Sebbene il “Popolo della Democrazia Cristiana” sia un giornale prettamente di partito e dedicato quindi a temi prevalentemente politici, sono particolarmente sensibile al tema della salute che ritengo di fondamentale importanza per ognuno di noi.
Ecco perché oggi mi pregio di inviare al giornale questo particolare contributo giornalistico che parla, molto sinteticamente, di un alimento spesso presente sulle nostre tavole che oltre ad essere buono, apporta notevoli benefici al nostro organismo, controllando i livelli di colesterolo e agendo in modo positivo sulla funzionalità del fegato e dell’intestino.
Mi riferisco alla barbabietola, verdura un tempo coltivata solo in Asia e in Europa e oggi alimento presente su tutte le tavole del mondo.
E’ della stessa famiglia dei cardi e degli spinaci, ricchissima di ferro, di calcio e delle vitamine A e C oltre che di fibre. E grazie a queste proprietà nutrizionali, alcune parti delle barbabietole, come le radici, vengono usate per usi medicinali, avendo esse anche una buona fama per le loro proprietà anticancro.
L’uso medicinale della Barbabietola, del resto, risale ai tempi dell’antica Grecia. Troviamo testimonianze del suo uso nei testi di Teofrasto, di Plinio il Vecchio. Ma è nel quindicesimo secolo che la sua coltivazione di diffonde sia per l’uso medicinale ad opera dei monaci, sia per lo zucchero che se ne estrae.
Come ho già avuto modo di scrivere, le barbabietole oggi sono un alimento di uso comune. Quando sono di buona qualità non presentano foglie alterate che in ogni caso è meglio eliminare lasciando solo quelle verdi e compatte. Le radici, inoltre, devono essere sode, lisce e di un bel colore rosso-viola.
Dalle barbabietole piccole si estrae un prezioso succo, mentre quelle grandi sono ottime quando vengono cotte al vapore o magari in un buon borsc: una densa minestra di barbabietole che viene servita fredda o calda.