Un appuntamento a cui ormai ci siamo abituati e che ci regalerà un’ora di luce in più, in concomitanza con l’arrivo della primavera. Ma tenendo conto di un sondaggio rivolto a tutti i cittadini europei, che hanno manifestato insofferenza verso l’attuale spostamento delle lancette, a ottobre e a marzo, la Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker ha avanzato una proposta, secondo cui
“l’ultimo spostamento obbligatorio delle lancette, per passare all’ora legale, si verificherebbe domenica 31 marzo 2019. Successivamente, gli Stati membri che intendono passare in modo permanente all’ora solare potranno effettuare un altro spostamento delle lancette domenica 27 ottobre 2019. Dopo tale data non sarà più possibile effettuare cambi stagionali dell’ora”.
Sulla base di questo presupposto, quello del prossimo marzo sarebbe l’ultimo cambio dell’ora. Ma non è affatto detto che sia così. La Commissione aveva sottoposto al Parlamento e al Consiglio dell’UE la possibilità di lasciare che gli stati membri decidessero autonomamente ma secondo quanto scrive Politico, i ministri dei Trasporti dei 28 paesi europei hanno chiesto più tempo per decidere.
Entro dicembre 2018, il Consiglio dell’Unione Europea avrebbe dovuto trovare un accordo sulla sua abolizione, ultima data utile per rispettare i tempi tecnici. Così non è stato e la palla potrebbe passare alla prossima Commissione Europea, che si insedierà dopo le elezioni europee di maggio 2019.
Il ministro austriaco dei trasporti, Norbert Hofer, ha aggiunto che il piano per eliminare il cambio di orario nel 2019 non sarà “supportato” da un numero sufficiente di paesi e che occorrono almeno 18 mesi per preparare una riforma che riguardi tutto compresa la pianificazione di treni e voli.
Il suo ministero sta spingendo affinché ai paesi venga dato fino al 2021 per decidere se continuare a spostare le lancette a marzo e ottobre, non fino ad aprile 2019.
La storia dell’ora legale in Italia
Introdotta in Italia nel 1916, fu abolita dal 1940 al 1948 e ripristinata diverse volte durante la seconda guerra mondiale. Venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965 e applicata per la prima volta nel 1966. Allora durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima di settembre. Durata che nel 1980 venne prolungata di altri due mesi arrivando a 6.
La durata attuale, pari a 7 mesi, da fine marzo a fine ottobre, venne introdotta solo nel 1996 insieme al resto dell’Europa quando la fine fu spostata dall’ultima domenica settembre all’ultima di ottobre.
Perché abbiamo adottato l’ora legale
La spiegazione è semplice. L’obiettivo dell’ora legale è quello di garantire il risparmio di energia usufruendo di un maggior numero di ore di luce naturale, ritardando l’accensione della luce elettrica la sera.
Secondo i dati Terna, nel 2018 l’ora legale ci ha permesso di risparmiare 554 Gwh pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie. In termini di emissioni di CO2 abbiamo risparmiato 290 mila tonnellate.
“Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è pari a circa 111 milioni di euro” prosegue Terna.
Dal 2004 al 2018, secondo i dati Terna, il minor consumo di elettricità in Italia dovuto all’ora legale è stato pari a 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora, la stessa energia elettrica annua usata da una regione come la Sardegna. Ciò ha permesso ai cittadini di risparmiare circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.
Eppure il passaggio dall’ora solare all’ora legale crea anche dei disagi. Dal punto di vista fisico, c’è chi soffre di una sorta di jet lag, avvertendo alcuni disturbi tra cui insonnia, inappetenza e nausea. Ma c’è chi assogia l’ora legale a un aumento dei problemi cardiaci. Uno studio condotto dall’Università del Michigan ha rilevato che il lunedì successivo al weekend del cambio dell’ora in primavera coincide con un aumento dei casi di infarto pari al 25%.
L’ora legale resterà in vigore fino a sabato 26 ottobre 2019.
di Antonio Gentile