di Antonio Gentile su : www.ilpopolo.it
Flat tax, pace fiscale e voluntary disclosure: saranno quasi certamente alcune delle parole chiave della prossima manovra di governo. E sono unite tra loro da un comune denominatore cioè dalla volontà politica del governo del cambiamento. Infatti la Lega, oggi al Governo col M5S, ha puntato molto sulla flat tax. Una misura che potrebbe essere introdotta nel 2019 solo per le imprese. Per poi essere estesa l’anno seguente. Pace Fiscale e voluntary disclosure sarebbero invece strumenti con cui finanziare la stessa flat tax.
Stando alle indiscrezioni che filtrano sulle misure di prossima approvazione da parte dell’esecutivo non mancano difficoltà ed ostacoli. In particolare c’è chi ritiene che la ‘pace fiscale’ per come era stata immaginata possa scontrarsi sia con l’assenza di risorse disponibili e sia col rischio di incostituzionalità.
Il principio di base della proposta di legge a firma Lega prevede di favorire l’estinzione del debito mediante un saldo a stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà’. Grazie alle risorse da recuperare il partito di Salvini avrebbe voluto lanciare da subito la flat tax. Ma forse si dovrà procedere in maniera graduale.
Pace fiscale 2019 e voluntary disclosure
Insieme alla pace fiscale l’altro strumento a cui si guarda con attenzione per recuperare risorse è la cosiddetta voluntary disclosure sui capitali all’estero con una aliquota tra il 20 ed il 25%. Si tratta di una procedura di emersione spontanea dei capitali detenuti all’estero. Nella versione che potrebbe essere approvata dal governo guidato dal premier Conte ci sarebbe la condizione per il contribuente di reinvestire in PIR i capitali rientrati in Italia. Per cui si andrebbe a recuperare risorse, utili per la flat tax nelle intenzioni della Lega, e si darebbe ossigeno all’economia nazionale.
Il governo, inizialmente, aveva cercato di proporre una rottamazione di tutti di tutti gli arretrati di Equitalia con la conseguenza che avrebbe portato nelle casse dello Stato quasi 55 miliardi di euro andando a coprire il mancato gettito della flat tax. Questo tipo di procedura, già era stata presentata dell’On. Fedriga nel 2015, la quale proponeva di sanare la posizione verso Equitalia in questo modo:
- versare il 6% di quanto dovuto per imposte, sanzioni, interessi e accessori, ma solo per chi non possiede alcun immobile e abbia redditi bassi;
- il 10% per chi possiede un solo immobile e redditi sotto i 24 mila euro;
- per tutti gli altri casi versare il 25%.
Ma questo progetto si è scontrato contro diversi ostacoli evidenti come l’obbligo di versare comunque tutta l’Iva, o anche la disparità con chi ha saldato regolarmente i propri debiti tributari, con lunghe rateazioni, e infine con il fatto che il barile di Equitalia è già stato raschiato con due successive operazioni di rottamazioni.
Rimane il fatto che la speranza di non pagare le cartelle esattoriali svanisce, gli italiani dovranno continuare a pagarle fino al 2019. Il governo si giustifica affermando che non ci sono coperture finanziarie e rinvia la pace fiscale.
di Antonio Gentile