiamo quindi superare questa situazione in cui partiti troppo furbi cercano di imporre il proprio pensiero precostituito senza rendere conto al popolo sovrano, unico vero arbitro del futuro del nostro Paese.
La scelta dunque spetta al popolo, senza giochetti di potere o furbizie varie. Il popolo deve essere messo in grado di poter scegliere liberamente e democraticamente il proprio destino !
SALVATORE PETRONE – CAMPOBASSO