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Anche quest’anno, in data 19 agosto 2019 è stata ricordata la figura di Alcide De Gasperi nel sessantacinquesimo anniversario della sua scomparsa di Alcide De Gasperi (avvenuta il 19 agosto 1954 ).
Il grande statista democratico cristiano, fu la guida politica in Italia della ricostruzione del Paese, dopo il ventennio fascista e la conclusione della seconda guerra mondiale.
Alcide De Gasperi fu tra i fondatori dell’Unione Europea e riuscì a rappresentare una visione di rinnovamento della politica e delle istituzioni democratiche in Italia e nel mondo, ispirandosi ai principi e valori del cattolicesimo democratico.
Questa importante ricorrenza ha offerto l’occasione per una riflessione sulla presentazione in generale del partito della Democrazia Cristiana.
Ci farebbe piacere che dalla pubblicazione di questo articolo possa scaturire un dialogo ed anche un vivace dibattito, in modo da poter arricchire di ulteriori contenuti e precisazioni quanto abbiamo già avuto modo di pubblicare sul sito internet ufficiale della Democrazia Cristiana di cui all’indirizzo web: www.democraziacristianaonline.it
PRESENTAZIONE DEL PARTITO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
La Democrazia Cristiana è un partito politico italiano costituito nel 1943 da ex esponenti del Partito popolare da gruppi cattolici antifascisti e da giovani provenienti dall’Azione Cattolica.
Ottenuta la guida del governo con Alcide De Gasperi, la Democrazia Cristiana si affermava come partito di maggioranza relativa alle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1946.
Le elezioni del 1948, con la D.C. a quasi il 50% dei suffragi, confermavano il ruolo assunto dal partito come “diga anticomunista”.
Durante la segreteria di A. Fanfani (1954-59), leader della corrente di Iniziativa democratica, veniva potenziata l’organizzazione del partito e si avviava un processo di inserimento di esponenti democristiani negli enti statali (in particolare nell’ENI). Dimessosi Fanfani, Iniziativa democratica si divideva, dando vita alla nuova corrente di maggioranza dei “dorotei”; a essa apparteneva A. Moro che, nel 1959, diveniva il nuovo segretario.
Moro avviava una strategia di avvicinamento ai socialisti che il Congresso di Napoli (1962) consacrava nella politica di “centro-sinistra” sfociata nel governo Fanfani (DC-PSDI-PRI) con l’appoggio esterno del PSI.
Nella prima metà degli anni Settanta, con Amintore Fanfani alla guida del partito, la Democrazia Cristiana restava fedele alla formula del centro-sinistra e si impegnava nella campagna per l’abolizione del divorzio, venendo però sconfitta dall’esito del referendum del 1974.
Alle elezioni del 1975-76 il partito accusava un calo di voti dovuto allo spostamento dell’elettorato a sinistra e in particolare verso il PCI.
A tale insuccesso si cercò di reagire con la segreteria di Benigno Zaccagnini (1975), fautore di un programma di riammodernamento del partito e di moralizzazione della vita pubblica.
Aldo Moro cercò inoltre di dare una stabile direzione al Paese con la formula della “solidarietà nazionale”, cioè l’inserimento dei comunisti nell’area di governo al fine di assicurare all’esecutivo un sostegno parlamentare comprendente tutti i partiti dell’arco costituzionale.
Ma l’uccisione di Moro da parte delle Brigate rosse (1978) bloccava il progetto.
Dopo le elezioni anticipate del 1979, la Democrazia Cristiana cedeva per la prima volta la guida dell’esecutivo a un laico, Giovanni Spadolini (1981-82).
Il nuovo segretario Ciriaco De Mita (1982), dopo la sconfitta elettorale del 1983 e la conseguente perdita della guida del governo a favore del socialista Craxi (1983-86), riusciva a rilanciare il partito e diveniva capo del governo (1988).
Ma nel congresso del 1989 si formava una nuova maggioranza, che eleggeva Arnaldo Forlani alla segreteria, la cui gestione era caratterizzata dal rapporto preferenziale con i socialisti.
Nelle elezioni del 1992 la Democrazia Cristiana subiva però un serio ridimensionamento, mentre le inchieste della magistratura coinvolgevano lo stesso Arnaldo Forlani.
