L’IMPEGNO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER FAVORIRE UN RIEQUILIBRIO DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE SIA NELLA POLITICA COME NELLE ISTITUZIONI

L’IMPEGNO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER FAVORIRE UN RIEQUILIBRIO DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE SIA NELLA POLITICA COME NELLE ISTITUZIONI

Avv. PAOLA CARBONARI (Catanzaro) *

paola.carbonari@dconline.info * 366-3315185

Segretario provinciale del Dipartimento “Legalità e Giustizia” della Democrazia Cristiana della provincia di Catanzaro

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it * 

< L’IMPEGNO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER FAVORIRE UN RIEQUILIBRIO DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE SIA NELLA POLITICA COME NELLE ISTITUZIONI >.

 

La “nuova” Democrazia Cristiana si sta preparando alla stagione congressuale ed alla celebrazione del suo XXIV Congresso nazionale che si prevede possa essere celebrato agli inizi del 2020.

Nel frattempo già sono stati programmati numerosi Congressi provinciali della D.C. ed anche in Calabria essi si terranno nel prossimo mese di ottobre nelle cinque province in cui è suddiviso il territorio della nostra regione.

Uno dei punti programmatici più importanti che a mio avviso la “nuova” Democrazia Cristiana deve proporsi deve essere quello del riequilibrio della partecipazione femminile sia nella politica, così come nelle istituzioni, con uno sguardo rinnovato verso il futuro e mettendo le donne nella condizione di poter raggiungere obiettivi sempre più concreti ed importanti in questa nostra società.

E’ una dichiarazione di principio questa che poche volte viene messa in discussione ma che poi nella realtà viene molto spesso clamorosamente disattesa.

Il problema della esigua presenza delle donne ai vertici delle organizzazioni politiche, economiche e sociali ha ormai acquisito una crescente rilevanza all’interno del dibattito politico riguardante la parità di genere nelle società contemporanee.

Basti citare come il tema della necessità del cosiddetto “empowerment” delle donne abbia costituito una sorta di parola chiave nella Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, tenutasi a Pechino giù nell’ormai abbastanza lontano 1995.

Tutta la Piattaforma d’Azione, che contiene un programma di attività che dovrebbero essere intraprese negli Stati membri delle Nazioni Unite, ruota intorno a questo concetto di “empowerment”.

E’ ormai assodato che l’uguaglianza tra donne e uomini non è soltanto una questione di diritti o di giustizia sociale, ma costituisce un requisito fondamentale per promuovere uno sviluppo che sia veramente a misura della persona umana.

Concetto altrettanto acquisito è l’esigenza di una presenza paritaria di uomini e donne nei meccanismi decisionali, nei luoghi cioè dove si prendono decisioni destinate ad avere un impatto sulla collettività, al fine non soltanto di sanare una iniqua situazione di asimmetria di potere tra i generi, ma anche di poter esser in grado di affrontare adeguatamente le sfide che lo sviluppo economico, politico e sociale presenta agli inizi del terzo millennio.

Sia il Consiglio d’Europa, sia l’Unione Europea hanno incluso, nelle politiche a favore della condizione femminile promosse negli anni più recenti, il tema della necessità di promuovere una più consistente presenza delle donne ai vertici delle organizzazioni politiche, economiche e sociali.

Per quanto riguarda l’Unione Europea in particolare, a proposito di parità di opportunità tra donne e uomini ha sottolineato più volte ed ufficialmente l’importanza della presenza delle donne nei processi decisionali.

Riconoscendo che è impossibile pervenire alla parità di opportunità sul luogo di lavoro,
obiettivo sul quale si erano concentrati i programmi precedenti, senza migliorare la condizione della donna nella società, la Commissione ha posto l’accento sulla necessità di rappresentare in misura adeguata le donne nei mezzi di comunicazione e nei processi decisionali.

Ci si prefigge dunque la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai processi decisionali della Società. Sono state svolte in proposito numerose ricerche che hanno fornito un quadro preciso della scarsa rappresentanza delle donne nei processi decisionali. La rete europea di esperte “Donne e processi decisionali” ha
raccolto e pubblicato dati e statistiche relativi alla partecipazione delle donne ai vari livelli decisionali negli organi legislativi ed esecutivi a livello nazionale, regionale e locale.

È stata esaminata – con la collaborazione di istituti di ricerca specializzati ed anche di Università – la
partecipazione femminile ai principali gruppi politici del Parlamento Europeo, nonchè ai processi decisionali nell’ambito dei sindacati, del settore bancario, della giustizia, dell’istruzione e della sanità
pubblica.

Ne è emersa una situazione che soprattutto in Italia appare del tutto insoddisfacente, dove la donna vive una condizione particolare, sotto ad “un soffitto di cristallo” !

Essere sotto ad un “soffitto di cristallo” è una metafora che indica una situazione del tutto particlare e calza a pennello con la situazione della donna italiana, così come possiamo chiaramente constatare esserci nel nostro Paese.

La Democrazia Cristiana deve allora fattivamente contribuire ad abbattere quella barriera invisibile, quel soffitto di cristallo, che impedisce alle donne di accedere a quelle posizioni di responsabilità che meritano di ricoprire nelle organizzazioni in cui esse operano.

 

Avv. PAOLA CARBONARI (Catanzaro) * paola.carbonari@dconline.info * 366-3315185

Segretario provinciale del Dipartimento “Legalità e Giustizia” della Democrazia Cristiana della provincia di Catanzaro

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Franco Capanna
5 anni fa

Tutto il mio sostegno !
Franco Capanna sindacalista.
Complimenti!!!!!

Anonymous
5 anni fa

Poi dicono che le donne dell’antico brutium sono arretrate…limpido esempio dell’esatto contrario. La calabria saudita e solo un pallido ricordo. Brava
Pierpaolo Foti