Articolo di Antonio Gentile su : www.ilpopolo.news
La lingua italiana è ricca di parole e densa di significati, non tutti di comune conoscenza. Per questo motivo, ho pensato di darvi alcune parole strane ma di spessore, anche per aiutarvi a capire che le problematiche linguistiche sono causa di alcune lacune in tutti noi, non a caso le parole più difficili della lingua italiana sono tante, ma oggi ne ho selezionate alcune, che in alcuni contesti possono tornare utile conoscere.
Sarei curioso di sapere chi conosce perfettamente il significato del verbo espungere oppure saper spiegare chi sia il fellone, cosa sia un incunabolo, quando ci si inquieta o quante volte si è scialbato in casa (tranquilli: non c’è voluttà nelle mie parole). Qualora non abbiate mai sentito neanche una di queste parole, siete nel posto giusto: navigate tra le righe di questo articolo e divertitevi a conosce le parole più strane e difficili della lingua italiana.
Sono omesse, nei limiti del possibile, le parole tecniche (come quelle relative al campo dell’ingegneria, della medicina o altri campi specifici) mentre sono presenti quelle di uso meno comune ma che potrebbero essere tranquillamente utilizzate nel normale parlare comune.
Molte delle parole presenti nel dizionario di italiano sono in via d’estinzione sebbene possano risultare meno difficili di quelle che usiamo dire tutti i giorni, ma provate a fare un piccolo sforzo e imparare qualcosa di nuovo: affastellare, contrito, delibare, dirimere, emaciato, stantio, fuggevolezza, improntitudine, presagire, propinare, sconclusionato, uggioso; altre sono di spiccato carattere tecnico: afono, anacoluto, antitesi, asindeto, bolso, epodo, menarca, omeostasi.
Fate un salto (full immersion) nella lingua italiana, fate un giro tra le tante parole difficili della lingua italiana!
Briologia – Sostantivo composto con le voci greche “bryon” (muschio) e “logìa” (studio). Branca della botanica nella quale sono descritti e studiati i muschi.
Bromologia – Sostantivo tratto dalle voci greche “bròma” (cibo, alimento) e “logia” (studio, discorso). Trattato sugli alimenti.
Cachessia – Sostantivo. Dal greco “kakòs” (cattivo) e “exis” (condizione, disposizione). Indica lo stato di salute di un individuo il cui organismo è indebolito, denutrito per il cattivo “funzionamento” dello stomaco.
Callido – Aggettivo. Dal latino “callidus” (scaltro, astuto).
Consentaneo – Aggettivo tratto dal latino “consentaneus” (da ‘consentire’) e vale conforme, conveniente, confacente, coerente.
Docimastica – Sostantivo, variante di docimasia, dal greco “dokìmasìa” (esame, esperimento, prova). Indica l’«arte» di analizzare i minerali
Entomologia – Sostantivo formato con le voci greche “èntomon” (insetto) e “logia” (studio, discorso). Branca della zoologia che si occupa degli insetti.
Etopea o etopeia – Sostantivo. È una figura retorica mediante la quale si indicano, si rappresentano il carattere, l’indole, l’agire, i costumi di un individuo. Dal greco “èthos” (costume, indole) e “poièo” (rappresento, faccio).
Epitalamio – Sostantivo maschile composto con le voci greche “epì” (dinanzi) e “thàlamos” (letto nuziale o giorno delle nozze). Componimento poetico in occasione di uno sposalizio.
Erubiscente – Aggettivo tratto dal verbo latino “erubèscere” (arrossire) e vale “che diventa rosso” per vergogna o per pudore.
Faldistorio o faldistoro – Sostantivo maschile tratto dal germanico “Faldastol” (sedia) e questo dal basso latino “faldistorium” e indica un sedile pieghevole (senza spalliera) usato dal papa e dai vescovi in alcune funzioni sacre. In passato era adoperato anche da regnanti e nobili.
