A cura di Franco Capanna (Teramo)
MASCHERE GRECHE E POLITICI
L’uso delle maschere nel teatro greco antico trae la propria origine dal culto di Dioniso e il primo autore ad utilizzarle fu il tragediografo Tespi.
Le performance musicali, di danza e di racconto associate alle feste dionisiache possono essere considerate come l’inizio del teatro greco organizzato. Inoltre, oltre ad essere la divinità dei vino e delle feste, Dioniso era anche il dio della “alterità” e veniva spesso ritratto sui vasi con una maschera sul volto.
Cari lettori è la mia ultima sfida e rivelo.
La storia più bella mai raccontata per dare soluzioni a povertà e bambini muoiono di stenti per fame,sete,e mancanza medicine, ignorata del tutto dai governanti.
Un destino mi aveva permesso trattare faccia a faccia con la persona più ricca del mondo.
Si tratta di JEFF BEZOS che mi ha rubato la lettera inviata alla Premier Giorgia Meloni e venduta su Amazon.
Questo mi dava impeto per dare sollievo e necessità vitali si poveri e particolarmente ai bambini che muoiono di fame di sete e per mancanza di medicinali.
Era la mia contropartita per illeciti arricchimenti di questa persona e di tanti marchi famosi.
Mi sono rivolto a persone del governo per sostegno: Giorgia Meloni, Mattarella, Salvini, Berlusconi; ho scritto alla presidente della unione europea, lettere al Vaticano ma dopo mesi di attesa non si sono segnati di una risposta!
Abbiamo perso il filo contro il vento,ghiacciato il cuore davanti alle sofferenze ma sognare e insistere contro il muro, curare le ferite,dare al lego del sognatore un grande regno che possa convertire in santi tutti i diavoli.
Facce mute in maschera,corvi in politica con fruste suadenti.
C’è una lacrima che mi scivola giù dal costato,un raggio lecca e resto assopito dalle anime dell’inverno statiche multicolori. Merive anime nella mia anima di carboni ardenti.Se fossi solo mi perderei ma Dio mi ha dato due grandi amori di donne della dea Artemide così belle sante e pure.
Io t’amo donna
quando la mia costola rotta mi ricorda il. dolore,quando inciampi con furia nel tuo fragile mondo.Sei vivace quanto basta per dare torchio ad un motore,fai arricchire la stanza coi tuoi passi svelti a torturare il silenzio in sincronia con la mia paura,danzi sui miei fremiti sopra le mie ossa il peso e là sei nel ricordo orma,tenere al fuoco i miei ricordi.
Ti amo donna con l’odio del passato e del domani quando saremo separati dalla fossa ma son certo certissimo che troverò le forze per riprenderti e riportarti al mondo.
Autore Franco Capanna