A cura di Adriana Bello * Seregno (provincia di Monza e Brianza) *
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< Per non dimenticare Aldo Moro – Leader della Democrazia cristiana ! >
Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, Aldo Moro nasce a Maglie, in provincia di Lecce, il 23 settembre 1916.
Si laurea in giurisprudenza presso l’università di Bari e qualche anno dopo ottiene la docenza nello stesso ateneo, prima in filosofia del diritto e poi in diritto penale, insegnamento che proseguirà presso l’università di Roma.
Dal 1939 al 1943 presiede la FUCI, la Federazione universitaria cattolica italiana, e dal 1945 il Movimento laureati cattolici. Dirige la rivista “Studium” ed è tra i fondatori della Democrazia cristiana.
Il 2 giugno 1946 è eletto deputato all’Assemblea costituente. Entra a far parte della Commissione per la Costituzione e partecipa ai lavori della I sottocommissione, incaricata della stesura della parte relativa ai diritti e ai doveri dei cittadini.
Eletto ininterrottamente alla Camera dei deputati dalla I alla VII legislatura, assume numerosi incarichi di governo. Dal 1948 al 1959 è sottosegretario agli esteri nel V Governo De Gasperi, Ministro di grazia e giustizia nel I Governo Segni, Ministro della pubblica istruzione nel Governo Zoli e nel II Governo Fanfani.
Nel 1959 è eletto Segretario politico della DC, carica che mantiene fino al 1963, guidando il partito negli anni della crisi del centrismo. Nel 1962, all’VIII congresso nazionale del partito a Napoli, Moro sostiene la necessità di aprire ai socialisti e di avviare una politica di centrosinistra.
Il partito approva la relazione del segretario e nel 1963 Moro è chiamato a costituire il primo governo “organico” di centro-sinistra. La nuova formula politica sarà alla base dei due successivi Esecutivi guidati da Aldo Moro, che ricopre la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri fino al 1968.
Successivamente assume il dicastero degli affari esteri nel II e III Governo Rumor, nel Governo Colombo, nel I Governo Andreotti e nel IV e V Governo Rumor. Ritorna per la quarta volta alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 1974, formando un Governo composto da democristiani e repubblicani, con l’appoggio esterno dei socialisti e dei socialdemocratici.
Nel gennaio del 1976 la direzione del partito socialista ritira il proprio appoggio al Governo e Moro rassegna le dimissioni dell’Esecutivo. Il Capo dello Stato Giovanni Leone gli affida nuovamente l’incarico di formare il Governo. Moro costituisce il suo quinto Esecutivo, un monocolore democristiano, che resta in carica per pochi mesi.
Nell’ottobre 1976 è eletto presidente della DC ed in questa fase accentua il suo ruolo di mediazione tra le forze politiche, aprendo in particolare alla collaborazione parlamentare con il maggior partito di opposizione, il Partito comunista, ormai attestato sulla prospettiva del cosiddetto “compromesso storico”.
Nel marzo 1978 dopo una lunga crisi politica, Andreotti forma il suo quarto esecutivo, un nuovo monocolore democristiano, appoggiato esternamente anche dal PCI.
Il 16 marzo, giorno della presentazione alla Camera del nuovo Governo, Moro subisce un agguato da parte delle Brigate rosse, nel quale il leader democristiano viene rapito e gli uomini della sua scorta vengono assassinati. Durante i drammatici giorni della prigionia, durata cinquantacinque giorni, il mondo politico si divide tra coloro che oppongono un fermo rifiuto ad ogni ipotesi di trattativa con i terroristi e i sostenitori, in minoranza, della necessità di una trattativa umanitaria.
Nel frattempo cadono nel vuoto autorevoli appelli alla clemenza, tra cui quelli del Pontefice Paolo VI, e il 9 maggio 1978 il corpo di Aldo Moro viene rinvenuto nel bagagliaio di un’automobile in pieno centro a Roma.
A cura di Adriana Bello * Seregno (provincia di Monza e Brianza) *
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