Prima l’Italia: per una politica con, per e tra la gente !

Prima l’Italia: per una politica con, per e tra la gente !

A cura di Dott. FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno)

fernando.ciarrocchi@dconline.info *  cell. 347-2577651 *

Vice-Segretario nazionale Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing della Democrazia Cristiana italiana

 Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”

Prima l’Italia: per una politica con, per e tra la gente !

Osservando, anche se da lontano, quello che sta accadendo all’interno della maggioranza di governo, mi è venuta subito in mente una frase che durante l’infanzia era piuttosto ricorrente “Tu dai una cosa a me e io do una cosa a te”.

Molto in uso quando si iniziavano gli album delle figurine Panini  o dei calciatori o del mitico Sandokan.

Si perché a ben riflettere cosa accadendo: per mantenere la cosiddetta coesione di governo le forze politiche  che vi partecipano sembra proprio che stiano attuando proprio la nostra celeberrima frase.

La Lega di Salvini infatti chiede l’approvazione dell’autonomia differenziata (legge discutibilissima.

Torniamo indietro.

Comunque si è fatto tanto per costruire l’Unità d’Italia, nonostante tutto, ora in batter d’occhio ci cancellano secoli di storie e di lotte in cui hanno perso la vita migliaia e migliaia di uomini) le altre due componenti politiche dell’alleanza di governo  Fratelli d’Italia e Forza Italia – Noi Moderati rispondono si a patto che poi la Lega voti favorevolmente alla legge sul premierato tanto cara da Fratelli d’Italia e idem dicasi sulla riforma della giustizia sostenuta da Forza Italia.

“Rebus sic stantibus” eccetto la legge sull’autonomia differenziata che è difficilissima da accettare, anzi, impossibile,  sulle altre due: premierato e riforma della giustizia non più rinviabile, si può avviare un confronto leale e costruttivo sempre nel rispetto e nella salvaguardia della Nostra Costituzione.

Il Premierato ossia l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri non è da ieri che ne parla ma a voler fare un pò di memoria politica è dai tempi di quando

Ciriaco De Mita era Segretario Politico Nazionale della Democrazia Cristiana poi divenne Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ebbene sin da allora l’idea di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio dei Ministri era sul tavolo delle proposte con il  taglio del numero dei  parlamentari sia alla Camera, sia al Senato.

Siamo negli 90 quando fu varata la legge n.142 a firma del marchigiano e sottosegretario al Minestro dell’Interno, On.le Avv. Adriano Ciaffi che ha introdotto l’attuale sistema di elezione diretta dei sindaci

Ma la “conditio sine qua non” era e resta che si salvaguardi la ratio principale della  Costituzione in cui il bilanciamento dei poteri è essenziale come lo è il ruolo del Presidente della Repubblica che deve restare sempre il garante nazionale di un’Italia libera e democratica.

Il bilanciamento dei poteri in un progetto di riforma deve essere la ratio principale: non si può in alcun modo prescindere da esso in nome di un sistema di governo più stabile e credibile  come si sente proclamare da più parti.

Il premierato non è la soluzione dei problemi ma un tassello di un progetto di riforma che deve svilupparsi nell’ambito dei principi costituzionalmente garantiti non bai passandoli o addirittura stravolgendoli.

La riforma della giustizia idem.

Si rende non più rinviabile perché i principi della Costituzione quali l’indipendenza e la terzietà del giudice sono stati non sempre attuati. Occorre una giustizia certa con al centro il bene della Persona, una giustizia dal volto umano e celere.

Dunque le tematiche al centro dell’agenda politica nazionale , eccetto l’autonomia differenziata, che visto il plauso dei governatori Fontana e Zaia, e la giustissima presa di posizione del Governatore della Calabria, sono pressanti , quindi non è il contenuto ad essere messo in discussione ma il “modus operandi”.

Una maggioranza politica non può esistere “perché io do una cosa a te e tu dai cosa a me” ma deve esistere in quanto condivide un programma politico per il quale il corpo elettorale ha dato la sua fiducia per il bene del paese e non per spacchettarlo in regioni di serie A e in regioni di serie B .

L’Italia è una ed indivisibile da Trieste a Sassari e nell’Unità deve e continuare la sua crescita nell’erogare servizi a cittadini e nel garantire libertà e democrazia valori non negoziabili per i quali milioni di nostri connazionali hanno combattuto donando la loro vita per la nostra amata Italia.

La Storia non si dimentica ma si ricorda per non essere mai dimenticata.

 

 

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