Flebotomo – Sostantivo maschile e aggettivo, indica la persona che in passato faceva salassi. È composto con le voci greche “phleps” (vena) e “tomos” (che taglia). Attualmente viene adoperato, spregiativamente, per indicare un chirurgo mediocre.
Gipsoteca – Sostantivo femminile. Formato con le voci greche “gypos” (gesso) e “thèke” (deposito, raccolta) indica un museo in cui sono esposti calchi in gesso di statue e bassorilievi di illustri artisti.
Lalofobia – Sostantivo femminile con il quale si definisce la paura morbosa di parlare; l’avversione alla loquacità. Dal greco “làlos” (loquace) e “fobìa” (timore, paura).
Lutolento o lutulento – Aggettivo che significa “fangoso”,
Epicedio – Aggettivo e sostantivo composto con le voci greche “epí” (per) e “kèdos” (dolore, cura, lutto). Canto o poesia in onore di un morto. Poesia o cantico funebre che gli antichi recitavano prima dell’inumazione.
Eteroclito – Aggettivo e sostantivo. In linguistica si dice di verbi, aggettivi e sostantivi che nel corso della coniugazione e declinazione alternano forme con diversa radice (o tema). Dalle voci greche “èteros” (diverso) e “klìnein” (declinare, coniugare).
Eupeptico – Aggettivo e sostantivo. Indica una sostanza che facilita la digestione migliorando il funzionamento dello stomaco. È composto con le voci greche “eu” (bene) e “pèpsis” (digestione).
Filogino – Aggettivo e sostantivo. Si dice di chi “ammira” le donne, “amico” delle donne. Vocabolo formato con le voci greche “phìlos” (amico) e “gynè” (donna).
Irrefragabile – Aggettivo che vale “inoppugnabile”, “irrefutabile”, “che non si può contestare”, “che non si può contraddire”. Dalle voci latine “in” (non) e “refragari” (contraddire).
Carpologia – Sostantivo femminile composto con le voci greche “karpòs” (frutto) e “logos” (discorso). Branca della botanica che studia i frutti delle piante.
Cervogia – Sostantivo femminile tratto dal latino “cervisia”. Indica una bevanda simile alla birra.
Cernecchio – Sostantivo maschile tratto dal latino “cerniculum”, diminutivo di “crinis” (crine). Indica una ciocca di capelli arruffata e penzolante.
Clamide – Sostantivo femminile tratto dal greco “chlàmys” (‘mantello’). Indica una sorta di mantello corto, affibbiato su una spalla
Edàce – Aggettivo tratto dal latino “èdax” (logorante, divorante). Vocabolo di carattere aulico.
Melologo – Sostantivo maschile composto con le voci greche “mèlos” (canto) e “logos” (discorso). Indica l’esposizione di un testo con accompagnamento musicale.
Onusto – Aggettivo tratto dal latino “onustus”, da “onus” (peso). Per estensione vale “carico”, “colmo”, “pieno”.
Come possiamo riconoscere una parola come difficile?
Come catalogarla senza avere specifiche competenze?
Una parola difficile è un termine particolarmente complicato che mette alla prova la bravura e la cultura di chi tenta di individuarla. Per questo motivo non esiste una parola difficile universalmente riconosciuta perché ogni persona ha il proprio bagaglio culturale e le proprie esperienze di vita: quello che può risultare astruso per qualcuno, per altri potrebbe rivelarsi ovvio.
Il dizionario della lingua italiana è costituito da più di 160.000 parole (con quelle tecniche e di ambiti specialistici si sale ad oltre 250.00 parole); una tale ricchezza di contenuti permette di classificare le parole in base a differenti criteri tra cui quello legato alla difficoltà di comprensione. Per rinnovare il linguaggio di base , bisognerebbe andare a spulciare nel dizionario della lingua di Italiano, che è sempre in continua crescita di parole di cui non si conosce sempre il significato, oppure ci si può divertire a scartabellare, tra le varie parole, quelle che più che vi incuriosiscono. Provare non costa nulla, buon lavoro …….
di Antonio Gentile