di NICOLA MARSICO.
La Democrazia Cristiana, il partito che ha fatto la storia del nostro paese. In un momento storico come quello odierno, dove i due partiti vincitori alle elezioni politiche del 4 marzo non presentano ideologie o valori precisi, è importante ricordare il partito che ha creato e ha governato per 52 anni l’Italia è stato la famosa D.C. !
Oggi ci rappresentano la Democrazia Cristiana come il partito ”colluso con la mafia”, del ”bene o del male”, ”del cattolico e dell’ipocrita”, ma si tende a dimenticare la storia di un partito che ha condizionato la scena politica e le generazioni per molto tempo.
Tutto nasce clandestinamente nel 1942 quando il fascismo era al governo, ed il famoso Don Sturzo (partito popolare d’azione cattolica) ebbe l’intuizione e l’abilità di raggruppare tutti gli esponenti del cattolicesimo e del cristianesimo democratico per fondare un partito fino ad arrivare al 1945 quando Alcide De Gasperi (padre fondatore dell’Europa) fece assurgere la Democrazia Cristiana al primo posto.
La politica realizzata da quest’ultimo era di base centrista e moderata; la vera forza del partito fu il parallelismo che sosteneva con la Guerra Fredda; nel 1956 gli esponenti di spicco della D.C. decisero di aprire una comunicazione con il PS quando l’Unione Sovietica invase l’Ungheria.
Tutte le mosse Democristiane avevano un obbiettivo preciso; nulla era fatto per caso, come per esempio i temi del ”potere” e della ”vittoria” che costituivano il “pane” per il Democristiano che era disposto a fare di tutto per conquistarlo.
La DC era un partito che rimase fermo sui propri principi, pur avendo differenti opinioni al proprio interno, molto unito e produttivo grazie ad un organizzazione molto efficiente, con gli organi centrali come il congresso nazionale, il consiglio nazionale, la giunta esecutiva centrale e il segretario politico; il sistema era altresì composto da una segreteria regionale, da una segreteria provinciale e dalle sezioni; l’organo di informazione del partito era il quotidiano di parte è il ”Popolo”.
La storia del partito è molto complessa e vasta. Negli anni 50 la D.C. seguiva sempre gli stessi ideali ma, nel seguito degli anni 60, diverse correnti apparirono al proprio interno, frazionando e disgregando il partito fino a generare una crisi politica che ebbe a determinare la sconfitta dello stesso alle regionali nel 1975 e la perdita del referendum sul divorzio.
La situazione non era facile da gestire, pertanto, lo storico segretario Amintore Fanfani venne rimpiazzato da Zaccagnini che rappresentava un simbolo di ”rinnovamento” per il partito’, non seguiva i casi interni del partito, mirando a portare la ”diplomazia” in politica tramite il confronto con il PCI (ciò con il sostegno di Aldo Moro).
Il 1976 è una data fondamentale per la storia della D.C., per il così detto ”compromesso storico”. Nonostante il Partito Comunista avesse il 34% e la D.C. il 38% delle preferenze, i due partiti non riuscirono a creare una alleanza a causa delle forti opposizioni (Andreottiane) che porteranno al deterioramento del rapporto, fino ad arrivare all’assassinio di Aldo Moro nel ’79.
Gli anni d’oro democristiani (c.d. centrismo:1947-1962) perdurarono nel tempo fino ad arrivare al 1981, attraversando luna grave crisi economica, politica (perdita di voti) e sociale (mafia), il partito non scelse di mettersi all’opposizione o di abbandonare la politica perché, come sosteneva Andreotti: ”il potere logora chi non ce l’ha”, ma costrì una alleanza con i così detti moderati ovvero i partiti repubblicani, social-democratici e liberali per raggiungere una maggioranza stabile.
Per la prima volta nella storia della prima Repubblica un governo veniva affidato e guidato da un laico, Giovanni Spadolini. Nel 1984 i comunisti riuscirono per la prima volta a sorpassare i democristiani (elezioni europee), giunti ormai ad un allarmante crisi di partito; tuttavia, grazie alla loro pervicacia e quasi “immortalità”; i democristiani si ripresero con l’elezione del Presidente della Repubblica: venne eletto, infatti, Cossiga e poi, nel 1987 Goria e poi De Mita (sia come Presidente del Consiglio che come Segretario).
