Se c’è una fascia di popolazione che vede la pensione come un miraggio è quella dei giovani laureati. Un po’ perché, dovendo frequentare l’università, non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro – e quindi a pagare i contributi previdenziali – molto presto. E un po’ perché, appartenendo alla generazione del precariato e dei «contratti spazzatura», anche entrando nel mondo del lavoro quei contributi di una certa cifra, validi ai fini pensionistici, chissà quando arriveranno.
L’importo da versare fa talmente paura che sui social network è nata una campagna mirata ad ottenere il riscatto della laurea gratis. Il Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca ha accettato di incontrare una delegazione di studenti per discutere la questione. La soluzione non sarà facile, ma forse nemmeno impossibile.
La cifra, uguale per tutti, ammonterà a 5.241,30 euro di contributo da pagare per ogni anno di studio. Lo sconto si applicherà soltanto agli under 45.
Il riscatto della laurea avrà un costo – uguale per tutti – di 5.241,30 euro di contributo da pagare per ogni anno di studio. La norma, prevista dal Decretone, stabilisce una modalità di contribuzione ridotta che sarà possibile fino a 45 anni d’età, per coloro che abbiano iniziato a lavorare dopo il 1996 e ricadono quindi per intero nel regime contributivo.
CHI GUADAGNA 40 MILA EURO AVREBBE PAGATO IL 60% IN PIÙ
Lo sconto, secondo quanto ha calcolato la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, è sostanzioso: un lavoratore in regime contributivo che guadagna 40 mila euro avrebbe infatti pagato circa 13.200 euro l’anno, in pratica il 60% in più. È prevista la detraibilità dell’onere del 50% in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 rate mensili. In sostanza, si potrà procedere al riscatto con relativa detrazione del 50% dei costi dalle imposte. Inoltre, essendo la somma da versare uguale per tutti, ovviamente è avvantaggiato chi guadagna di più.
Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha commentato: «È un tema innovativo, noi abbiamo detto ai giovani che la loro pensione è a portata di mano e dunque possono costruirsi il loro percorso previdenziale. Noi abbiamo deciso di intervenire anche sui buchi magari dovuti a periodi di disoccupazione, che ora possono essere recuperati con il sistema contributivo».
LE SIMULAZIONI: QUANTO SI RISPARMIA ALL’AUMENTARE DEL REDDITO
Il calcolo dell’importo è rapportato al 33% del minimo imponibile contributivo di commercianti e artigiani: l’importo era nel 2018 di 15.710 euro e quest’anno, anche se si attende il calcolo ufficiale, dovrebbe salire a 15.882,81 euro: il contributo del 33% sale quindi dai 5.184,30 euro del 2018 ai 5.241,32 euro che saranno richiesti quest’anno per il riscatto di ciascun anno di studio. In pratica il conto varia tra i 15 mila euro di una laurea breve ai 25 mila di un corso di laurea completo. L’importo ridotto non ha praticamente effetto sui giovani appena laureati, che pagano già oggi lo stesso importo. Mentre ce l’ha per chi oggi guadagna molto di più e che dovrebbe pagare un importo per il riscatto parametrato all’ultima annualità di stipendio. Se si considera un lavoratore con il regime contributivo (il calcolo del regime misto è leggermente più complesso) il riscatto sarebbe costato 9.900 euro l’anno con un reddito di 30.000 euro, 14.850 euro con un reddito da 45 mila euro, 19.800 euro con un reddito di 60.000 euro. Il risparmio – è evidente – cresce all’aumentare del reddito.
Che cos’è il riscatto della laurea per la pensione
Il riscatto della laurea è, formalmente, un istituto che consente di valorizzare ai fini pensionistici il periodo passato all’università o in una scuola equivalente. Infatti, il riscatto è permesso soltanto a chi ha ottenuto il titolo di studio (quindi la laurea o un titolo equiparato) senza aver perso un solo anno. Senza impegno, niente riscatto.
Il riscatto della laurea è possibile anche per i soggetti inoccupati che, nel momento in cui presentano la domanda, non sono mai stati iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e non hanno mai lavorato né in Italia né all’estero.
