Il lavoro del genitore, è il lavoro più difficile e complesso che ci possa essere. Nessuno te lo insegna, se non le esperienze della vita, la propria coscienza, i valori personali, l’intuito, la fantasia, il controllo e spesso ci vuole anche un po’ di fortuna. Soprattutto in questo III millennio le insidie sono ancora più celate e pericolose. Quando ero piccola io, mi si si diceva: “non accettare mai le caramelle da uno sconosciuto” e tutto finiva li. Oggi i social hanno in qualche modo aggiunto dei pericoli molto più peggiori di un caramella, poiché spesso sono tentazioni al pari della mela di Biancaneve.
Il nuovo gioco terrificante di telefonia mobile, da verificare se un falso allarme o tutto vero, sembra che sia iniziato su Sacebook, i cui membri sono stati sfidati attraverso una conversazione con un numero sconosciuto. Un gioco che porta i ragazzi /e attraverso sfideun po’ come il Blu While, al suicidio.
Tutto è iniziato in un gruppo su Facebook dove i membri sono chiamati a stabilire la comunicazione tra loro attraverso un numero sconosciuto”, ha scritto su Twitter l’unità Crime di Ricerca Web del procuratore generale dello Stato di Tabasco, in Messico. “Diversi utenti hanno detto che se invii un messaggio a ‘Momo’ dal tuo telefono cellulare, lui risponde con immagini violente e aggressive, e ci sono anche quelli che dicono di aver ricevuto minacce e di aver visto pubblicate informazioni personali”.
Come funziona il MoMo CHALLENGE?
I bambini o ragazzi, vengono contattati da numero anonimo ed incoraggiati ad eseguiredei giochi, nel momento in cui il ragazzo o bambino non riesca, MoMo le invia immagini violente. L’account, sembrerebbe collegato dal Messico, Giappone e Colombia. MoMoè un account di social media di famose piattaforme multimediali digitali come Facebook e WhatsApp.
L’avatar usato dal creatore di questo gioco è l’immagine deformata di una donna con lineamenti grotteschi e dagli occhi sporgenti, si tratta di una statua di un’ artista giapponese: Midori Hayashi. Gli operatori di questo gioco brutale monitorano continuamente i movimenti e le attività dei ragazzi sulle Appdei social media e sui siti Web per valutare le loro attività principali. Alla fin della giornata studiando le foto, amici e nemici sifanno un’ideae lo scelgono come bersaglio.
Ci vuole la genitorialità digitale e controllo, monitorare i giochi e le conversazioni dei nostri figli. “I genitori dovrebbero parlare ai figli ed enfatizzare il fatto che i ragazzi possono prendere le loro decisioni e discutere come dire no”. Momo potrebbe già aver fatto la sua prima vittima. In Argentina la polizia sta investigando il suicidio di una dodicenne di un paese vicino a Buenos Aires.
Gli investigatori sospettano che qualcuno l’abbia incoraggiata a commettere questo atto, al momento si sta vagliando la posizione di una diciottenne che si pensa fosse in contatto con la bambina.“Il cellulare è stato preso in esame per trovare filmati e chat WhatsApp e la presunta adolescente con cui sono stati scambiati messaggi”.
Si pensa che l’adolescente volesse caricare il video girato prima del suicidio e diffonderlo sui media per averne credito tramite il gioco chiamato Momo. Anche in Messico sta girando questa assurda sfida.
Proprio da lì proviene questo avvertimento: “il rischio di questa sfida tra i giovani è che i criminali possano usarla per rubare informazioni personali, incitare al suicidio, alla violenza, estorcere denaro, generare malessere psicologico e fisico come ansia, depressione e insonnia.”
di Loredana Vaccarotti