Mons. Francesco Savino “L’autonomia differenziata rischia di creare due Italie: una prospera e l’altra abbandonata a sè stessa” sè stessa !”.

Mons. Francesco Savino “L’autonomia differenziata rischia di creare due Italie: una prospera e  l’altra abbandonata a sè stessa” sè stessa !”.

< Mons. Francesco Savino: “L’autonomia differenziata rischia di creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a sè stessa !” >.

L’attuale vivace dibattito sull’autonomia differenziata e sul possibile referendum è in questi giorni sulle pagine della maggior parte dei quotidiani cartacei, on line, ovviamente, dei social.

“Se ci sei batti un colpo”: ebbene, l’ arcinoto e saggio proverbio popolare in questa circostanza è più che pertinente.

A volte la Chiesa sembra assente. Sembra – sottolineo – ma quando sono seriamente a rischio i valori fondanti dello Stato democratico e la sua unità è sicuramente presente.

La Santa Sede non ha esitato un attimo a prendere una posizione netta e chiara su temi cruciali come quelli dell’autonomia differenziata e la riforma del premierato.

Lo ha fatto nella massima forma ufficiale a difesa dell’Italia Unita, Libera e Democratica.

E’ intervenuta, a tal proposito, nel dibattito politico –culturale, la Conferenza Episcopale Italiana con il Presidente S. Em. Card. Matteo Zuppi e Mons. Francesco Savino, Vice-Presidente CEI per il Mezzogiorno e Vescovo di Cassano allo Jonio, provincia di Cosenza (diocesi che guida dal 2015) .

Mons. Francesco Savino  Vice-Presidente CEI per il Mezzogiorno è intervenuto sul tema.

“Il Sud ha capito che la riforma sull’Autonomia differenziata rischia di creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a sè stessa”. 

Mons. Francesco Savino -Vice Pres. CEI per il mezzogiorno-

Per il Vescovo di Cassano allo Jonio , “non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere, in quanto le poche risorse e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate, innescheranno gelosie e quindi conflittualità.

Il fatto che non si è voluto fissare il criterio di determinazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) non lascia immaginare nulla di buono.

I cattolici non possono approvare l’autonomia differenziata che contrappone nord e sud.

No alla secessione dei ricchi. Fermatevi, ascoltate i territori”.

Gli fa eco Il Presidente della CEI S.Em. Rev.ma Card. Matteo Zuppi  in merito all’autonomia differenziata  dichiarando “rischia di minare il principio di solidarietà”. 

 “Abbiamo fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio, che dobbiamo fare?”. Sottolinea ulteriormente il cardinale.

S.Em. Rev.ma Matteo Zuppi- Presidente della Conferenza Episcopale Italiana-

Prosegue: “Il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica”.

Nella nota della Cei, in cui i vescovi esprimono viva preoccupazione per “qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie”.

La Cei aveva evidenziato anche il rischio di vedere un aumento delle disuguaglianze nel settore della sanità:

“Tale rischio – viene scritto nel comunicato – non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi sia per le modalità di erogazione dei servizi”.

Per la Conferenza episcopale italiana “gli sviluppi del sistema delle autonomie – la cui costruzione con Luigi Sturzo, nel secolo scorso, è stata uno dei principali contributi dei cattolici alla vita del Paese – non possono non tener conto dell’effettiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale”.

Molto critici i Vescovi anche sul premierato:

“Ho risposto con una raccomandazione per tutti e la ribadisco – ha precisato Mons. Zuppi.

Se vogliamo che le riforme durino devono avere un coinvolgimento di tutti, cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così”.

La Democrazia Cristiana nella persona del Segretario Politico Nazionale, Dott. Angelo Sandri, esprime il proprio consenso e  solidarietà ai vertici della Conferenza Episcopale Italiana sostenendo totalmente la ferma posizione assunta a difesa della nostra Italia Unita, Libera e Democratica in cui la sussidiarietà e la solidarietà sono i pilatri portanti del sistema democratico.

 

 A cura di Dott. FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno)

fernando.ciarrocchi@dconline.info *  cell. 347-2577651 *

 Vice-Segretario nazionale Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing della Democrazia Cristiana italiana

 Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”

 

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Angelo Vecchio Ruggeri
3 mesi fa

Condivido le perplessità della Chiesa ed auspico un cambio di rotta con una legge elettorale proporzionale per fare ritornare a votare la gente costringendo al confronto costante con il territorio. Viceversa ci sarà bassa affluenza ai seggi ed una minoranza governa.

Carbone Grazia Antonia
3 mesi fa

Purtroppo è così da tanti anni..piano piano hanno smantellato tutto..la sanità per prima..le vie di comunicazione poi. La scuola regge ancora..ma non per volere dello stato ma per volontà degli insegnanti che amano i loro alunni.
Se ci ribelliamo ci chiamano con appellativi sempre poco dignitoso..ma il nord fa tutto questo per il bene del Sud.
Nonostante tutto sono convinta che il Sud Rifiorirà.