Ultima chiamata per i libretti al portatore. Entro il 31 dicembre chi è in possesso di questi strumenti di risparmio dovrà recarsi in banca o alle Poste e scegliere se incassare direttamente i propri risparmi, convertirli in libretti nominativi o trasferire l’importo su conto corrente o su un altro strumento di risparmio. Nessun rischio di estinzione dei propri fondi comunque. Oltre la scedenza fissata, ricorda il ministro dell’Economia, banche e Poste saranno ancora obbligati a versare quanto dovuto a chi si presenterà, seppur tardivamente, con un vecchio libretto al portatore. Il possessore verrà tuttavia segnalato al Ministero che applicherà una sanzione amministrativa tra i 250 e i 500 euro.
La norma, introdotta nel 2007 e poi aggiornata lo scorso anno, prevedeva già dal 4 luglio scorso l’obbligo per banche e Poste Italiane di emettere esclusivamente libretti di deposito nominativi. Dalla stessa data i libretti bancari o postali al portatore non possono più essere trasferiti da un portatore ad un altro. “La novità -ricorda il Mef – è in linea con quanto indicato dagli organismi internazionali che si occupano di formulare regole e indirizzi per tutelare l’economia dai rischi di infiltrazioni criminali nel sistema finanziario e che già da tempo suggerivano di limitare progressivamente l’utilizzo di strumenti finanziari e titoli al portatore”.
Nei cassetti o negli armadi degli italiani non c’è però alcun tesoretto nascosto A differenza dei conti dormienti, i conti non movimentati per dieci anni il cui importo viene trasferito nelle casse pubbliche e che assicura ogni anno un gettito di circa 100 milioni di euro all’anno, l’importo delle cifre in questione è molto più modesto. Anche se gli istituti di credito non forniscono cifre nei propri bilanci, la gran parte dei libretti al portatore è raccolto dalla Poste. Dall’ultimo dato disponibile sul bilancio della Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce proprio i fondi della raccolta postale, risulta che l’importo dei libretti al portatore si è attestato nel 2017 ad appena 33 milioni di euro, in calo di 7 milioni dai 40 del 2016. Segno che probabilmente la corsa al libretto è già cominciata.
dal web di Antonio Gentile