di Danilo Bazzucchi
Dunque è ufficiale: le suore di clausura potranno usare internet, il telefono, inviare e ricevere email e frequentare i social media, ma dovranno farlo con molta attenzione, evitando di portare all’interno della casa religiosa pettegolezzi, cinguettii, chiasso e distrazioni.
E’questa l’indicazione partita dal Vaticano, la traccia a cui dovranno attenersi le ecclesiastiche per poter utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione.
Sobrietà e discrezione, raccomanda il Vaticano, riguardo non solo ai contenuti ma anche alla quantità e al tipo di informazioni che verranno messe in rete.
Tutto ciò è consigliato per non interrompere quel clima di silenzio che accompagna la scelta di vita contemplativa.
Tutte queste indicazioni sono contenute nell’Istruzione Cor Orans, elaborata dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e la società di vita apostolica, approvata da Papa Francesco in prima persona.
Sono quasi 38.000 le suore nel mondo che vivono in ritiro spirituale e già molte di loro adoperano Twitter e Facebook, raccogliendo le intenzioni di preghiera e diffondendo notizie delle loro iniziative, ma sempre con “prudente discernimento” come viene raccomandato dalle alte gerarchie ecclesiastiche.
Le clarisse eremite di Fara Sabina a Rieti, ad esempio, sono presenti su Facebook dove invitano i pellegrini alle loro cene monastiche, in cui i pasti vengono consumati rigorosamente in silenzio ascoltando delle letture sacre.
Oppure le suore carmelitane di Hondarribia, (Paesi Baschi, Spagna), diocesi di San Sebastian, che da poco hanno espresso la loro solidarietà ad una ragazza stuprata dal branco nella vicina Pamplona.
In ogni caso anche se le grate che separano le consorelle dal mondo restano, con i nuovi media il filo diretto è continuo.
Danilo Bazzucchi