In questo scenario dipenderà anche molto da che cosa succederà nell’ambito del Partito Democratico. E’ cosa improbabile tale partito si possa riprendere. Ma il rischio per i grillini sarà perdere consensi verso destra non conquistandone a sinistra.
C’è inoltre la variante della Democrazia Cristiana che potrebbe portare via terreno al M5S, che si sgonfierebbe – secondo le previsioni – di 10-15 punti.
La mappa dei collegi nello scenario relativo a una “coalizione Conte” è davvero impressionante.
Al centrosinistra, in tutta Italia, rimarrebbero sei seggi, comprendenti i due dell’Svp in Trentino Alto Adige; il centrodestra “moderato” non toccherebbe palla.
E la situazione sarebbe praticamente identica se si sfidassero due coalizioni, una sovranista e l’altra europeista.
Nello scenario più verosimile al momento, ovvero una riedizione del centrodestra classico, la coalizione conservatrice ad oggi potrebbe raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi.
Il 43.5% di cui godono nei sondaggi i partiti del centro-destra assicurerebbe alla coalizione una maggioranza in entrambe le Camere.
A farne le spese sarebbero sia il centrosinistra, relegato nelle sempre più piccole riserve tosco-emiliane, sia il Movimento 5 Stelle, che ne uscirebbe ridimensionato.
La riunificazione della Dc con l’Udc di Cesa, anche se leggermente scalfito dall’avanzata conservatrice, avrebbe comunque una significativa presenza politica a livello nazionale.
I numeri parlano chiaro: l’unica alternativa a questo governo, oggi, è un esecutivo del centrodestra. Non ha al momento i seggi necessari per governare in questa legislatura, ma se si tornasse al voto ne uscirebbe sicuramente vincitore.
La sinistra di Liberi e Uguali, elettoralmente pressoché inesistente, non avrebbe seggi in nessuna delle simulazioni, mentre il Pd conferma tutte le proprie difficoltà: oltre ai già citati buoni risultati in piccole aree della Toscana e dell’Emilia Romagna, potrebbe vincere in alcuni scenari nei seggi di Milano e Torino, e dovrebbe ringraziare l’Svp per la tenuta di alcuni seggi altoatesini.
I numeri parlano chiaro: l’unica alternativa a questo governo, oggi, è un esecutivo del centrodestra con l’aiuto della Democrazia Cristiana. Non ha i seggi necessari per governare in questa legislatura, ma se si tornasse al voto ne uscirebbe vincitore.
Ovviamente, non sarebbe il centrodestra che abbiamo conosciuto finora: il ruolo di Berlusconi e di Forza Italia sarebbe marginale, e il governo sarebbe inevitabilmente a trazione leghista.
Il blu che coprirebbe l’Italia, in questo caso, non sarebbe quello del Cavaliere, a meno che non ci sia un colpo di coda di Forza Italia con un accordo a sorpresa con la Democrazia Cristiana, che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario politico nazionale.
Probabilmente cambiare partner di governo non è ciò che interessa a Salvini oggi, che pur con meno seggi e cedendo la premiership è l’indubbio leader di questo governo.
Ma c’è un Italia vera ed unita che crede ancora nei valori di ispirazione cristiana e nella famiglia, ma soprattutto vorrebbe far risorgere la nuova Democrazia Cristiana che è già cominciata e lo dimostrerà con i numeri che verranno dalle prossime elezioni.
Se la Lega nei sondaggi si manterrà su questi livelli, per il leader del Carroccio è meglio continuare a governare con un ruolo da protagonista assoluto.
Intanto, nel Paese, l’egemonia governativa continua ma i colpi di scena li possiamo solo che attendere.
di ANTONIO GENTILE.