Il passato a volte porta con sé affascinanti e impressionanti misteri, che ad oggi è praticamente impossibile risolvere. Questi sono sei casi che hanno scosso l’opinione pubblica del proprio periodo e che, ancor oggi, costituiscono argomento per una vasta letteratura, I minori scomparsi nel nulla in Italia negli ultimi decenni sono davvero tantissimi. Tanti casi di cronaca restano ancora avvolti nel mistero.
Ogni anno nel nostro Paese si avviano le ricerche per circa 3mila minori che all’improvviso non tornano a casa e di cui si sono perse le tracce. Un triste e complesso fenomeno che resta in gran parte sommerso ed è al tempo stesso difficile da monitorare. Un trend drammatico che angoscia e sconvolge l’opinione pubblica nazionale e dietro il quale si celano diversi motivi: dall’allontanamento volontario da casa al rapimento per mano di malviventi fino alla sottrazione di minore da parte di uno dei genitori. Storie di inquietanti sparizioni che ancora oggi tormentano i famigliari dei minori scomparsi. Tra i casi nazionali di cronaca più eclatanti ed emblematici che tengono banco quasi quotidianamente sui giornali, in tv e in radio spiccano sicuramente quelli relativi alle scomparse di Denise Pipitone, Angela Celentano ed Emanuela Orlandi.
Denise Pipitone è scomparsa all’età di 4 anni l’1 settembre 2004 da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, mentre si trovava nei pressi della casa della nonna materna. Inizialmente la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, è stata accusata di sequestro di minore in concorso ed è stata rinviata a giudizio il 18 gennaio 2010. La donna è stata poi assolta in primo grado dal Tribunale di Marsala il 27 giugno 2013 e il successivo 2 ottobre 2015 la Corte d’appello di Palermo ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove. Anche in questo caso gli inquirenti hanno seguito tante piste: da quella satanica a quella privata (una vendetta all’interno della famiglia), dall’usura al sequestro. La mamma di Denise, Piera Maggio, è una donna forte e determinata. Non si arrende e invoca giustizia per la sua piccola bambina.
Angela Celentano è scomparsa all’età di 3 anni la mattina del 10 agosto 1996 durante una gita con i suoi genitori e altre 40 persone al Monte Faito. Un viaggio organizzato come ogni anno in estate dalla comunità evangelica di Vico Equense (Napoli), a conclusione della scuola domenicale per i bambini. Da quella maledetta giornata si sono perse le tracce della figlia di Maria e Catello Celentano. La piccola Angela è stata vista l’ultima volta scendere presso un sentiero insieme con due altri bambini, le cui versioni però sono contraddittorie. In tutti questi anni gli inquirenti non hanno escluso nessuna pista e hanno seguito ogni segnalazione. E’ ricercata in tutto il mondo. L’ultima pista seguita dagli inquirenti è quella messicana. Nel 2010 una giovane donna di nome Celeste Ruiz ha inviato diverse email dal Messico a Maria e Catello Celentano dichiarando di essere Angela e di essere stata adottata, e precisando di non voler essere più cercata… I numerosi flop nelle ricerche e le angoscianti lungaggini burocratiche non hanno mai scoraggiato i genitori di Angela Celentano che sono pronti a tutto pur di riabbracciare la loro bambina scomparsa nel 1996.
Emanuela Orlandi è scomparsa in circostanze misteriose all’età di 15 anni il 22 giugno 1983. Il caso della sparizione della cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, è sicuramente uno dei più intricati, misteriosi e oscuri della storia italiana e della storia vaticana. In tutti questi anni gli inquirenti hanno seguito tante piste e tante ipotesi: dalla teoria pedofila ai presunti collegamenti con la Banda della Magliana, dai presunti collegamenti con l’attentato a Giovanni Paolo II a quelli con lo scandalo IOR fino al caso Calvi. Un caso di cronaca nera davvero sconvolgente e terribile che ha coinvolto lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi. Il fratello e i famigliari di Emanuela Orlandi non si rassegnano alla ricerca della verità. Un altro complesso e inquietante giallo che al momento non trova soluzione.
Il rapporto del Viminale sui dati che prendono in esame il periodo che va dal primo gennaio 1974 al 30 giugno 2015 ha evidenziato che i minorenni scomparsi in Italia e ancora da rintracciare sono ben 18.287, di cui 1.812 sono italiani e 16.475 sono stranieri. Che cosa occorre fare quando un bambino scompare? Occorre segnalare tempestivamente e correttamente la scomparsa alle forze dell’ordine, fornendo subito una foto recente e una descrizione precisa del minore e dei capi di abbigliamento che indossava al momento della scomparsa. Per sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale e internazionale sull’esigenza di sviluppare nuove e più efficaci forme di collaborazione e di coordinamento per proteggere i bambini ed evitare scomparse e rapimenti si celebra il 25 maggio di ogni anno la Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi. Inoltre per far fronte a questo fenomeno così diffuso e drammatico, la Commissione Europea ha istituito il numero unico europeo 116000. Coordinato da Missing Children Europe, il numero è operativo in diversi Stati membri dell’Unione europea. In Italia questa linea telefonica è gestita da Telefono Azzurro che risponde 24 ore al giorno a chiunque voglia segnalare situazioni di scomparsa o di avvistamento di minori.