Ciriaco De Mita fu criticato per la sua doppia carica da tutti gli Andreottiani che sostennero il segretario Forlani alle elezioni interne nel 1989.
Una figura che sicuramente non passa inosservata è quella del Senatore a vita Giulio Andreotti che migliorò i rapporti con il Partito Socialista grazie alla sua forza nella retorica, nella diplomazia e nella cultura.
Il 7 volte Presidente del Consiglio si trovò però in un momento complesso dove i Demitiani non erano dalla sua parte, oltretutto era di quel periodo anche la scoperta degli scandali delle brigate rosse (testi di Moro), la nascita dei partiti locali come la Lega Lombarda, il referendum istituzionale, la partecipazione alle guerre in Irak contro Sadam Hussein e il forte disaccordo che vide la scissione del Repubblicano La Malfa.
Quest’ultimo evento segnò la caduta del governo a causa delle dimissioni del Presidente della Repubblica e dei ministri repubblicani che non riuscivano a sostenere una crisi politica così potente e che Andreotti giudicava complessa ma risolvibile. Non avendo un maggioranza in parlamento il governo falli nel 1992, e perse il 4,6 % alle elezioni. L’area Forlaniani si distrusse velocemente ma l’apparizione del ”movimento referendario” di Mario Segni portò la sua vittoria alla segreteria del Partito.
Il Partito Socialista salì al potere e i Democristiani (che non saranno mai all’opposizione) erano lo stesso presenti nella squadra governo di Craxi/Amato (Andreotti ministro) e Oscar Luigi Scalfaro (democristiano) diventa presidente della Repubblica. L’Italia si trova davanti ad una situazione complicatissima con lo scandalo ”Tangentopoli”, l’inchiesta di mani pulite, la morte dell’Andreottiano Salvo Lima a Palermo.
La Democrazia Cristiana aveva bisogno di rinnovamento e cambiamento sempre mantenendo un legame con le radici conservatrici, Cattoliche ed Europee; tutto ciò portò alla nascita del Partito Popolare Italiano. Da quel 1994, l’unità Democristiana svanì, i cattolici in politica rimasero uniti fino al 2002 quando confluirono nei vari partiti (l’Ulivo..) o coalizioni (la Margherita…), a seconda delle opinioni o posizioni di destra o di sinistra.
Per concludere, la D.C. è senz’altro il partito che ha fatto la storia del nostro Paese, che ha portato stabilità, ricostruzione nel dopo guerra, occupazione, creazione della costituzione, fondazione dell’Europa, delle casse del Mezzogiorno e tanto altro.
Il vero potere democristiano a cui tutti noi dovremmo ispirarci oggi (sopratutto i nostri nuovi governi !) è la forza della conoscenza e della democrazia; non vedrete mai un ex D.C. offendere o insultare un collega parlamentare, egli preferisce rispettare, ascoltare e creare un idea che sia in comune d’accordo con tutti.
La cultura e la storia sono la formazione di tutti i deputati della Prima Repubblica che non hanno bisogno di essere degli economisti di primo piano ma solo delle persone che sanno affrontare i temi d’attualità, facendo riferimento al passato che hanno studiato molto bene.
L’importanza dell’educazione e del rispetto, un modo di essere che trovo sia la ”chiave” per il periodo democristiano; basti vedere i film di repertorio della morte di Berlinguer dove, al funerale del esponente Comunista, personaggi come Fanfani (DC) e Almirante (MSI, destra) piangevano e mostrando un composto rispetto per la perdita di un avversario leale.
Queste azioni dimostrano come oltre che la politica e la rivalità c’era anche sentimento e rispetto per gli avversari politici, principi che nel passato venivano messi in primo piano e che oggi i politici dimostrano ogni giorni di avere dimenticato, come quando certi personaggi esultavano della morte di Ciampi o dei malori di Andreotti o di Napolitano, postando offese dirette anche sui social.
Dobbiamo quindi assolutamente riportare la cultura, la storia, la filosofia, il rispetto e l’educazione civile in politica e nella società per costruire un mondo fatto da persone serie e preparate ad affrontare e a confrontarsi tutti i giorni con il mondo attuale. Ricordiamoci che il futuro si costruisce nel presente ma sopratutto grazie agli eventi del passato. Sapere è potere!
NICOLA MARSICO – MOVIMENTO GIOVANILE D.C. MILANO