Il nuovo partito avrebbe dovuto raccogliere l’eredità del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, operando in una situazione completamente nuova per l’Italia. Si tratta quindi di aggregare i vecchi popolari con nuove generazioni provenienti essenzialmente dalle organizzazioni cattoliche, e formatesi durante il periodo del regime fascista.
A Milano, la Democrazia Cristiana viene fondata in clandestinità nell’ottobre 1942 nell’abitazione dell’industriale Enrico Falck, a cui concorsero Alcide De Gasperi, Piero Malvestiti, Achille Grandi, Stefano Jacini, Giovanni Gronchi.
Intorno ad essi si aggregheranno nel corso dei mesi successivi alcuni professori dell’Università Cattolica guidata da padre Agostino Gemelli, tra cui Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira.
Nel luglio 1943, con l’invasione della Sicilia da parte degli Alleati Americani, si costituisce a Milano il Comitato delle opposizioni, promosso dai vari partiti italiani, tra cui la D.C. rappresentata da Giovanni Gronchi. Ma soprattutto, il 25 luglio 1943 Mussolini viene messo in minoranza nel Gran Consiglio del fascismo, si dimette, e viene costituito il primo governo del maresciallo Badoglio formato da militari e tecnici.
L’8 settembre 1943 il re Vittorio Emanuele III ed il capo del governo Pietro Badoglio scappano da Roma verso Pescara, e quindi a Brindisi, ove si insedia il governo.
Nel frattempo si costituisce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), a cui partecipa Alcide De Gasperi in rappresentanza della DC; nel gennaio 1944, su delega del Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CCLN), viene costituito a Milano il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con la funzione di guida politica e militare della resistenza nel Nord Italia.
La Democrazia Cristiana si organizza nell’Italia liberata, e tiene tra il dicembre 1943 e l’aprile 1944 tre Congressi: a Caltanissetta (16 dicembre 1943), a Bari (dal 27 al 29 gennaio 1944), ed a Napoli (dal 16 al 18 aprile 1944).
La guida politica della DC, dal 1943, è affidata ad Alcide De Gasperi nella sua qualità di Presidente della Commissione Direttiva Centrale. Viene coadiuvato da Giuseppe Spataro, in qualità di Segretario della stessa Commissione.
L’azione politica del CLN è tesa a far cedere le prerogative del re ad un suo luogotenente, ed a costituire un nuovo governo che sia diretta espressione dei partiti del CLN.
Il maresciallo Badoglio, che dal febbraio 1944 con parte del governo si insedia a Salerno, si dimette il 17 aprile 1944 e cinque giorni dopo costituisce il suo secondo governo, sempre a Salerno, con i sei partiti del CLN. Per la Democrazia Cristiana entrano nel governo quattro rappresentanti, tra cui Salvatore Aldisio in qualità di Ministro dell’Interno.
Dopo due mesi anche l’esperienza del II governo Badoglio si esaurisce, dopo la liberazione di Roma e con la necessità politica di esprimere la guida del governo direttamente da parte delle formazioni del CLN. Nasce così l’11 giugno 1944 il primo governo guidato da Ivanoe Bonomi, nel quale entrano sei rappresentanti della DC, tra cui lo stesso Alcide De Gasperi come Ministro senza portafoglio, Umberto Tupini alla Giustizia e Giovanni Gronchi all’Industria.
Il mese successivo, dal 20 al 30 giugno 1944, si svolge a Napoli il IV Congresso della DC dell’Italia liberata, che procede all’elezione del Consiglio Nazionale del partito. Il 31 luglio 1944, lo stesso Consiglio Nazionale elegge Alcide De Gasperi Segretario politico della DC. Sempre il 31 luglio viene nominato Vice Segretario politico della DC Mario Scelba. Le polemiche all’interno della compagine governativa, soprattutto tra cattolici e “laicisti”, portano alle dimissioni del governo Bonomi, ed alla nascita di un nuovo governo sempre guidato da Bonomi, imperniato su DC, PCI e PLI. La Democrazia Cristiana rafforza ulteriormente il suo ruolo politico, con Giulio Rodinò Vice Presidente del Consiglio, e Alcide De Gasperi Ministro degli Affari Esteri.
