Una suora che parla della misericordia divina e del dovere nostro di “usare misericordia”. Dov’è la novità? All’insegna della Misericordia è nato un gran numero di comunità, istituzioni, gruppi, in ogni tempo. Sì, ma suor Faustina Kowalska, sotto questa insegna, fa nascere un grandioso movimento spirituale proprio tra i due momenti meno misericordiosi della storia: le guerre mondiali.
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’invito divino a lei, perché richiami l’attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: Gesù, confido in te) e la volontà di farsi personalmente misericordiosi.
Per venti anni su Santa Faustina Kowalska è caduta la scure del Vaticano. Né le sue visioni, né i culti da lei alimentati, soprattutto quello del quadro della Divina Misericordia, hanno avuto vita facile contro i limiti imposti dalle autorità della Santa Sede.
In “Suor Faustina e il volto di Gesù Misericordioso” (edizioni Ares), David Murgia racconta le grandi difficoltà che ci sono state prima di arrivare ad una sentenza definitiva e positiva.
Il Diario di suor Faustina, infatti, è passato attraverso il severo vaglio del Sant’Uffizio – l’organismo della Curia Romana, oggi rinominato Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha lo scopo di tutelare gli insegnamenti professati dalla Chiesa cattolica – e attraverso le micidiali persecuzioni delle polizie comuniste. L’ex Sant’Uffizio ne ha bloccato per vent’anni la pubblicazione, dal 1958 al 1978. Per cui il Diario per molto tempo è circolato clandestinamente, senza alcuna edizione ufficiale, mal tradotto e in alcuni casi manomesso.
Non solo. Mancando un pronunciamento del Vaticano sull’autenticità delle visioni della mistica e in attesa che si facesse chiarezza, scrive Murgia, anche il culto della Divina Misericordia da lei ispirato è stato a lungo proibito. Infatti, spiega l’autore di “Suor Faustina e il volto di Gesù Misericordioso“, il Sant’Uffizio, ottenuto il “Placet” di Pio XII, con decreto del 28 novembre 1958 (a cui ha fatto seguito una notificazione nel 1959 ndr) a proposito delle «asserite visioni e rivelazioni di suor Faustina Kowalska», chiariva e stabiliva «doversi proibire la diffusione delle immagini e degli scritti che presentano la devozione alla Divina Misericordia, nelle forme proposte dalla medesima suor Faustina» ed «essere demandato alla prudenza dei vescovi il compito di rimuovere le predette immagini che eventualmente fossero già esposte al culto».
In questi scritti, la giovane suora, infatti, sosteneva di vedere Gesù e la Madonna; di ricevere da loro messaggi e profezie, che annotava minuziosamente ogni giorno. «Nell’Antico Testamento – vi scriveva, raccontando una delle visioni del Signore – mandai al mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l’umanità con la Mia misericordia».
Solo il 30 giugno 1978 la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato negli Atti della Sede Apostolica (A.A.S., 70, pag. 350) una Notificazione firmata il 15 aprile 1978 dal suo prefetto, Sua Eminenza il cardinale Franjo Seper, e dal suo Segretario, l’arcivescovo monsignor J.J. Hamer, O.P., del seguente tenore:
“Da diverse parti, specialmente dalla Polonia, anche autorevolmente, è stato chiesto se le proibizioni contenute nella Notificazione della Santa Congregazione del Santo Uffizio, pubblicata sugli A.A.S., anno 1959, p. 271, riguardanti la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da suor Faustina Kowalska, si debbano ritenere ancora in vigore. Questa Santa Congregazione, tenuti presenti i molti documenti originali, non conosciuti nel 1959, considerate le circostanze profondamente mutate, e tenuto conto del parere di molti Ordinari Polacchi, dichiara non più vincolanti le proibizioni contenute nella citata Notificazione” .
Fanno riferimento alla Divina Misericordia e alla fine del mondo. Padre Michele Sopocko è stata l’unica persona a conoscerne dettagliatamente il contenuto
Tre importanti messaggi, che rappresentano una sorta di testamento spirituale. Suor Faustina Kowalska li ha consegnati prima di morire al suo amico e direttore spirituale Don Michele Sopocko.
Siamo in Polonia alla metà degli anni ’30. La suora è già impegnata per la diffusione del culto della Divina Misericordia, da lei fondato. Un quadro di Gesù è l’essenza di questo culto: la religiosa fa dipingere secondo quanto riportato in una delle sue visioni. In “Suor Faustina e il volto di Gesù Misericordioso” (edizioni Ares), David Murgia ricostruisce quello che accadde in quegli anni.
La tubercolosi
Il 12 maggio 1936 la mistica deve rientrare a Cracovia. Malvolentieri si stacca da don Michele, che si è rivelato per lei un amico e un padre, oltre che direttore spirituale.
La religiosa fa ritorno nel suo convento. E si ammala gravemente di tubercolosi. Morirà nella sua cella, a Cracovia, il 5 ottobre del 1938. Il giorno esatto che lei stessa, tempo addietro, aveva profetizzato.
Primo: diffondere senza sosta il culto
Così annota nel suo Diario mentre si lamenta del fatto che la sua Congregazione non abbia nemmeno una santa, e riceve questa risposta: «Tu lo sei» (Diario 1650).
Prima di morire, suor Faustina fa percepire a don Sopoćko – che va a trovarla in ospedale – la sua missione futura. Infatti, gli comunica – come lo stesso sacerdote annota – tre cose importanti: «Non devo smettere di diffondere il culto alla Divina Misericordia e in particolare di ottenere di stabilire la Festa nella prima domenica dopo Pasqua».
Secondo: il giudizio della Chiesa
E ancora: «Non posso mai dire di aver fatto a sufficienza. Se anche si accumulassero le più grandi difficoltà, anche se sembrasse che Dio stesso non lo voglia, non ci si può fermare. Anche se il giudizio della Chiesa a questo riguardo fosse negativo, non ci si può fermare. Anche se mancassero le forze fisiche e morali, non ci si può fermare. Poiché la profondità della Misericordia di Dio è insondabile e non è sufficiente tutta la nostra vita per glorificarla».
Terzo: la fine del mondo
Infine una profezia: «Il mondo non esisterà più a lungo e Dio vuole ancora, prima della sua fine, concedere alle persone le grazie affinché nessuno possa affermare, durante il giudizio, di non avere conosciuto la bontà di Dio e non aver sentito della sua Misericordia».
“Si spegnerà ogni luce…”
Santa Faustina ricevette anche in un’altra occasione una rivelazione simile da parte di Gesù, senza mai parlare della durata del fenomeno, né accennando ad altri dettagli:
“Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra”.
(fonte: “La Misericordia Divina nella mia anima – Diario della beata Suor Faustina Kowalska”, Libreria Editrice Vaticana).
Non si sa cosa don Sopoćko abbia pensato riguardo a queste parole e a questa grande responsabilità che le era stata affidata dalla mistica. Ma è certo che alla fine sarà solo grazie alla sua tenacia se tutto ciò di cui parlavano le visioni di santa Faustina (o quasi) è stato realizzato.
Dunque, Faustina, la «segretaria» della Divina Misericordia, si spegne nel 1938. Muore in profumo di santità.
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redazione il Popolo