La Suprema Corte ha stabilito che parcheggiare al posto di un disabile è un vero e proprio reato penale, un caso di “violenza privata” poichè verso il portatore di handicap viene negata una libertà ed un diritto.
Infatti spesso il disabile di turno si trova costretto a chiedere aiuto alle Forze dell’Ordine ed attendere anche tanto tempo prima che venga fatto rispettare un diritto sacrosanto.
.Una giusta condanna per quella che da troppi automobilisti viene considerata una cosa di poco conto, ma il parcheggiare al posto di un disabile può creare una serie enorme di disagi ad una persona che magari non può camminare o ha estreme difficoltà a muoversi.
Se pure nell’oceano di parcheggi selvaggi, quelli sugli stalli riservati ai disabili sono i meno frequenti, resta comunque un malcostume troppo diffuso. La cronaca ci riporta solo casi eclatanti, come l’auto della polizia locale parcheggiata sul posto riservato ai disabili oppure il comandante dei vigili di Patti che si era inventato il verbalone gigante per far vedere a tutti che l’auto sul posto disabili stava commettendo l’odiosa infrazione. Assodato che si tratti di una pratica vergognosa, ora, quel che rimane da capire è quali siano i mezzi più idonei. Personalmente, sono sempre dell’idea che le battaglie vadano combattute sul fronte dell´educazione stradale, nelle scuole e con campagne di comunicazione ad hoc. Tuttavia forse anche punire severamente i colpevoli può avere efficacia, ma a patto che i controlli siano costanti, perché se si mette nei guai un furbetto ogni mille, gli altri 999 non si cureranno nemmeno della cosa.
Se decidete di parcheggiare in un posto riservato ai disabili senza autorizzazione sappiate che potreste incorrere in pesanti sanzioni.
A stabilirlo è il Codice della Strada che oltre a prevedere multe salate stabilisce anche delle sanzioni amministrative accessorie per chi sosta negli spazi genericamente riservati ai disabili senza un regolare permesso.
Non solo: se l’automobilista occupa, senza esporre il contrassegno, un posto invalidi che è destinato ad un singolo soggetto – e quindi è espressamente riservato a quest’ultimo – potrà essere accusato del reato penale di violenza privata. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, nella sentenza 17794/2017.
Vediamo a quanto ammontano le sanzioni, quanti punti dalla patente possono essere decurtati e cosa succede se si parcheggia su un posto espressamente riservato ad un disabile.
Le sanzioni previste
Il Codice della Strada prevede pesanti sanzioni per i soggetti che decidono di parcheggiare in un posto riservato ai disabili senza il permesso necessario per farlo.
In particolare è prevista una multa che va da un minimo di 84 euro fino ad un massimo di 335 euro per tutti gli automobilisti che parcheggiano la propria autovettura in un posto disabili senza esporre il contrassegno rilasciato dal Comune.
La multa scende tra i 40 e i 163 euro se a commettere l’infrazione è un soggetto non autorizzato che parcheggia sul posto invalidi il proprio motociclo.
È inoltre prevista la decurtazione di 2 punti dalla patente per tutti coloro che decidono di parcheggiare il proprio veicolo in un posto riservato ai disabili senza un regolare permesso. La stessa sanzione si applica anche ai veicoli che vengono parcheggiati sullo scivolo del marciapiede dedicato al passaggio dei disabili.
Sosta parcheggio disabili ad personam: scatta il reato e non la sanzione
Se si parcheggia il proprio veicolo, senza autorizzazione, su uno spazio che è assegnato direttamente e non genericamente ad un disabile si può essere accusati del reato penale di violenza privata.
A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, con la sentenza 17794/2017.
Per posto direttamente assegnato al disabile si intende quello spazio che viene rilasciato dal Comune a quel soggetto che ha gravi difficoltà a deambulare e che necessita di un’area dove parcheggiare in prossimità della propria abitazione o luogo di lavoro. Tale spazio è individuato da apposita segnaletica che riporta gli estremi del contrassegno invalidi rilasciato al soggetto autorizzato ad usufruirne.
La decisione della Corte Suprema è arrivata in seguito alla contestazione di una donna titolare di un parcheggio riservato alla sosta disabili con indicazione della sua targa e regolari segnalazioni e cartello che indicava appunto il divieto. La donna in questione ha trovato il parcheggio invalidi a lei riservato occupato e ha denunciato subito il fatto alla polizia municipale. Dopo diverse ore dalla denuncia la macchina parcheggiata illegalmente veniva rimossa. La signora ha poi provveduto a querelare il proprietario del mezzo rimosso, un uomo di 63 anni, che a sua difesa sosteneva di non essere stato lui a parcheggiare lì, ma il figlio.
Il Tribunale di Palermo ha deciso di condannare l’uomo a quattro mesi per violenza privata e tale sentenza è stata poi confermata in appello. A questo punto l’uomo ha fatto ricorso, ma la Cassazione lo ha rigettato ritenendolo colpevole del reato penale di violenza privata e l’ha obbligato al risarcimento danni di 5.000 euro per la parte offesa e al pagamento delle spese processuali.
La Corte nella sentenza ha spiegato che occupare un posto espressamente riservato ai disabili impedisce all’invalido di godere di un suo diritto; proprio per questo motivo non è possibile applicare solo una sanzione pecuniaria ma si deve procedere penalmente.
Autista avvisato mezzo salvato, quindi da oggi evitate di fare i furbi o i distratti, ma soprattutto rispettate chi non ha la vostra fortuna perché portatore di handicap.
di Antonio Gentile