di ANGELO SANDRI
Il tema concernente l’aborto e la lotta per la vita è senz’altro un tema cui la Democrazia Cristiana riserva grande attenzione e di converso lo fa anche < IL POPOLO >, lo storico giornale del partito scudocrociato, che della D.C. e del pensiero dei democratici cristiani italiani, intende essere autentico “portavoce”.
Abbiamo pubblicizzato e sostenuto, la scorsa settimana, la “Marcia per la vita”, che si è svolta a Roma nel pomeriggio di sabato 19 maggio, e giunta quest’anno alla sua ottava edizione. La “Marcia per la vita” ha assunto quest’anno un significato del tutto particolare, essendo il quarantesimo anniversario dell’approvazione della legge 194. Una manifestazione molto partecipata che ha testimoniato come – dopo quarant’anni – si ancora in lotta, senza paura, a favore di uno dei principali valori cosiddetti irrinunciabili, quello del diritto alla vita.
Non ci sarà futuro per il nostro Paese, se la difesa della vita non continuerà ad avere, i suoi convinti paladini e sostenitori. A quarant’anni dall’approvazione della legge 194, la grande menzogna che ha fatto passare, con la convivenza di troppi cattolici, addirittura per “tutela sociale della maternità” l’avvio di uno sterminio generalizzato dei nascituri. Si calcola che dal 1978 ad oggi in Italia ci siano stati 6 milioni di bambini abortiti che avrebbero dato sicuramente forza e speranza al nostro Paese.
Dobbiamo essere consapevoli che il superamento della legge 194 sarà un obiettivo di lungo periodo, ma ancora fattibile, nel caso che i cattolici rientrino come tali, con la unicità della loro cultura di vita, a far parte delle istituzioni parlamentari.
Un primo piccolo passo lo si sta facendo nelle amministrazioni regionali, delegate alla gestione del servizio sanitario. Esponenti di orientamento cristiano hanno proposto, partendo dal Molise, il ticket regionale sull’aborto. Non è ammissibile infatti che milioni di italiani paghino con le proprie tasse una pratica non condivisa dalla nazione, che vede circa il 70% dei medici essere obiettori di coscienza (proprio perché incapaci di nascondere a se stessi e alla propria professione la verità sull’aborto).
La prassi della Interruzione volontaria di gravidanza non ha alcun collegamento con il bene comune e vabandita dall’orizzonte della buona politica. La scelta dell’aborto deve diventare davvero personale e non può ricadere su tutti i contribuenti. Sarebbe già questo un primo segnale per poter dimostrare che le priorità nazionali sono ben altre e si promuova un sistema sanitario che proponga una cultura di vita e non di morte.
Occorre dunque riaprire un dibattito sul tema della vita, contrastando la celebrazione della legge sull’aborto che ha portato nel Paese una realtà di morte e di impoverimento. E Pensiamo anche elle gravi conseguenze psicologiche su milioni di donne, che debbono subire il dramma dell’aborto.
Dobbiamo ribadire con forza che la vita è un valore !
La legge 194 impone di essere ripensata attentamente dal momento che stiamo rischiando l’estinzione, come comunità italiana e occidentale, proprio per la mancanza di figli. Deve essere modificata la cultura abortista che è arrivata a “nascondere” dietro a una pillola la tragedia dell’aborto: la vendita di contraccettivi, pre e post impianto embrionale, al banco farmaceutico, senza prescrizione da parte del medico alle minorenni va urgentemente ripensata.
L’obiettivo gli ogni politico di buona volontà deve essere cancellare le leggi che promuovono la morte e favorire le leggi pro-vita. Noi siamo per il sostegno reddituale alla maternità, al posto di impraticabili e improduttivi redditi di cittadinanza. Dobbiamo dare valore sociale e pubblico al ruolo della mamma e poter creare le condizioni affinchè la donna possa veramente scegliere. Molte donne abortiscono infatti perché non hanno scelta. Noi vogliamo che vi sia veramente la possibilità di scegliere in assoluta libertà.
ANGELO SANDRI – UDINE