Il nuovo segretario Mino Martinazzoli avviava nel 1993 un radicale processo di trasformazione della DC, giungendo alla decisione (illegittima) di cambiare il nome in Partito popolare italiano (PPI) senza celebrare un Congresso nazionale che sarebbe stato necessario convocare a termini dello Statuto anche allora vigente della Democrazia Cristiana.
Tale decisione venne dunque subito contestata, essendo – di fatto – Martinazzoli, insieme ad altri, fuoriuscito dal partito, creandone uno nuovo.
Il Congresso, unico organismo deputato allo scioglimento di un partito non è mai stato celebrato.
Un gruppo di tesserati ha continuato, insieme con il compianto senatore Flaminio Piccoli, ha tenere in vita la Democrazia Cristiana storica.
Dopo un periodo di riorganizzazione territoriale, la Democrazia Cristiana si è ripresentata alle elezioni amministrative già dal 1995 in poi.
Approfondiremo ulteriormente i termini di questa presenza elettorale che ha avuto molti e significativi episodi.
In modo particolare ricordiamo la presenza elettorale al Comune di Isernia, ottenendo un 9,8% di consensi, nonchè alle elezioni provinciali nella Regione Siciliana ottenendo, in media, un significativo 2,5%.
Successivamente ha partecipato a diverse competizioni elettorali conseguendo importanti risultati dal punto di vista di consensi.
Nel 1998 la Democrazia Cristiana si è presentata alle elezioni nel Consiglio Regionale del Molise ottenendo un Consigliere Regionale e di seguito un Assessore.
Il 13 aprile 2000 veniva a mancare l’On. FLAMINIO PICCOLI, indiscusso corifeo della < Resistenza democristiana > negli anni successivi a quel fantomatico Consiglio nazionale del 18 gennaio 1994 (Segretario Mino Martinazzoli, Presidente nazionale Rosa Russo Iervolino) che tentò di porre fine all’esperienza della Democrazia Cristiana.
Vi fu un periodo di transizione nel quale il partito venne guidato dall’On, CLELIO DARIDA (già Ministro di Grazia e Giustizia e Sindaco di Roma).
Nel settembre del 2000 assunse la guida della Democrazia Cristiana l’On. CARLO SENALDI (di Gallarate, in provincia di Vsarese).
Nei giorni 3 e 4 luglio del 2002, ebbe luogo a Roma (Hotel Palatino) l’Assemble degli iscritti alla Democrazia Cristiana 1992/1993. L’Assemblea elesse l’On. CARLO SENALDI (Varese) Presidente nazionale della D.C.; ANGELO SANDRI (Udine), Segretario politico nazionale D.C.; GIANCARLO TRAVAGIN (Novara), Segretario amministrativo nazionale D.C.
Seguì un periodo di intensa riorganizzazione del partito su tutto il territorio nazionale fino ad arrivare alla celebrazione del XIX Congresso nazionale della D.C., svoltosi a Roma (Teatro Capranichetta) nei giorni 6/7/8 dicembre 2003 che elesse GIUSEPPE PIZZA, Segretario politico nazionale della D.C. ed ANGELO SANDRI (Segretario organizzativo nazionale D.C.)
Nel 2004 la Democrazia Cristiana si presentò, in maniera poco ortodossa, alle elezioni europee sotto le insegne di Paese Nuovo. a seguito di una scelta sbagliata e molto contestata dell’allora Segretario nazionale Giuseppe Pizza. Il risultato fu alquanto deludente e la scelta molto contestata, nel corso di un’Assemblea nazionale svoltasi nell’ottobre del 2004 a Pompei (provincia di Napoli).
Nell’aprile del 2005 venne celebrato a Trieste il XX congresso nazionale della Democrazia Cristiana che elesse ANGELO SANDRI Segretario Politico nazionale della D.C. e SILVIO FREGONESE Presidente nazionale della D.C.
Gli altri Congressi nazionali della Democrazia Cristiana nel corso della cosiddetta <Resistenza democristiana > furono celebrati nel febbraio del 2009 a Milano (XXI Congresso nazionale D.C.); nel dicembre del 2013 a Perugia (XXII Congresso nazionale D.C.); nel luglio del 2017 a Roma (XXIII Congresso nazionale D.C.).
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