Parla la figlia di Aldo Moro, la signora Maria Fida, lo fa denunciando le istituzioni e “Un potere oscuro che prese il sopravvento sulla casa di Moro”.
Bisogna riaccendere la partecipazione. Io penso che nelle cosiddette feste per ricordare certi eventi, ad esempio alla Giornata della Memoria per ricordare la Shoah, ci si debba proprio fermare come si fa in Israele. A noi familiari ha sanato e confortato l’istituzione del 9 maggio giornata proprio intitolata alle vittime del terrorismo. La vera ferita è il disinteresse. “Sugli anni ’70 c’è stato un silenzio anche pieno di sensi di colpa e poi ci sono state molte interpretazioni sbagliate”, lo sfogo di Maria Fida continua lei che è la primogenita del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
La mattina in cui suo padre fu sequestrato e gli uomini della sua scorta massacrati da raffiche di mitra, lei si trovava nell’appartamento dei genitori, vicina al luogo del misfatto. Era accorsa, come assalita da un presentimento, a riprendersi suo figlio Luca, di due anni, che in quei giorni stava dormendo dai nonni e spesso usciva di casa tra le braccia di Aldo Moro.
Continua la figlia di Moro: “Un potere oscuro prese il sopravvento sulla nostra casa”…. Ma il circuito che porta le audizioni nella Sala Stampa di Palazzo san Macuto s’interrompe qui. L’audizione passa ‘in secreta’ anche se in serata si apprenderà che il motivo di tanta cautela riguarda molti aspetti sensibili relativi alle spaccature interne alla sua famiglia e raccontati dettagliatamente. In particolare, la testimonianza ha riguardato il ruolo del Movimento “Febbraio 74”, al quale aveva aderito suo fratello. Il Movimento, allora diretto da Giovanni Quaranta, era nato da un convegno che si svolse in quel mese alla presenza del cardinal Poletti, di cui oggi si sarebbe anche parlato durante l’audizione. Come spiegò già in un’importante intervista rilasciata circa tre anni fa, Maria Fida Moro ritiene che i rappresentanti di quel Movimento avrebbero inciso sulla “libertà di movimento e di azione” di sua madre Eleonora e della sua intera famiglia.
Sui veri responsabili della morte di Aldo Moro (che lo statista nella sua ultima lettera indicò esplicitamente nella Dc di allora) la famiglia assunse un preciso atteggiamento. Implorammo il partito, anche la Croce Rossa era disponibile a fare la sua parte, niente di fatto. Alla fine non ci restò che una cosa da fare: vietare i funerali di Stato. Ecco, non potendo bruciarmi in piazza per mio padre, anche se lo avrei fatto e forse avrei dovuto farlo, affermo che l’unica cosa che noi potemmo fare per lui fu negare i funerali di Stato. “Decidemmo di non darlo ad uno Stato che non aveva voluto tentare la via per salvarlo”. Parole che fanno rizzare la pelle e lasciano sul mistero dell’affare Moro, una delle domande più inquietanti della storia della nostra Repubblica.
Intervista integrale alla figlia del premier Aldo moro….la signora Maria Fida.
La figlia alla domanda di come procede la causa di beatificazione di suo padre e con quali sentimenti sta seguendo l’iter? Con molta calma e dolcezza ha risposto: sono in contatto costante con il postulatore, Nicola Giampaolo, che mi tiene informata di tutto. Lo seguo con una speranza placida, perché mio padre è un santo, e non sono io a dirlo. Lo dicono i fatti e le persone che riferiscono miracoli, ma lo afferma su tutto la gente che ci riconosce e si mette a piangere al pensiero di questa bontà di mio padre andata in apparenza perduta.
Se suo padre diventerà beato, che momento sarà per Lei? La risposta con voce lieve ma con tono è stata : una grande conferma da parte del bene sul male, una sorta di “rivendicazione sindacale” del bene, un segnale terreno di qualcosa di spirituale e altissimo.
Notizie da fonti web di Antonio Gentile