Non si può chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata a seguito del pagamento del relativo onere
Che cosa si può riscattare per la pensione
Vediamo quali titoli di studio si possono riscattare per accumulare anni di contributi in vista della pensione:
- diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
- diplomi di laurea, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
- diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
- dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
- titoli accademici [1] ovvero laurea, al termine di un corso di durata triennale e laurea specialistica, al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
E’ possibile riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti prima del 12 luglio 1997.
Diplomi di istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale
In quest’area, possono essere riscattati per la pensione, secondo le vigenti disposizioni in materia, i nuovi corsi attivati a decorrere dall’anno accademico 2005/2006 e che danno luogo al conseguimento di:
- diploma accademico di primo livello;
- diploma accademico di secondo livello;
- diploma di specializzazione;
- diploma accademico di formazione alla ricerca, equiparato al dottorato di ricerca universitario .
Il riscatto può riguardare l’intero periodo o i singoli periodi
Periodi di studio universitario all’estero
Chi ha avuto la fortuna di studiare all’estero può riscattare la laurea conseguita in uno dei Paesi dell’Unione europea, purché siano riconosciuti dalle università italiane e abbiano valore legale nel nostro Paese.
Quando non si può fare il riscatto della laurea per la pensione
Ci sono anche dei vincoli che impediscono il riscatto della laurea per la pensione. Si tratta dei periodi:
- in cui c’è stata l’iscrizione fuori corso;
- che sono coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, oppure in altri regimi previdenziali.
Quanto costa il riscatto della laurea per la pensione
Veniamo alle cifre. Per sapere quanto costa il riscatto della laurea per la pensione occorre tener presente, innanzitutto, che non esiste una cifra fissa da pagare (tanti anni ho fatto, tanto verso) ma che l’importo varia in base al reddito del lavoratore. Perché quando qualcuno vorrà riscattare la laurea per la pensione, si suppone che starà già lavorando. O, almeno, si spera.
Il costo, infatti, dipende infatti dall’età del richiedente e dallo stipendio che il laureato prende nel momento in cui fa la domanda di riscatto. Come per chi vuole sapere quanto prenderà di pensione, anche per chi vuole riscattare la laurea ci sono dei simulatori su Internet che gli diranno quanto gli costerà recuperare gli anni di studio in termini contributivi.
I più istruiti dicono che prima si chiede il riscatto della laurea e meno si spende. Ci sono, infatti, dei coefficienti da applicare allo stipendio che si prende per ottenere il costo del riscatto della laurea, variabili in base all’età:
- fino a 39 anni: 1,0;
- da 40 a 44 anni: 1,4;
- da 45 a 49 anni: 1,9;
- da 50 a 54 anni: 2,5;
- da 55 anni in poi: 3,2.
Questo coefficiente va moltiplicato per il contributo previdenziale vigente alla data della domanda.
Un esempio di simulazione del riscatto della laurea
Prendiamo, ad esempio, un laureato di 32 anni, impiegato, che guadagna circa 25.000 euro l’anno (non è un miraggio, si può fare). Quanto dovrebbe pagare ogni anno per riscattare la laurea per la pensione? Circa 8.300 euro l’anno. Moltiplicato per 5 anni (triennale più magistrale) arriviamo ai 41.200 euro in totale. Ci vorrebbe un mutuo.
Ma sarebbe peggio se aspettasse ad avere quasi l’età pensionabile: il costo raddoppierebbe. Gli converrebbe lavorare 5 anni in più e dimenticarsi del riscatto.
Come si paga il riscatto della laurea per la pensione.
Arrivati al dunque, che si fa adesso? Una volta capito quanto costa il riscatto della laurea per la pensione, come si fa a pagare?
Si paga con appositi bollettini Mav inviati dall’Inps, da portare in banca o all’ufficio postale. Si può pagare in un’unica soluzione o in 120 rate mensili senza interessi.
Attenzione, perché il mancato pagamento dell’importo in unica soluzione o del versamento della prima rata è considerato come rinuncia alla domanda, che viene archiviata dall’Inps. Tuttavia, la domanda si può ripresentare.
Ora oltre alla fuga di cervelli perchè non c’è lavoro per i giovani laureati, si creerà un altro esodo per ovviare alla mazzata del riscatto…..chi vivrà vedrà…“ma almeno la cultura è salva”.
di Antonio Gentile Vice Direttore de Il Popolo.
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