New appeal to Premier Giorgia Meloni for the poor and children die on every two minutes. Testimonies.

New appeal to Premier Giorgia Meloni for the poor and children die on every two minutes. Testimonies.
A cura di FRANCO CAPANNA (Teramo) 
franco.capanna@dconline.info * cell. 345-1594496 * 
Presidente nazionale Movimento “Seniores” della Democrazia Cristiana

< New appeal to Premier Giorgia Meloni for the poor and children die on every two minutes. Testimonies. >

<< Gent.ma premier Giorgia Meloni.
Dopo colloquio via telefono con sua segretaria governo che prometteva dare a Lei le informazioni all’oggetto,ma sono passate settimane e nulla in riscontro.
È una sfida teutonica e se lasciato solo non posso vincerla! 
Cerco COLLABORAZIONE e Lei è la mia grande speranza per dare pane, acqua, medicine a  Poverelli.
Franco Capanna * 3451594496.
Cordialmente. >>

 

*Ricevo 

I RICCHI SONO LETARGICI, PIENAMENTE OZIANO NELLE LORO ZONE DI CONFORT ANCHE SE GODONO DELLA LORO RICCHEZZA A SCAPITO DEI POVERI

Gentile Franco,

la ringrazio a nome di Save the Children, per l’attenzione posta ai nostri progetti in favore dei bambini più vulnerabili.

E’ grazie alle tante persone come lei, che contribuiscono a supportare il nostro operato ogni giorno, che riusciamo a portare avanti il nostro obbiettivo di salvare bambine e bambini dando loro un futuro migliore.

Resto a sua disposizione per qualsiasi altra informazione o necessità e le invio un caro saluto.

Rossella

 Save the Children | Servizio Sostenitori

P.zza San Francesco di Paola 9, 00184 Roma

Telefono: +39 0648070072

Fax: +39 064870039

Email: sostenitori@savethechildren.org

www.savethechildren.it

Nuovo appello alla Premier Giorgia Meloni di INTERVERVENTO del governo agli abusi  di usare il mio nome per vendite loro prodotti come la ormai famosa lettera alla Meloni  scritta di mio pugno e venduta da JEFF BEZOS di Amazon.

SEGUITA DA UNA LUNGA SEQUELA DI ABUSI DI AZIENDE FAMOSE: MONDADORI, FELTRINELLI E TANTE ALTRE.

O MI SI AIUTA O UNA LOTTA IMPARI PER ME PUR INTREPIDO COME DIMOSTRATO E TRACCIATO IN OPERE FIRMATE.

 

La malnutrizione vista da vicino.

Lontano dagli occhi, lontani dai cuori.
Un viaggio attraverso le parole di chi è stato nei Paesi dove la guerra, la povertà e i cambiamenti climatici mettono a rischio la vita dei bambini.

Fuori dalla luce dei riflettori, milioni di bambini continuano a morire di malnutrizione.

Guerre, povertà, disastri naturali e cambiamento climatico sono le cause principali della malnutrizione…

POVERTÀ E MALNUTRIZIONE

IL CASO DELL’UGANDA

Il 90% dei bambini colpiti da malnutrizione acuta vive in paesi a medio o basso reddito.

I bambini più poveri hanno una probabilità su 3 in più di non arrivare al quinto anno di età. Senza una dieta sana, ricca ed equilibrata, la disponibilità di acqua pulita e l’accesso alla cure e ai servizi sanitari adeguati, la malnutrizione delle mamme e dei bambini diventa una seria sfida difficile da combattere.

Una mamma malnutrita in fase di gravidanza o allattamento ha più possibilità di dare alla luce bambini sottopeso o che sviluppano gravi ritardi nella crescita, perpetuando un circolo vizioso e intergenerazionale di malnutrizione in Uganda più del 30% della popolazione è costretta a fare i conti con una condizione cronica di insicurezza alimentare, esacerbata dalla povertà, dall’assenza di terra, alti tassi di fertilità, disastri naturali, innalzamento dei prezzi dei generi alimentari, mancanza di educazione.