Questo numero enorme riguarda quel 20% che non ha a che fare con la fuga da casa o dalla comunità o coi litigi fra genitori o comunque con casi risolti. Sono minori di cui non si è più saputo nulla. Il 77,5% riguarda minori stranieri; il 15% riguarda bambini entro i 10 anni; il 42% scompare nelle Regioni del Nord.
Sparire, non farsi trovare più, irrintracciabili. Succede a una quantità impressionante di persone per le ragioni più svariate: alcune di matrice criminale, altre causate da malattie. Altre volte sono incidenti. Poi, a distanza di anni, viene ritrovato semmai un cadavere in circostanze surreali, come è accaduto pochi giorni fa a Primo Zanoli scomparso da un ospedale nel modenese e ritrovato mummificato in un cunicolo semi-inaccessibile del medesimo nosocomio. Come c’è finito? Un particolare momento di follia di un uomo fino alla sera prima normalissimo? Qualcuno ha ordito questo macabro piano per ragioni oscure?
Le scomparse di minori hanno a volte a che fare con delitti orrendi, come denuncia chiaramente il citato sito della Polizia di Stato che vi invito a consultare anche per le normative di riferimento: abusi e sfruttamento sessuale, reati consumati prevalentemente nell’ambito familiare (come avevo già accennato in un articolo sulla Morte della famiglia); non esisterebbero invece tracce di organizzazioni criminali dedite alla sottrazione di minori per il loro avvio al mondo della prostituzione minorile o dell’espianto di organi (ma non equivochiamo i dati: non ci sono organizzazioni che sottraggono minori, in Italia, per avviarli alla prostituzione minorile, ma esistono organizzazioni che sottraggono giovani donne – anche minori – in altri Paesi per avviarle alla prostituzione in Italia; anche di questo ne ho parlato, mostrando i dati, in un articolo precedente). Anche se il quadro è già sufficientemente orribile occorre aggiungere la piaga dell’accattonaggio, diffusa in particolare fra i Rom con fattispecie di reati connessi allo sfruttamento e “scambi” di minori fra comunità (al fine di farne perdere le tracce).
Finora ho trattato solo di minori scomparsi (e al momento non ritrovati) in Italia. E mi pare che i dati siano impressionanti. Ma quanto vi sto per raccontare è molto peggio perché guardare ai dati internazionali lascia sconcertati. Un recente studio europeo (che mostra scetticismo verso il basso numero di casi registrato in Italia, comparando con Francia – dieci volte di più – e con Regno Unito – quasi venti volte di più) si confronta con le grandi difficoltà di metodo per realizzare un’affidabile studio comparato (diversità di definizioni, normative e pratiche di polizia che rendono sovente incomparabili i dati fra Paesi membri). Una sintesi sufficientemente attendibile denuncia comunque un totale di 250.000 minori che scompaiono annualmente nell’Unione; uno ogni 2 minuti; il dato non si riferisce solo ai casi irrisolti, ma a tutte le tipologie denunciate; applicando quel tasso del 20% visto per l’Italia, per avere una stima europea dei minori scomparsi a mai ritrovati (un’operazione tecnicamente non corretta, che propongo solo per avere un’idea di massima) si tratterebbe di circa 50.000 minori che ogni anno scompaiono nel nulla. Secondo l’International Centre for Missing & Exploited Children i bambini che scompaio in tutto il mondo ammonterebbero a circa otto milioni l’anno ma il dato non viene argomentato e mi sembra molto sovradimensionato.
Inutile cercare su Internet spiegazioni del fenomeno; per esempio sul destino probabile, o ipotizzato, di queste migliaia di minori scomparsi. I siti complottisti si sprecano e quelli seri e ufficiali (come la Polizia di Stato) non forniscono ipotesi. E se ci pensate è tremendo. Non ci sono ipotesi serie perché non si sa nulla. Secondo i dati raccolti dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse presso il Ministero dell’Interno, per la metà dei minori scomparsi non si riesce a trovare motivazione.
Salvo aderire a stereotipi razzisti e infondati come quello degli zingari che rapiscono i bambini o a fantasie paranoiche di multinazionali del crimine che rapiscono i bambini per espiantarne gli organi (il traffico illegale d’organi esiste ma in forme diverse e – sebbene non si possano escludere dei singoli casi – non si hanno evidenze di organizzazioni dedite a questo traffico in Occidente). Non si sa, punto e basta.
Ciò non accade solo per i bambini, intendiamoci. Le persone scompaiono anche (e soprattutto) da adulte, e anche per una grande quantità di loro non si sa più nulla, come ho scritto all’inizio. Qualcuno viene poi ritrovato, semmai cadavere, in circostanze incredibili, come il povero Zanoli. Su qualcun altro si costruiscono leggende, come nel caso dell’economista Federico Caffè. Tutti gli altri finiscono in archivi di polizia, sul sito di “Chi l’ha visto?”, restando poi solo nella memoria angosciata dei propri familiari.
Immagini e fatti raccolti da testimonianze del web.
di Antonio Gentile