A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno)
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Coordinatore della Redazione giornalistica de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< Nell’incontro in video-conferenza di quest’oggi (martedì 14 giugno 2022) alle ore 16.00 tra C.S.L.E. e DEMOCRAZIA CRISTIANA occhi puntati sulle tematiche del salario minimo garantito >.
E’ stato ormai istituzionalizzato l’incontro settimanale (in video-conferenza) tra i Dirigenti nazionali del Sindacato C.S.L.E. (Confederazione Sindacale Lavoratori Europei) e quelli della Democrazia Cristiana, scegliendo la giornata del martedì, così come concordato tra il Presidente Confederale Prof. Antonio Labate (Massa Carrara) ed il Segretario politico della Democrazia Cristiana Dott. Angelo Sandri (Udine).
Quest’oggi dunque (martedì 14 giugno 2022), alle ore 16.00, avrà luogo la programmata video-conferenza per un utile scambio di vedute e per programmare l’attività da svolgersi (nel modo più coordinato possibile) nell’immediato futuro.
Tra i vari argomenti che vi sono in agenda, troverà spazio nella discussione di quest’oggi, anche un commento sulla questione del salario minimo garantito, di cui si sono occupati recentemente i vertici delle istituzioni europee, approvando un provvedimento legislativo che dovrebbe diventare vincolante entro due anni da adesso (ergo giugno 2024, NDR).
Interviene sul tema il Presidente Confederale della C.S.L.E. Prof. Antonio Labate il quale ha sottolineato come:
<< La questione del salario minimo sia sicuramente di notevolissima importanza in quanto sarebbe molto utile soprattutto per contrastare delle forme di vero e proprio sfruttamento dei lavoratori, pensando soprattutto a quelli più deboli e meno tutelati.
L’esperienza del quotidiano infatti ci dimostra come in certi settori, soprattutto quelli in cui mancano totalmente adeguati strumenti di controllo, esista una vera e propria forma di “schiavismo”, il che – per un paese moderno – è davvero inaccettabile !
Sicuramente l’introduzione di nuove regole non sono sufficienti a garantire maggiore dignità al lavoro ed a farlo così diventare un effettivo strumento di crescita per il nostro Paese.
L’Italia infatti, negli ultimi decenni, ha seguito logiche troppo assistenzialistiche e con troppi interventi cosiddetti “a pioggia”.
E contemporaneamente è stata usata in abbondanza la variabile dei bassi costi del lavoro, per potersi così garantire un minimo di competitività. >>
Gli fa eco il Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana Dott. Angelo Sandri:
<< Il sistema produttivo italiano è tra i Paesi occidentali, quello che ha la più bassa produttività e presenta uno scarso rinnovamento tecnologico.
C’è bisogno dunque di una politica industriale che punti soprattutto alla formazione ed alla ricerca per ottenere una sufficiente innovazione.
E’ necessario dunque superare la logica degli interventi parziali e non pare certo che la Dirigenza della classe politica attuale (pasticciata, nominata e sostanzialmente “illegale”) sia davvero in grado di formulare chiare e coerenti rispetto ad una visione generale che sicuramente non possiede. >>
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