Oggi abbiamo deciso di riparlare della morte atroce della giovane Desirée, lo facciamo nella rubrica Scomparsi de il Popolo. ma rimane il fatto che l’omicidio Desirée è stato uno dei più terribili, ma ora sembra esserci una svolta nel caso con una presunta quinta persona che ha partecipato alla macabra azione.
La vicenda
Un caso di cronaca che si aggiunge agli altri italiani, indimenticabili per la loro ferocia e orrore ai danni di persone innocenti. Desirée Piovanelli aveva 14 anni quando il 28 settembre 2002 è stata rapita e uccisa, all’interno di una cascina di Brescia – dove oggi sorge un residence di lusso.
Era stato il suo coetaneo, Nicola Bertocchi, ad averla invitata e attirata in quella cascina a pochi metri da casa per farle vedere dei cuccioli appena nati di gatto. Ma la ragazza non si è trovata davanti ad uno spettacolo della natura bensì ad altri due coetanei e un adulto: il loro intento era violentarla e poi ucciderla, senza pietà. Persone che lei conosceva bene, di cui si “fidava” che si sono rivelati essere i mostri del suo tragico destino.
Giovanni Erra è ancora in galera per il suo 30 anni di reclusione, per la quale chiede la revisione del processo – mentre gli altri complici al tempo minorenni sono già in libertà.
Gli accusati
Tre degli stranieri accusati di aver ucciso Desirée nel palazzo occupato di San Lorenzo – attraverso i loro avvocati – hanno presentato istanza al tribunale del Riesame per chiedere la revoca o la sostituzione delle misure cautelari. Il tribunale della Libertà fisserà udienza nei prossimi giorni, forse già entro la fine della settimana.
Nei confronti di Mamadou Gara di 27 anni, del 43enne Brian Minteh e di Chima Alinno, 46 anni, la procura contesta i reati di omicidio, violenza sessuale e cessione di stupefacenti.
Stessi reati sono contestati a Yusif Salia, il cittadino ghanese di 32 anni attualmente detenuto a Foggia e per il quale il gip pugliese ha convalidato il fermo, anche se ora la Procura di Roma dovrà rinnovare la richiesta della misura cautelare al giudice per le indagini preliminari capitolino.
La svolta nel caso
A distanza di diciassette anni da quel tragico giorno, il Giornale di Brescia rivela qualcosa che potrebbe dare una svolta al caso e un’aggiunta a quanto sino ad ora definito.
Il Ris di Parma ha trovato una traccia di DNA che non appartiene alle persone sino ad oggi indicate. La stessa si trova sul giubbino della ragazza, all’altezza del costato e del gomito – trovata a suo tempo durante le indagini ma mai presa in considerazione.
Per questo motivo gli avvocati della famiglia Piovanelli chiedono alla Procura di Brescia di analizzarla e portare alla luce il nome del “soggetto di sesso maschile”. Un nome che potrebbe dare una svolta al caso e dare nuovi tasselli molto importanti.
Speriamo che anhe questo caso definoito Cold Case , possa giungere a buon fine e dare alla giustizia un nome dell’assassino, anche perchè la famiglia possa cominciare a tornare a una vita “normale”.
Rubrica Scomparsi curata dal Vice Direttore de il Popolo Dr. Antonio Gentile
Perché c’è la foto di una ragazza che non è Desirée?