A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL)
lorenzo.raniolo@dconline.info
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< Palermo: in fila al capezzale di Biagio Conte sperando nell’ultimo miracolo del missionario laico ! >
Alla Missione Speranza e Carità di Palermo si prega incessantemente, notte e giorno. E si spera nel miracolo.
Dietro la porta della sua stanza, nella missione di via Decollati, si coltiva la speranza di un miracolo.
Arrivano da tutta la Sicilia per poggiare lo sguardo su di lui soltanto per una manciata di secondi.
Una preghiera, il segno della croce e tante lacrime.
Biagio Conte lo sa. Anche se da giorni non parla quasi più e vuole soltanto silenzio attorno a sé.
Disteso nel suo letto, dentro il solito saio verde, non smette di combattere contro il cancro. Le cure mediche per contrastare la malattia, però, sono cessate.
Ha lasciato tutto per i poveri e per Dio. Frà Biagio Conte è in fin di vita, si sta spegnendo lentamente nella sua cella palermitana, in via Decollati, stretto dall’affetto di tutta Palermo e dei suoi, della Missione Speranza e Carità da lui fondata, che sperano in un miracolo.
Figlio di un industriale edile, dal maggio 1990 decise di dedicarsi a Dio, vestendosi di sacco, rinunciando a una casa, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e vivendo come un eremita, per poi incamminarsi in solitudine verso Assisi.
Tornò a Palermo con l’intenzione di partir per l’Africa come missionario, ma rimase tra la sua gente: “Qui in troppi soffrono povertà e abbandono, qui è la mia missione“.
Cominciò dai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, facendosi – e lo era – uno di loro.
Continuò fondando, nel 1993, la “Missione di Speranza e Carità” che ha ospirato e aiutato, negli anni, migliaia di persone senza chiedere ad alcuno in quale Dio credesse.
Biagio non è un prete nè un monaco, lo hanno chiamato “Frà” perchè si è fatto fratello di tutti, e per tutti ha camminato, spesso portando sulle proprie spalle una croce più pesante di lui. Quando, alcuni anni fa, gli stenti e la fatica lo costrinsero in una sedia a rotelle, pregò perchè potesse tornare a camminare, e gli fu dato.
Biagio Conte ha 60 anni, e ora è lui – che, come Pietro, ha lasciato ogni cosa, e ha tanto pregato per il suo prossimo – che ha bisogno delle nostre preghiere.
Fino al giorno di Natale, Conte si è occupato personalmente della missione: l’accoglienza di nuovi poveri, la sistemazione nelle stanze, i libri scolastici per i bambini che ancora non li avevano, le scarpe per gli operai.
La sera del 31 dicembre la missione si è riunita attorno a lui per tutta la notte per l’adorazione eucaristica.
Un tavolo come fosse un altare è stato sistemato proprio accanto al letto di Conte.
L’indomani, primo dell’anno, giorno dedicato alla Madonna, con una sedia a sdraio il missionario laico è stato trasferito in chiesa per la messa. “Vi voglio bene”, ha detto alla comunità in quell’occasione.
La messa celebrata accanto alla sua stanza. Don Pino, da sempre al fianco di Biagio Conte, ha deciso di celebrare ieri la messa accanto alla sua stanza.
Durante la messa, ieri, si pregava per lui fra i canti e le letture del giorno. “Preghiamo perché guarisca”, dice una ragazza. Per don Pino è tempo di “mettersi nelle mani di Dio”. La missione continua a pregare.
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