A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi
Monteprandone (provincia di Ascoli Piceno)
fernando.ciarrocchi@dconline.info
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
e di Dott. Angelo Sandri
Cervignano del Friuli (provincia di Udine)
segreteria.nazionale@dconline.info
Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana
< Nuovo appello del Santo Padre per fermare il conflitto in Ukraina: “Questa guerra è ripugnante !” >
Ci fa molta specie sapere che alcuni tendono a giustificare la brutale aggressione da parte delle forze armate di Putin all’Ukraina, come se fosse un diritto poter annientare una nazione ed un popolo costretto alla fuga.
E’ ben vero che l’imbecillità umana non ha limiti ma si è tentato di dire perfino che era tutta una montatura giornalistica e che i i milioni di profughi costretti alla fuga per salvare la loro vita fosse quasi una “fiction”.
Ricordiamo la polemica di tempo addietro sui social con un certo Burla di Viterbo (homen….nomen…. dicevano i latini) che esprimeva idiozie similari a quanto scritto sopra.
Purtroppo quello a cui stiamo assistendo non è “fiction” ma la cruda ed agghiacciante verità !
Con la sua paterna determinazione, anche nella terza Domenica di Quaresima, il Santo Padre, durante l’Angelus, ha fatto nuovamente sentire la voce della Chiesa lanciando l’ennesimo appello accorato: “Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino nel far cessare questa guerra ripugnante”.
Si, ripugnante, così è stato definito il conflitto in atto in cui hanno perso e continuano a perdere la vita anche centinaia e centinaia di bambini.
Ha continuato, poi, il Santo Padre con parole ancora più forti “È un massacro insensato”.
Non è mancato poi un altrettanto forte e vibrante appello affinché siano protette le giovani donne per sotterrarle alle ignobile tratte poste in essere da avvoltoi senza scrupoli, così li ha definiti il Santo Padre.
Papa Francesco si è poi recato all’ ospedale del Bambin Gesù a far visita ai 50 bambini ucraini ricoverati e bisognosi di cure. È stato un momento toccante: è sembrato di vedere un nonno con il suo affilato paterno per tutti i suoi nipoti ha regalato una carezza affettuosa, un sorriso sincero e sentite parole di conforto.
La presenza spontanea del Santo Padre ha fatto partecipare, nonostante le immagini siano giunte a tutti noi, televisivamente, quel calore umano e familiare, appunto, di cui questi bambi, comprensibilmente terrorizzati, hanno urgente bisogno alla stessa stregua delle cure che quotidianamente i sanitari stanno praticando.
Al termine dell’intervento, in video conferenza, con il Parlamento italiano, il Presidente ucraino, Zelinsky, ha chiesto la mediazione del Santo Padre, affinché cessino di far fuoco tutte le armi che stanno distruggendo città e uccidendo centinaia di innocenti bambini.
Al Santo Padre partecipano tutta la nostra più sincera e filiale GRATITUDINE per la Sua paterna sollecitudine in difesa degli indifesi e degli ultimi che in questo triste frangente: lo ripetiamo, sono i bambini !
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Articolo intenso e aderente ai valori cristiani autentici.
Esprime lo stato d’animo, le preoccupazion, la partenza sensibilità di Papa Francesco, che nell’esercizio del suo Ministero getta luce, conforto, sostegno e speranza nella nebulosa coscienza umana e cristiana di oggi. Il Signore metta la sua mano perché le parole e la visione del Papa trovino eco ed accoglienza.
Lo speriamo e ci preghiamo tutti, ed è certo che l’intercessione della Vergine non verrà meno.
L’augurio più grande che non vengano stravolte e usate malevolmente, nel doppio senso, le preghiere di amore e di pace che il Papa eleva al Signore.
Senza nulla cedere a Putin e senza piegarsi al suo delirio, non dovrebbe essere elusa una considerazione altra, che vede atteggiamenti e pronunciamenti fuorvianti in chi oggi ha la grande responsabilità di salvare il pianeta da una catastrofe generale incombente.
Troppi irresponsabili alla guida di una civiltà in declino e di governanti a livello mondiale deboli nell’amore e forti soltanto nelle parole..
Condivido con speranza.