A cura di Dott. ALESSIO PICCIRILLO (Roma)
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< MELONI, MACRON E LA DOPPIA MORALE TRANSALPINA ! >
Non accennano a placarsi le polemiche dopo le dichiarazioni del Ministro degli Interni francese Gérald Darmanin sul “modus operandi” italiano in materia di migranti.
E così, dopo l’ennesima recente stoccata transalpina – il che equivale a gettare benzina e non acqua sul fuoco che si era creato nei giorni scorsi, con buona pace degli incontri Italia – Francia che erano in fase di futura preparazione nei mesi di giugno luglio – questa volta a danno dello stesso nostro Governo, definito dalla stesso Darmanin “amico della Le Pen e incapace di gestire la questione migranti”, a poco valgono le numerose telefonate di scuse del Ministro degli Esteri francese Colonna al suo omologo italiano On. Antonio Tajani, per tentare di ricucire lo strappo.
Dal dicastero della Farnesina, infatti – stante la pesantezza delle dichiarazioni fatte – arriva la perentoria richiesta di scuse ufficiali, in forma scritta questa volta che, a parere di molti – e, mi sia permesso, anche di chi scrive – appare più che giustificata in quanto, una nazione come quella francese, non può proprio permettersi di fare certi tipi di reprimende a noi italiani.
La gestione della questione migranti per l’Italia, infatti – con tutto ciò che concerne in termini di sforzo e sacrifici da parte del nostro Paese, perchè di veri e propri sacrifici si tratta, in quanto è palese che siamo stati lasciati soli a gestire questa faccenda – è sotto gli occhi di tutti, anche e soprattutto della Francia (oltre che della UE) che, in questo caso, fa melina per una questione di puro interesse nazionale.
Con riferimento alle informative del Ministero dell’Interno, infatti – oltre che da quelle di Croce Rossa Italiana, ed altre realtà del mondo del volontariato che sono coinvolto nella questione migranti – appare chiaro che il nostro paese è considerato da molti una sorta di “corridoio” per arrivare in altri paesi d’Europa, e principalmente in Francia, per ricongiungersi a famiglie ed a parenti già residenti ed integrati da tempo cosa, questa, che a Parigi proprio non va giù, ed infatti lo si vede dall’atteggiamento fortemente restrittivo adottato recentemente alle loro frontiere – specie le nostre – dove (è notizia di questi giorni) non lasciano passare nemmeno i minori.
Arrivati a questo punto, però, un ragionamento in termini di geopolitica è davvero d’obbligo.
La Francia, da sempre (e da sempre si traduce, per essere davvero puntigliosi, dalla seconda metà dell’800 ai giorni nostri quindi, ben tre secoli di storia) ha fatto – ed in alcuni casi continua ancora a fare – il “gendarme” in terra d’Africa ed in parte dell’area mediterranea, contribuendo alla creazione ed in alcuni casi al ritorno in auge di movimenti religiosi islamici di estrazione “radicale” (su questo argomento sorvoleremo per ora, perchè abbastanza vasto ed articolato, demandando ad un’altro momento l’approfondimento del tutto) cioè assolutamente fuori da quelli che sono i normali precetti contenuti nella religione islamica classica – quella vera, autentica – la quale, ricordiamolo, è una religione di pace e fratellanza.
Prima di tornare a parlare di Francia è altresì doveroso citare le recenti dichiarazioni sui migranti del nostro amato Pontefice.
Papa Francesco, infatti, in merito a questo argomento, in uno dei sui recenti discorsi domenicali, si è espresso molto chiaramente per quanto concerne i concetti di “aiuto”, “carità” e “misericordia” e, da questo punto di vista l’Italia – lasciata sola ad affrontare questa emergenza e gestendo davvero al meglio la cosa con le forze che ha a disposizione – non ha proprio nulla da proprio nulla da farsi perdonare da nessuno, Francia compresa.
Ora tornando alla “questione” transalpina, ed ad un possibile ingresso di soggetti legati al mondo radicale qui, certamente, non si può escludere la cosa, purtroppo, ma è assolutamente vero anche che, la signora Francia, l’Islam – compreso quello radicale – se lo è attirato dentro casa da sola con le politiche che, per anni, ha portato avanti fuori dai suoi confini, il che equivale ad aver messo dei lupi dentro un recinto di agnelli.
Per cui, tutte le “paternali” gratuite, così come tutte le polemiche di questi giorni, non hanno assolutamente modo di essere, men che meno quando sono dirette al nostro paese ed al nostro governo.
Ora per una certa questione di risoluzione “reale” della questione in oggetto, sarebbe davvero il caso, prima di abbassare i toni e poi, con un profilo molto basso, di cercare di trovare soluzioni “immediate” (sempre che si abbia davvero la volontà di risolverlo, questo problema) in comune, obbligando anche Bruxelles, finalmente, a interessarsi fattivamente della faccenda.
Alessio Piccirillo
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