Cesare Bocci

racconta il suo viaggio con noi in Uganda

Siamo in viaggio da più di due ore per raggiungere un villaggio remoto abbarbicato sulle montagne a più di 2.000 metri d’altezza, gli operatori di Save the Children hanno individuato diversi casi di malnutrizione tra i bambini della comunità.

La Jeep sobbalza continuamente per le buche grandi come crateri che hanno divorato la strada, più volte le ruote hanno arrancato a fatica nel fango.

 

La povera gente che incontriamo ci guarda come fossimo alieni, non si capacitano del fatto che dei bianchi possano trovarsi lì. Il distretto di Kasese, nella parte occidentale dell’Uganda al confine con il Congo, è una delle aree più povere e impervie del paese. Qui la malnutrizione raggiunge percentuali altissime.

Eppure, non è l’Africa che conosco, quella del Mozambico, martoriata da una siccità di due anni e dalla carestia, quello che vedo intorno a me è completamente diverso. Qui la natura è ricca: alberi, laghi, coltivazioni rigogliose che si estendono a perdita d’occhio. Questa è una terra in cui basta piantare un seme e la natura è pronta a restituire i suoi frutti.
E allora mi chiedo, perché i bambini muoiono ancora di fame? Perché per poter raggiungere la prima fonte d’acqua bisogna camminare almeno un’ora? Perché gli ospedali e i pochi centri sanitari sono lontanissimi dai villaggi?
L’Uganda è anche un paese ricco di risorse naturali: oro, diamanti, coltan, rame, petrolio, potrebbe essere un paese prospero, quanto meno il cibo dovrebbe esserci per tutti.
Le ragioni per questa drammatica e ingiusta situazione sono tante: anni di conflitti interni per il potere hanno devastato il paese nel suo tessuto sociale e culturale, le grandi multinazionali si sono poi accaparrate centinaia di migliaia di ettari per coltivazioni estensive di tè, di banane, di prodotti che non restano nel paese, che prendono le vie dell’occidente.

La gente così è stata privata anche della poca terra che aveva, quella gli permetteva comunque di sopravvivere.
Questa è realtà che si palesa ai miei occhi, e provo tanta rabbia, frustrazione, tristezza… Ma nel frattempo siamo arrivati al villaggio di Kagondo, e la rabbia lascia il posto alla speranza.

La prima persona che vedo è Jonas, con in braccio sua figlia Dorine, 11 mesi. Dorine è nata sottopeso e ancora oggi è uno scricciolo, che pesa molto, molto meno di quello che dovrebbe. Quando gli operatori di Save the Children l’hanno individuata, era in una situazione disperata.

Portata in ospedale, le hanno immediatamente somministrato alimenti terapeutici e sali reidratanti. Sono stati spesi pochi euro e in pochi giorni Dorine ha cominciato a riprendersi.

Ora è fuori pericolo, e sua madre è tornata a sorridere e a guardare avanti. E sorrido anch’io, animato da tanta speranza, perché penso che in ogni paese dove siamo presenti, dall’India al Corno d’Africa, dal Mozambico all’Indonesia, e anche qui in Uganda, con l’aiuto degli operatori di Save the Children e di tutta quella gente che dona anche un solo euro perché ci crede, si riesce a salvare la vita di tanti bambini innocenti, che non sanno nulla di potere, petrolio e multinazionali.

Sorrido e piango se penso che circa dieci anni fa al mondo morivano nove milioni di bambini sotto i cinque anni per cause prevenibili e curabili, e ora sono solo cinque milioni e mezzo.
Sorrido e sento un’urgenza fortissima dentro perché bisogna fare di più e presto per azzerare questi numeri assurdi. È nostro dovere. Perché i bambini, ovunque si trovino nel mondo, e di qualsiasi razza essi siano, sono i bambini dell’umanità, sono i nostri bambini, sono la nostra speranza.

Franco Capanna

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Franco
2 anni fa

Continuate mandare commenti a me autore e postarli in questa sede ma non possibile