A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)
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Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana
Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana
Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.
Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”
” Non più Papa Emerito ma Vescovo Emerito di Roma con la talare nera”.
Nel caso in cui dovessero verificarsi casi simili di dimissioni anticipate da parte dei Pontefici il Vicario di Cristo non avrà più l’appellativo di Papa Emerito ma di Vescovo Emerito di Roma, non indosserà più la talare bianca, ma nera.
Da voci che si fanno sempre più insistenti di giorno in giorno sembra essere proprio questa l’intenzione di Papa Francesco tanto che potrebbe autorizzare l’emanazione di un nuovo regolamento specifico per disciplinare lo status giuridico della figura del Papa Emerito, che come dicevamo in premessa, con molta probabilità non sarà più così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.
Questa azione di Papa Francesco sana uno status che, volente o nolente, ha, comunque, nonostante tutto, generato qualche motivo di confusione sia tra il clero, sia tra i fedeli.
Quel fatidico 11 febbraio 2013 quando Papa Benedetto XVI rese not0 al modo le sue dimissioni dal Soglio di Pietro tutti rimasero sbalorditi , stupefatti, sopresi, in primis i massimi studiosi di diritto canonico.
Fino a quel momento nessuno si era mai chiesto come ci si sarebbe dovuto comportare dinanzi ad una fattispecie simile visto che il rifiuto, cronologicamente più vicino a noi, risale al gran rifiuto di Papa Celestino V tramandato ai posteri dal Sommo Poeta, Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia.
Canonicamente, a quanto sembra, il titolo di Papa Emerito non risulta essere contemplato. Constato questo vuoto normativo Papa Ratzinger decise così di gestire il suo stauts, appellandosi Papa Emerito, mantenendo la veste bianca e vivendo nel più totale nascondimento e nella preghiera all’interno delle mura vaticane.
Nel decennio in cui il Papa Emerito Benedetto XVI visse nel monastero all’interno del Vaticano, anche se ad intermittenza , sono stati scritti interminabili fiumi di inchiostro circa la “vexata qaestio” in merito a chi fosse tra i due Papi il Papa regnate stante la loro coabitazione all’interno del medesimo perimetro vaticano.
Si sono contrapposte più posizioni e d elucubrazioni giuridiche di diritto canonico: ciò ha innescato l’inevitabile disorientamento non solo tra gli addetti ai lavori ma soprattutto tra i fedeli.
Ne sono sorte disquisizioni meramente giuridiche che spesso e volentieri si sono rivelate di lana caprina dato che la figura giuridica del Papa Emerito sembra non essere normata dall’attuale codice di diritto canonico quindi sono state messe in campo tesi o ipotesi spesso elaborate per analogia o per deduzione.
Non a caso post mortem del Papa emerito Benedetto XVI si è scatenata una ridda di dichiarazioni e pronunciamenti in merito sia da parte di autorevoli studiosi, sia di eminenti personalità ecclesiastiche.
Quella che più ha avuto gli onori della cronaca, del resto non poteva essere altrimenti, è stata come abbiamo scritto all’inizio, l’intenzione di Papa Francesco che autorizzerà la pubblicazione di un nuovo regolamento circa la figura giuridica del Papa emerito che non sarà , qualora dovesse esserci, più appellato Papa Emerito ma Vescovo emerito di Roma con la talare nera non più banca.
A voler riflettere un attimo: l’intenzione di Papa Francesco, a nostro modesto avviso, non è per nulla campata per aria o fuor di luogo, in primis è in piena ottemperanza con quanto avviene, come previsto dal codice di diritto canonico, quando un ordinario diocesano raggiunto il limite di età, previsto per i 75 anni, salvo proroga, è chiamato a lasciare la diocesi che ha retto.
Il Vescovo emerito indossa la talare nera ed è parte integrante del clero diocesano insieme agli altri sacerdoti.
Vestirà la veste filettata quando ci saranno solenni celebrazioni qualora volesse concelebrare.
Dunque la volontà di Papa Bergoglio è anche più che logica e soprattutto pone la giusta parola fine ad una confusione che certamente non giova al bene della Chiesa .