LE DUE CITTA’ DI SANT’AGOSTINO

LE DUE CITTA’ DI SANT’AGOSTINO

di SALVATORE PETRONE

Nell’opera “De civitate Dei” (La città di Dio) Sant’Agostino parte dalla concezione della storia come espressione dell’ordine divino.

L’impero di Roma sottostà alle leggi di tutti i grandi domini dell’umanità; ma nella storia si legge un ordine stabilito da Dio attraverso gli eventi.

Si giunge così ad un’idea nuova e feconda: il concetto di provvidenza divina è collegato non più all’ordine della natura, ma all’ordine della storia umana.

Il secondo aspetto presente nell’opera “De civitate Dei” è la suddivisione dell’umanità in due grandi “città”, quella di Dio e quella terrena, mescolate e confuse nel mondo presente, ma destinate a separarsi alla fine dei tempi.

La comunità cristiana ha il suo destino finale, ma anche la sua missione terrena. La teoria di Agostino è ancora su basi difensive più che espansive. Agostino è erede di teorie politiche classiche, come quella della giustizia, cardine dello stato, o come quella romana della “guerra giusta”. La sua città di Dio ha armi puramente spirituali.

Con il “De civitate Dei” abbiamo la prima espressione sistematica di una filosofia della storia cristiana.

Nel piano generale tracciato da Agostino vi è un inizio caratterizzato dalla caduta e dalla colpa, un momento culminante che è la redenzione, una conclusione futura verso cui il corso storico è in movimento.

Ad Agostino, dunque, va attribuito il merito di aver esercitato grande influenza sulla concezione della storia universale fino all’età moderna. Il pensiero pagano non aveva conosciuto una vera e propria filosofia della storia. È, questa, un’attestazione della raggiunta maturità del pensiero cristiano.

SALVATORE PETRONE – CAMPOBASSO