Nell’aprile 1945 il governo Bonomi decide la convocazione di una Consulta nazionale. La liberazione di Milano, il 25 aprile 1945, pone nuove questioni politiche, con la necessità di integrare il Nord appena liberato dagli Alleati e dalla Resistenza con il resto dell’Italia.
La DC chiede la nascita di un nuovo governo, con il ritorno dei due partiti “laicisti” PSIUP e Partito d’Azione.
Il 21 giugno 1945 si insedia il nuovo governo guidato da Ferruccio Parri, costituito nuovamente da tutte le forze politiche del CLN, e con De Gasperi che continua a ricoprire il ruolo strategico di Ministro degli Affari Esteri. Mario Scelba, entrato come Ministro del governo Parri, viene sostituito come Vice Segretario politico della DC da Attilio Piccioni.
La situazione dell’Italia è particolarmente difficile, sul piano internazionale (i rapporti con le potenze vincitrici) e sul piano interno (rovine della guerra, situazione economica, ordine pubblico).
In questo quadro, il 25 settembre 1945 si riunisce per la prima volta la Consulta Nazionale. Viene eletto Giulio Rodinò in qualità di Presidente del gruppo DC, che risulta composto da 79 membri.
Il governo Parri non riesce tuttavia a migliorare la difficile situazione del Paese, mentre l’azione internazionale di De Gasperi contribuisce ad aumentare la stima che i governi stranieri nutrono per lo statista trentino. Il principale impegno per De Gasperi risiede nelle trattative per arrivare alla formulazione di un Trattato di pace non punitivo per l’Italia, verso la quale permangono diffidenze e sospetti tra alcuni vincitori.
Anche la convivenza tra i sei partiti del CLN nel governo incontra crescenti difficoltà, tanto che il Partito Liberale ritira i propri ministri dal governo Parri il 21 novembre 1945. La DC decide allora di uscire dalla compagine, provocandone la crisi.
Nel dicembre 1945 nasce un nuovo governo, ancora una volta costituito da tutti i partiti del CLN, ma il baricentro politico diventa Alcide De Gasperi e la Democrazia Cristiana. Per la prima volta, il leader della DC diventa Presidente del Consiglio, conservando la carica di Ministro degli Affari Esteri e di Ministro per l’Africa Italiana. Nel governo, tra i ministri, ha con sé Mario Scelba alle Poste e Giovanni Gronchi all’Industria.
Le “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana” furono pubblicate sul “Popolo” del 12 novembre 1943, e poi in un opuscolo del 1944, diffuso clandestinamente in tutta Italia. Fu Alcide De Gasperi l’ispiratore del documento, che costituisce la base programmatica per il nuovo partito della Democrazia Cristiana. Alla stesura del documento parteciparono tra il 1942 ed i primi mesi del 1943 anche molti dei più vicini collaboratori di De Gasperi.
La libertà politica sarà quindi il segno di distinzione del regime democratico; così come il rispetto del metodo della libertà sarà il segno di riconoscimento e l’impegno d’onore di tutti gli uomini veramente liberi.
Una democrazia rappresentativa, espressa dal suffragio universale, fondata sulla uguaglianza dei diritti e dei doveri e animata dallo spirito di fraternità, che è fermento vitale della civiltà cristiana: questo deve essere il regime di domani.
Nella netta distinzione dei poteri dello Stato – efficace garanzia della libertà politica – il primato spetterà al Parlamento, come la più alta rappresentanza dei supremi interessi della comunità nazionale, e soltanto il Parlamento potrà decidere la guerra e la pace.
Accanto all’Assemblea espressa dal suffragio universale, dovrà crearsi un’Assemblea Nazionale degli interessi organizzati, fondata prevalentemente sulla rappresentanza eletta dalle organizzazioni professionali costituite nelle regioni.
Sarà assicurata la stabilità del Governo, l’autorità e la forza dell’Esecutivo, l’Indipendenza della Magistratura.
Il controllo sulle fonti finanziarie degli organi di pubblica opinione darà alla stampa maggiore indipendenza e più acuto senso di responsabilità.
di Antonio Gentile