di ROBERTO PINNA (Cagliari) * roberto.pinna@dconline.info * Segretario regionale per lo Sviluppo e l’Organizzazione della Democrazia Cristiana della Regione Sardegna.
Fra le prime problematiche che dovrà affrontare il nuovo Consiglio Regionale della Sardegna dopo il suo insediamento ci sarà quello di occuparsi del problema “insularità”.
Recentemente Corsica, Sardegna e Baleari hanno chiesto all’Europa il riconoscimento dello svantaggio strutturale connesso proprio alla insularità !
< Le regioni insulari soffrono di svantaggi strutturali, naturali e permanenti che si traducono in fallimenti di mercato e diseconomie di scala che configurano un vero e proprio “costo di cittadinanza”>: questo si legge nella lettera inviata recentemente a firma di Pigliaru, Simeoni e Armengol.
< L’insularità è resa ancora più critica dalla condizione di perifericità, definita in termini di isolamento dalla piattaforma continentale e maggiore distanza dai centri economici e amministrativi.
E’ stato il presidente della Corsica, Gilles Simeoni, ad inviare nei giorni scorsi alle massime cariche europee la lettera sull’insularità firmata insieme a Francesco Pigliaru e alla presidente delle Baleari Francina Armengol.
Questa lettera è stata presentata al Comitato delle Regioni di Bruxelles lo scorso 5 febbraio. Lo stesso concetto è stato espresso nella conferenza delle Regioni.
E’ l’insularità, come condizione da compensare con misure specifiche di sostegno, fiscali e sui trasporti, la priorità del Documento sulla Programmazione europea 2021-2027 approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni.
< Su proposta di Sicilia e Sardegna la condizione di insularità, per la prima volta, è stata messa al primo posto nel Documento. È un altro passo in avanti del Governo Musumeci (commenta il vicepresidente della Regione siciliana e assessore all’economia, Gaetano Armao, componente in rappresentanza della Regione della Conferenza delle regioni e delle province autonome).
L’Europa deve riconoscere alle isole misure di sostegno finanziario, misure fiscali e di incremento della compartecipazione ai fondi strutturali. Le isole patiscono lo svantaggio competitivo per i costi delle esportazioni e il reperimento delle materie prime.
L’Europa deve riconoscere loro gli svantaggi strutturali che derivano dalla loro condizione, in termini di mobilità, infrastrutture stradali e ferroviarie e di sostegno alle imprese. Occorre fare sistema non solo per la continuità territoriale, ma anche per la fiscalità di sviluppo >.
< Promuovere dunque lo sviluppo sociale, economico e ambientale, sia nelle aree urbane che in quelle con gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di base (isole e aree interne) >: un tanto si legge nel Documento che, diviso in 10 punti, detta gli obiettivi della prossima Programmazione europea.
di ROBERTO PINNA (Cagliari) * roberto.pinna@dconline.info * Segretario regionale per lo Sviluppo e l’Organizzazione della Democrazia Cristiana della Regione Sardegna.
Penso al tanto denaro sprecato tra vergognosi stipendi e siuti alle aziende che ora dono all estero e non la punibilità per l evasione. Si poteva avere fatto il Ponte di Messina , tanto desiderato gia dall unita d Italia, sotto i borboni ci sarebbe gia, e il tunell sottomarino per ricongiungersi con la Sardegna.. .il Giappone territorio sismico lo ha fatto per distanze superiori..Non sarebbero piu cosi isolati, ma uniti anche spirituamente.